2018-05-09
Per boicottare le elezioni si attaccano perfino alle infradito
Il voto fa paura e si moltiplicano le scuse per rimandare: il sindaco di Rimini arriva a «denunciare» la sovrapposizione fra urne e notte rosa. Segno che l'élite è pronta a tutto pur di imporre un premier tecnico.E la notte rosa? Che sarà della nostra notte rosa? L'angoscia del sindaco di Rimini trabocca dalle pagine dei giornali: la democrazia è in pericolo, l'estate in Riviera ancor di più. Dunque, è chiaro: votare a luglio non si può. Si mette a rischio la notte rosa. E immaginiamo che questa preoccupazione sia assai condivisa sulle spiagge d'Italia: se si vota a luglio, per dire, che ne sarà della sagra del pesce di Chioggia? E del torneo di racchettoni di Cesenatico? E dell'imperdibile master di sculture di sabbia di Pinarella di Cervia? Il Paese è angosciato: possiamo mettere a rischio tutto ciò soltanto per andare a votare? Vi sembra sensato? «Vogliono mandarci alle urne in infradito», dice sdegnata Emma Bonino. Roba da matti: in infradito, capite? Come se per rendere valido un voto ci volessero, come minimo, il tacco 12 o una scarpetta di raso con strass.Per carità: di tornare alle urne dopo pochi mesi non ha voglia nessuno, è chiaro. È una soluzione che non avremmo voluto. Che avremmo evitato volentieri. Ma che c'entrano le infradito? E la notte rosa di Rimini? E perché diavolo, se si deve tornare a votare, non si può farlo a luglio? Perché fa caldo? Per le ascelle pezzate? Perché gli italiani sono al mare e non possono lasciare neppure per un attimo secchiello e paletta? O il cruciverba sotto l'ombrellone? Fa un po' ridere il contrasto tra i toni severi dei commentatori che parlano di grave crisi della Repubblica, momento drammatico della democrazia, notte profonda delle istituzioni. E poi, però, quando arrivano al dunque, concludono: a luglio non si può votare perché gli italiani sono al mare. Ma come? Di fronte alla crisi della Repubblica, la notte profonda, il momento drammatico (etc etc), non si rinuncia nemmeno a un giorno di salvagente a paperella sul bagnasciuga di Riccione? Non mi risulta, per altro, che l'intero Paese si blocchi a luglio per consentire agli italiani di spiaggiarsi con olio solare a portata di mano. Gli ospedali, per dire, mi pare che continuino a funzionare, le stazioni di polizia pure, perfino molti supermercati restano aperti, quasi tutti per la verità: la vita prosegue regolarmente insomma. Perché, allora, non si può votare? Non lo si è mai fatto prima, dicono. Vero. Finora non si è mai votato a luglio. Ma, finora, non c'era mai stata una crisi di questo genere. E, per altro, finora non si erano nemmeno fatti tanti governi successivi infischiandosene del voto degli italiani. È più sconveniente aggiungere un altro governo non scelto dagli italiani oppure votare con le infradito? Personalmente odio le infradito. Ma i governi tecnici ancor di più. Figuriamoci i governi neutri.Che poi, è del tutto evidente, che un governo neutro non esiste in natura. C'è il sapone neutro, lo shampoo neutro (Roberts), il sostantivo neutro (greco antico), il campo neutro (calcio), lo Stato neutro (Svizzera). Ma il governo neutro non s'è mai visto: è un ossimoro. Il governo deve decidere, ogni decisione è una scelta, la scelta per sua definizione non è neutra. È vero che oggi il mainstream privilegia la confusione identitaria, il genere indistinto, l'indifferenza dei generi. Va di moda essere così, un po' incerti, metrosexual, né uomini né donne, né carne né pesce, e quindi anche il governo che vogliono imporci è un po' così e cosà, mezzo da una parte e mezzo dall'altra. Decide, ma non decide. Prende posizione ma senza prendere posizione. Ma mi viene un dubbio: se questo governo neutro dovesse davvero nascere e quindi dovesse davvero decidere come recuperare i 12,5 miliardi per evitare l'aumento dell'Iva, neutralmente quei soldi a chi li prenderà? Anche Mario Monti era neutro. Ed Elsa Fornero era neutrissima. Ma le loro decisioni non furono neutre per un cavolo. Se questa è l'alternativa, allora, non è meglio fare lo sforzo di infilarsi quelle infradito e andare al seggio anche a luglio? Ci possiamo riuscire: si depongono secchiello e paletta, si rinuncia per una domenica ai racchettoni da spiaggia, e via. Si vota. Non sarà la soluzione migliore, si capisce, ma a questo punto è la meno schifosa. Parafrasando Winston Churchill possiamo pur dirlo: le elezioni sono un pessimo strumento per difendere la democrazia, ma hanno un pregio. E cioè che al momento non ne è stato trovato uno migliore.Lo dico perché, a leggere certi sapientoni, si ha l'impressione che le elezioni, per loro, siano bellissime, purché non si voti mai. A luglio non si può perché si va in spiaggia e si portano le infradito. A settembre non si può perché c'è da fare la legge di bilancio. A novembre non ne parliamo: cadono le foglie. A dicembre c'è Natale, a gennaio c'è la neve, a febbraio il ponte di Carnevale, marzo è un mese un po' pazzerello, hai visto quel che è successo l'ultima volta? Meglio evitare. A aprile c'è Pasqua: e se qualcuno pensasse poi di resuscitare? A maggio fioriscono le rose e sarebbe indelicato disturbarle. A giugno ci la sagra della ciliegia di Vignola e quella dell'albicocca del Roero. E poi bisogna mietere il grano e si sa, la mietitura è incompatibile con il voto. Vorrete mica andare alle urne con la trebbiatrice? Quasi peggio che con le infradito.Qualsiasi cosa va bene per dire che non si può votare. Ogni tanto, poi, c'è qualcuno tira fuori il «pericolo» dell'esercizio provvisorio: «Attenti, arriva l'esercizio provvisorio», dicono con l'aria terrorizzata di chi ha appena rivisto il dottor Josef Mengele redivivo. In realtà l'esercizio provvisorio significa soltanto andare avanti con lo stesso bilancio dell'anno prima, spendendo un dodicesimo del bilancio ogni mese. Ci siamo già andati 33 volte, nella nostra storia e di esercizio provvisorio non è mai morto nessuno. Al contrario i governi tecnici hanno fatto stragi a non finire. E i soldi? Ah, ecco: alla fine c'è sempre qualcuno che scopre che le elezioni costano. Ma va là? Certo: se si potesse evitare di tornare alle urne ogni tre per due sarebbe meglio, si capisce, ma quanto ci è costato non votare per cinque anni, subendo i governi mai eletti di Mario Monti-Enrico Letta-Matteo Renzi? Ditemi la verità: non sarebbe stato meglio spendere qualche copeco in più pur di evitare quello strazio? E con tutti gli sprechi nazionali che non vengono mai tagliati, proprio sulle elezioni bisogna andare a risparmiare? E per che cosa? Per dare il via libera ad governo neutro come lo shampoo Roberts? Per salvare la notte rosa di Riccione e il torneo di racchettoni di Cesenatico? O per evitare di votare con le infradito? Avanti: c'è nessuno che riesce a trovare almeno un paio di sandali per Emma Bonino?
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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