Sorpresa per chi vuole concorrere al gioco di Stato degli scontrini. Al momento degli acquisti si deve scegliere se tentare la sorte oppure inserire l’uscita nel 730. Un meccanismo perverso messo in piedi per cercare di dare una falciata alle tax expenditures?
Sorpresa per chi vuole concorrere al gioco di Stato degli scontrini. Al momento degli acquisti si deve scegliere se tentare la sorte oppure inserire l’uscita nel 730. Un meccanismo perverso messo in piedi per cercare di dare una falciata alle tax expenditures?Lotteria degli scontrini senza detrazioni. Se si decide di tentare la sorte nella speranza di vincere il monte premio messo in palio dallo Stato di 5 milioni di euro, si devono salutare tutte le detrazioni e deduzioni spettanti sul 730. E questo perché gli esercenti non possono registrare, per uno stesso documento commerciale, sia il codice fiscale che quello lotteria. O l’uno o l’altro. Scelta fatta, secondo l’Agenzia delle entrate, per evitare «la memorizzazione e profilazione degli acquisti dei cittadini». Motivazione alquanto strana se si pensa che per ottenere il bar-code, da far scansionare ai commercianti per partecipare all’estrazione, si deve digitale il proprio codice fiscale. E questo porta alla conseguenza che al pass lotteria corrisponde immediatamente l’identificativo personale di ciascun contribuente. Detto ciò, questa scelta implica che se si va in farmacia, parafarmacia, da un ottico o in qualsiasi altro esercizio per cui si portano in detrazione gli oggetti o i servizi comprati, si deve scegliere al momento se tentare la sorte con la lotteria oppure detrarre la spesa. Si deve inoltre anche essere fortunati nell’incontrare un commerciante che al momento del pagamento ha tempo e voglia di spiegare bene le opzioni al cliente. La buona sorte, nell’imbattersi in un esercente ben disposto, in questo caso è indispensabile, dato che questi non sono né i portavoce del governo né dell’Agenzia delle entrate. E non sono tenuti a dare spiegazioni sui meccanismi fiscali della lotteria degli scontrini ad ogni singolo cliente. Da ricordare inoltre che per mettere in moto tutto questo hanno dovuto sostenere costi fino a 300 euro per l’installazione, l’aggiornamento del software e dello scanner per la lettura del codice lotteria. Spesa che visto il momento economico in corso può pesare anche enormemente. Se invece la fortuna non assiste e il commerciante non dice niente al cliente, che fa vedere subito il codice lotteria, si perderanno in automatico le detrazioni. E la consapevolezza la si avrà soltanto l’anno dopo guardando il 730, quando oramai non si potrà più fare niente. L’unica certezza sarà una bolletta fiscale non ammortizzata dai soliti sgravi.A pensare male si potrebbe avanzare l’ipotesi che questo meccanismo perverso sia stato messo in piedi per cercare di dare una falciata alle spese derivanti dalle tax expenditures, dato che oramai si è perso il conto del peso che queste hanno effettivamente sul bilancio dello Stato. Stando infatti all’analisi prodotta dall’Ufficio valutazione di impatto del Senato, sul 67,5% delle spese erariali non sono disponibili informazioni complete. Il pensiero viene anche perché questo meccanismo della scelta non è stato spiegato agli italiani durante i mesi che hanno preceduto l’entra in vigore della lotteria degli scontrini. Ma neanche successivamente. Si è fatto passare il concetto che in qualunque esercizio commerciale si andasse si sarebbe potuto tentare la fortuna. Peccato che non sia così. Tra l’altro, osservando meglio le categorie escluse dalla lotteria (se si vuole ottenere la detrazione), si nota che sono proprio quelle maggiormente sfruttate dagli italiani. Quella riguardate le spese sanitarie, stando all’ultimo rapporto pubblicato dall’impact assessment office del Senato, è la seconda misura più usata dai contribuenti. I dati dicono infatti che ci sono solo due agevolazioni che coinvolgono più di 10 milioni di cittadini. E una di queste è rappresentata