2024-03-01
Su Paramount+ il reality trash di «Italia Shore»
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Lo show, prodotto da Fremantle, andrà in onda sulla piattaforma Paramount+ a partire da lunedì 4 marzo.L’anacronismo di un programma televisivo non è una questione di grande rilevanza. Eppure, nel passare in rassegna i grandi titoli dei nostri palinsesti, ci si scopre inermi davanti allo sconforto, alla consapevolezza di quanto lenta, spesso arretrata e fuori dal tempo si trovi a essere la televisione italiana. La stessa televisione che, forzatamente cieca davanti all’evidenza degli anni passati, ha annunciato la messa in onda di Italia Shore. Il comunicato stampa ha parlato, con toni trionfali, di una «prima versione locale del popolare show di Mtv», lo show che nel 2009 - volenti o nolenti i critici - ha scritto un pezzetto di storia televisiva. «I nuovi membri della famiglia Shores promettono di essere un'entusiasmante aggiunta al franchise più amato dai fan», ha scritto la produzione, facendo riferimenti vaghi ad un «docureality», i cui protagonisti saranno chiamati a vivere una «vacanza indimenticabile in una villa mozzafiato sulla costa laziale». Dove tutto faranno fuorché produrre l’effetto dirompente che è stato degli originali, di Snooki e J-Woww, delle corse in ciabatte da rana sulla spiaggia di Miami, degli arresti e delle testate date a muri italiani, muri in pietra, ben più duri di quelli in cartongesso usati in America.Italia Shore, prodotto da Fremantle perché possa andare in onda su Paramount+ a partire dal 4 marzo, potrà cercare e avere gli effetti speciali più speciali dell’universo mondo. Ma, ugualmente, sarà un fiasco, figlio di un tempismo goffo e imbarazzato. Avremmo dovuto farlo, se avessimo voluto, quando lo hanno fatto gli altri: negli anni di Mike «The Situation» Sorrentino, quando il mantra del «Gtl», «Gym, tan, laundry» («Palestra, abbronzatura, bucato») ha attraversato l’Oceano ed è arrivato in Italia. Avremmo dovuto farlo con l’Inghilterra, quando i guidos, gli italo-americani del Jersey Shore, sono stati sostituiti dai geordies del Geordie Shore, coatti di New Castle, capaci di bere quanto un essere umano può solo immaginare. Avremmo potuto farlo un filo più tardi, quando Elettra Lamborghini ha preso parte alla versione spagnola dello Shore e del presupposto originario è rimasto poco: il lavoro fatto controvoglia, la convivenza fra single in villa, le feste, le bevute, i drammi conditi da amplessi e rigurgiti, verbali e alcolici. Avremmo dovuto accodarci. Tuttavia, la pudicizia e l’incapacità di cogliere il momento hanno tarpato le nostre scandalose ali. E non ci sarebbe stato nulla di male, niente da eccepire se ci fossimo fermati qui, alla strenua decisione di non seguire la massa. Invece, qualcos’altro si è mosso: un principio di vergogna, la «fomo» («fear of missing out»), la paura di restare indietro degli americani. E nell’affannoso tentativo di apparire fichi agli occhi del mondo ci siamo arenati.Italia Shore è in ritardo di oltre un decennio. Così in ritardo da aver perso il treno molesto delle mode. Nessuno, negli Shores, si ubriaca più. Sono cresciuti i ragazzi sciamannati. Hanno avuto figli, matrimoni. Hanno costruito case e attività e ripercorso, in reunion vagamente rigide, i propri anni folli. Sorrisi stiracchiati hanno accompagnato la rilettura degli episodi più emblematici. Un senso di assoluzione ha saturato l’aria dei ritrovi. Gli scapestrati sono stati redenti. Italia Shore, dunque, non sarà quel il comunicato stampa promette, «un’aggiunta entusiasmante alla famiglia degli Shores». Sarà Lindsay Lohan al party di Halloween di Mean Girls, lo strambo fuori contesto, arrivato alla festa quando ogni altro invitato ha ormai lasciato la pista per recuperare la giacca.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.