2023-06-06
È partita la corsa ai tesori del Kosovo. Si muovono gli Usa
Dal carbone al nichel al cromo, le risorse di Pristina erano stimate in 25 miliardi nel 2013. E da allora i prezzi sono esplosi.È sempre muro contro muro tra Pristina e Belgrado, con la comunità internazionale e la diplomazia che stanno mettendo in campo ogni iniziativa utile a scongiurare lo scoppio di un vero e proprio conflitto. La Casa Bianca ha reso noto che il vice consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jon Finer, ha invitato il Kosovo e la Serbia a prendere provvedimenti per far tornare la calma nel nord del Kosovo. Secondo quanto riferito giovedì Finer ha parlato con il primo ministro kosovaro, Albin Kurti, e con il presidente della Serbia, Aleksandar Vučić, ai quali ha espresso la preoccupazione degli Usa per la situazione nel nord. Ieri il diplomatico americano Gabriel Escobar si è recato a Pristina insieme con l’inviato Ue per i Balcani occidentali Miroslav Lajcak. I due sono attesi oggi a Belgrado. Durante l’ultimo summit della Comunità politica europea in Moldova, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron e l’Alto rappresentante per gli affari esteri dell’Ue Josep Borrell hanno invitato i leader di Kosovo e Serbia a stemperare le tensioni. Durante l’incontro è emersa la richiesta di tenere nuove elezioni municipali nelle quattro città a maggioranza serba del Kosovo settentrionale, dove è scoppiata la violenza in seguito al tentativo di insediamento dei sindaci albanesi eletti solo grazie al boicottaggio delle votazioni da parte della comunità serba. A margine del summit in un breve incontro alla presenza sia del presidente serbo Aleksandar Vučić sia della presidente kosovara Vjosa Osmani, quest’ultima ha accusato il leader di Belgrado «di piagnucolare, lamentarsi e non dire la verità» ma si è comunque detta «aperta alla possibilità di indire nuove elezioni, se queste venissero svolte legalmente». Questo soddisferebbe una delle condizioni poste da Macron e Scholz per risolvere la crisi. Vučić in precedenza aveva affermato che le autorità del Kosovo «dovrebbero ritirare sia i presunti sindaci sia le unità speciali di polizia che si trovano nel nord del Paese illegalmente». A dividere serbi e kosovari ci sono ragioni che affondano nella notte dei tempi ma sotto la superficie terrestre si trovano circa 25 miliardi di euro di risorse naturali delle quali si parla poco ma che non sono certo estranee alla rivalità tra i due Paesi, con la Russia che osserva molto da vicino quanto accade. Il settore minerario del Kosovo ha un potenziale economico significativo che va oltre le riserve di carbone dei tre bacini, Kosovo, Dukagjini e Drenica, e di piombo e zinco della cosiddetta «fascia metallogenica di Trepça»: una fascia di territorio lunga 80 km e larga 30 che si estende nella parte nord-orientale del Kosovo da Albanik (Leposavic) a Gllame (Gjilan). Argento, nichel, ferro, bauxite, cromo, cobalto, oro, rame, cadmio, bismuto ed altri minerali industriali sono alcune delle risorse presenti nel sottosuolo del Kosovo. Il 2022 è stato uno degli anni più redditizi per le compagnie minerarie del settore del carbone ed il Kosovo è ritenuto in grado di diventare nel giro di una generazione il fornitore di energia per l’intera Europa sudorientale, con un settore in grado di occupare circa 35.000 addetti ed una produzione annua di 17 milioni di tonnellate. Il settore del piombo e zinco è oggi sottosviluppato se si considera che il distretto minerario di Trepça occupava oltre 22.000 addetti rispetto agli odierni 2.500 con la vicina Europa che dipende dalle importazioni per il suo fabbisogno di piombo e zinco per il 17% e 71% rispettivamente. Anche il settore del nichel con la NewCo Ferronikeli, attualmente il più importante esportatore di metalli in Kosovo, è in grado di produrre 6.800 tonnellate all’anno. In passato sono state condotte numerose prospezioni geologiche ma, ad oggi, non si dispongono di dati certi, per cui, pur essendoci evidenze geologiche che suggeriscono la presenza di potenziali depositi di minerali economicamente redditizi, non si è in grado di determinarne l’effettiva consistenza. Depositi di uranio e torio sono stati scoperti da campagne di prospezione realizzate durante l’era iugoslava cosi come la presenza di riserve d’oro fa intuire la potenzialità di depositi di rame. È stata rilevata la presenza di terre rare ma al livello attuale delle conoscenze è impossibile fare una stima. Significativi depositi di magnesite, sono presenti nella zona montuosa di Golesh dove si stima una risorsa di 4,1 milioni di tonnellate che, con un mercato europeo che produce meno dell’1% del magnesio che utilizza, assume crescente importanza.Secondo stime conservative dell’Economic Initiative for Kosovo il valore delle risorse naturali si attesta tra i 13,5 e i 25 miliardi di euro. Una stima che va rivalutata poiché risale al 2013, periodo in cui il settore dei metalli era in stato di crisi, mentre oggi la crescente domanda dovuta alla transizione energetica, fa prevedere che i metalli presenti nel sottosuolo del Kosovo come magnesio, rame, cadmio, argento e cobalto diventeranno ancora più preziosi, costosi e ambiti.
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