proprio delle spese sanitarie, chiesta da 16,9 milioni di persone. Ha effetti finanziari pari a 180 euro per ogni contribuente e pesa sul bilancio dello stato per 3.051 milioni. Eppure, se si va in farmacia per comprare un farmaco si deve scegliere: o la lotteria degli scontrini o la certezza della detrazione nel 730 dell’anno successivo. Ma perché non chiarire fin dal principio che questo strumento portava con sé delle complicazioni? Forse per la ragione che ci sarebbe stata poca adesione da parte degli italiani, sapendo che c’erano in gioco le loro detrazioni e deduzioni? Ma i problemi non finiscono qua, perché accanto a tutti quegli esercizi i cui prodotti/servizi possono alleggerire il carico della bolletta fiscale ci sono anche altri posti in cui la lotteria degli scontrini non può essere usata. E in questo caso parliamo dei benzinai, dei biglietti del cinema o del teatro. Il motivo questa volta è legato al fatto che le categorie citate non hanno l’obbligo dei corrispettivi telematici. Non avendo dunque la cassa abilitata non possono far partecipare i clienti alla lotteria. Restano dunque pochi luoghi che permettono di tentare la sorte con il gioco dello Stato, (ristoranti, supermercati e bar) tenendo conto che l’Italia è il Paese delle detrazioni. Nell’ultima rivelazione, che esclude il 2020, se ne contano 610 con un impatto per ben 76,5 miliardi di euro per le casse dello Stato.
Svitlana Grynchuk (Ansa)
Scoperta una maxi rete di corruzione. L’entourage presidenziale: «Colpa di Mosca» Da Bruxelles arrivano ancora 6 miliardi, ma crescono i dubbi sull’uso degli asset russi
Manfredi Catella (Ansa)
La Cassazione conferma la revoca degli arresti e «grazia» l’ex assessore Tancredi.
La decisione della Corte di Cassazione che ha confermato la revoca degli arresti domiciliari per Manfredi Catella, Salvatore Scandurra e gli altri indagati (e annullato le misure interdittive verso l’ex assessore Giancarlo Tancredi, l’ex presidente della commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni e l’architetto Federico Pella) rappresenta un passaggio favorevole alle difese nell’inchiesta urbanistica milanese. Secondo i giudici, che hanno respinto il ricorso dei pm, il quadro indiziario relativo al presunto sistema di pressioni e corruzione non era sufficiente per applicare misure cautelari.
Giorgia Meloni (Ansa)
Il premier: «Tirana si comporta già come una nazione membro dell’Unione europea».
Il primo vertice intergovernativo tra Italia e Albania si trasforma in una nuova occasione per rinsaldare l’amicizia tra Roma e Tirana e tradurre un’amicizia in una «fratellanza», come detto dal primo ministro Edy Rama, che ha definito Giorgia Meloni una «sorella». «È una giornata che per le nostre relazioni si può definire storica», ha dichiarato Meloni davanti alla stampa. «È una cooperazione che parte da un’amicizia che viene da lontano ma che oggi vuole essere una cooperazione più sistemica. C’è la volontà di interagire in maniera sempre più strutturata su tanti temi: dalla difesa, alla protezione civile, dalla sicurezza, all’economia fino alla finanza».
Il direttore del «Corriere della Sera» Luciano Fontana (Imagoeconomica)
Se il punto è la propaganda, ogni leader è sospetto. Il precedente dell’inviato Rai, Marc Innaro, che più volte ha rivelato di avere proposto un’intervista a Lavrov. Risposta dei vertici dell’azienda: «Non diamo loro voce».
«Domandare è lecito, rispondere è cortesia». Il motto gozzaniano delle nostre nonne torna d’attualità nella querelle fra Corriere della Sera e Sergej Lavrov riguardo all’intervista con domande preconfezionate, poi cancellata dalla direzione che si è rifiutata di pubblicarla dopo aver letto «il testo sterminato, pieno di accuse e tesi propagandistiche». Motivazione legittima e singolare, perché è difficile immaginare che il ministro degli Esteri russo potesse rivelare: è tutta colpa nostra, L’Europa non aveva scelta, Le sanzioni sono una giusta punizione. Troppa grazia.






