2025-11-14
La tangentopoli ucraina imbarazza l’Europa Che però invia altri denari
Ll’ex ministro dell’Energia Svitlana Grynchuk (Ansa)
Scoperta una maxi rete di corruzione. L’entourage presidenziale: «Colpa di Mosca». Da Bruxelles arrivano ancora 6 miliardi, ma crescono i dubbi sull’uso degli asset russi.Quando gli investigatori dell’Ufficio nazionale anticorruzione (Nabu) hanno aperto il fascicolo dell’operazione «Mida» di sicuro non si immaginavano di imbattersi in una struttura capace di gestire come un feudo privato uno dei settori più sensibili dell’Ucraina: il sistema elettrico nazionale. Quindici mesi di intercettazioni telefoniche e ambientali, sopralluoghi e documentazione sequestrata hanno rivelato un apparato clandestino che drenava denaro dagli appalti di Energoatom, la società pubblica che controlla tutte le centrali nucleari del Paese. Una rete che, secondo gli inquirenti, sottraeva percentuali fisse dagli appalti (tra il 10 e il 15%) trasformando ogni contratto in una fonte di arricchimento illecito mentre la popolazione affrontava - e lo fa anche oggi- blackout continui e missili russi diretti sulle infrastrutture.Il meccanismo, battezzato «barriera», non si limitava a semplici tangenti: gli imprenditori venivano messi di fronte a un ricatto preciso. Pagare oppure rischiare il blocco dei lavori, la cancellazione dagli elenchi dei fornitori e perfino pressioni sui propri dipendenti tramite canali militari. Con la mobilitazione in corso bastava la minaccia di una chiamata al fronte a convincere le aziende a cedere. L’indagine punta molto in alto, fino ai piani più vicini alla presidenza. Tra gli indagati figurano German Galushchenko, già ministro dell’Energia e della Giustizia, e il suo storico consigliere Ihor Myronyuk, in passato vicedirettore del Fondo di proprietà statale oltre l’ex ministro dell’Energia Svitlana Grynchuk. Ma a dominare il quadro è soprattutto Timur Mindich, imprenditore legato da un rapporto quasi familiare a Volodymyr Zelensky: socio negli anni di Kvartal 95, il gruppo che lanciò la carriera televisiva del futuro presidente. Secondo il Nabu, Mindich e i suoi collaboratori hanno costruito una sorta di direzione parallela a Energoatom, capace di influenzarne scelte interne, acquisti e nomine apicali. Il gruppo, composto anche da specialisti nel riciclaggio, avrebbe dirottato almeno cento milioni di dollari destinati alla protezione del sistema energetico. Una cifra enorme se contestualizzata: la stessa sicurezza che Zelensky ha accusato più volte di non essere adeguatamente garantita, puntando il dito contro il sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko, suo storico rivale politico. Le registrazioni raccolte dagli investigatori - oltre mille ore - delineano un ambiente dove la normalità era discutere appalti miliardari come se fossero una cassa comune personale. Il caso esplode in un momento già delicatissimo per Zelensky, che negli ultimi due anni ha visto cadere, uno dopo l’altro, dirigenti di primo piano coinvolti in episodi di corruzione: dall’ex ministro della Difesa Reznikov al procuratore generale Kostin, dal viceministro Lozynskyi - arrestato con una tangente da 400.000 dollari - al vicecapo dell’Ufficio presidenziale Kyrylo Tymoshenko. L’inchiesta Mida appare molto diversa dalle altre: per la prima volta la corruzione sfiora direttamente la rete dei rapporti personali del presidente ucraino. Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podoliak ha definito lo scandalo «un’eredità logica del passato», ricordando come il Cremlino avesse costruito per decenni un sistema pensato per mantenere Kiev sotto la propria influenza, anche attraverso pratiche corruttive che a suo dire ancora oggi lasciano tracce. In un messaggio su Telegram, Podoliak ha però insistito sul fatto che il contesto odierno è «radicalmente diverso»: il nodo centrale della vicenda, ha spiegato, è che il nuovo apparato anticorruzione creato dopo il 2014 «sta funzionando». Ma la difesa appare piuttosto debole. Timur Mindich, intanto, si è reso irreperibile. Quando il Nabu ha bussato alla sua porta l’imprenditore aveva già lasciato l’Ucraina. Non è la prima volta: già negli anni precedenti aveva trovato rifugio all’estero mentre altre procure indagavano su investimenti nei diamanti, operazioni offshore e contratti pubblici sui droni militari. I Pandora Papers lo avevano collocato al centro di un sistema di società cipriote legate alla galassia Kvartal 95, e lo stesso Ihor Kolomojsky potente oligarca - oggi in carcere - era stato indicato come uno dei suoi sponsor. In questo scenario arriva il dibattito europeo sui nuovi aiuti a Kiev. Il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha confermato un nuovo pacchetto da quasi 6 miliardi di euro e ribadito che l’Ue contribuirà a proteggere le infrastrutture critiche ucraine attraverso energia esportata, nuovi sistemi anti-drone e fondi per la ricostruzione. Bruxelles sta anche valutando un piano per utilizzare gli asset russi congelati (circa 140-160 miliardi) come garanzia per nuovi prestiti ma non è una strada facilmente percorribile. Per questo ci sono nuove ipotesi su come l’Ue potrebbe finanziare il maxi prestito destinato a sostenere l’Ucraina nel 2025, sia sul fronte militare sia per il funzionamento dello Stato. Accanto alla proposta iniziale della Commissione, che puntava a utilizzare indirettamente i 140 miliardi di asset russi congelati in Europa, Bruxelles sta ora valutando due ulteriori strade: l’emissione di debito comune europeo oppure, in alternativa, vere e proprie sovvenzioni invece di un prestito difficilmente rimborsabile da Kiev. Sia Ursula von der Leyen, intervenuta alla plenaria del Parlamento europeo, sia il commissario Valdis Dombrovskis, al termine dell’Ecofin, hanno riconosciuto che l’opzione legata agli asset russi è diventata molto più complessa del previsto e più onerosa di un prestito tradizionale. Qualunque sarà il meccanismo individuato, Bruxelles garantirà comunque «le risorse necessarie a sostenere Kiev nei prossimi anni», ha assicurato il presidente della Commissione, sottolineando che l’obiettivo è anche inviare a Mosca un segnale inequivocabile: «La strategia del logoramento non porterà vantaggi al Cremlino». Lo scandalo però potrebbe travolgere anche Volodymyr Zelensky, che secondo alcuni osservatori «non poteva non sapere».