2024-12-24
Il paradosso dell’elettricità verde: non funziona anche quando funziona
Gli impianti fotovoltaici non creano problemi solo in Germania, ma per ragioni opposte pure in Australia: se c’è troppo sole, la produzione in eccesso causa instabilità alla rete. Il nodo è nella capacità di accumulo.Puntare esclusivamente sulle fonti rinnovabili può rivelarsi un boomerang. L’ossessione per tutto ciò che è green comincia a produrre effetti negativi. Ed è solo l’inizio. È quanto accade in Australia che sull’energia solare avrebbe voluto porsi come un modello ma che sta sperimentando quanto possa essere illusorio e soprattutto dannoso abbandonare le fonti fossili. Al punto che l’Aemo, l’Australian energy market operator, l’autorità di rete locale, sta valutando di spegnere gli impianti fotovoltaici quando producono troppo perché rendono instabile la rete. Ma come, non si era detto che l’obiettivo era di affidarci totalmente alle rinnovabili? A quanto pare non è possibile a meno di mandare in tilt il sistema. In un rapporto pubblicato ai primi di dicembre, l’Aemo ha dichiarato di avere bisogno di poteri di «backstop» di emergenza per staccare dalla rete gli impianti solari, in quanto questi mettono in grave pericolo la stabilità della rete elettrica del Paese. Quello che doveva essere un obiettivo virtuoso, cioè coprire il fabbisogno energetico solo con le rinnovabili, sta diventando un problema. Dal momento che non si possono comunque demolire gli impianti a gas, che lavorano di notte quando i pannelli solari sono inattivi, si viene a creare una produzione eccessiva che danneggia la stabilità della rete. Certo, ci si poteva pensare prima di incentivare la produzione solare ma l’ossessione green induce a procedere senza valutare gli effetti collaterali. Eppure già nel 2016 suonò un campanello d’allarme sul fatto che lastricare di pannelli solari tutto il Paese non avrebbe risolto ogni problema energetico. Una tempesta tranciò tre delle quattro principali linee elettriche con cui l’Australia meridionale, uno degli Stati federati del Paese, con capitale Adelaide, scambia energia con i vicini, indispensabili per il bilanciamento della rete. Il sistema energetico, basato per quasi la metà su fonti rinnovabili, non resse. Tutto lo Stato si ritrovò al buio, e ci vollero molti giorni per far tornare la luce in ogni casa.Il governo locale però non si fece impressionare e invece di tornare ai fossili, continuò in modo pervicace sulla strada delle rinnovabili. Il problema della sovrapproduzione si ha soprattutto in primavera, quando la produzione solare si impenna con l’allungarsi delle giornate più soleggiate, mentre la domanda cala perché le temperature miti non inducono ad accendere i condizionatori.Accade quindi che spesso ad Adelaide si produca più energia solare di quanta se ne possa utilizzare e questo mette sotto stress la rete, anche in considerazione del relativo isolamento della città.La possibilità di arrivare allo spegnimento forzato degli impianti esiste già in alcuni Stati dell’Australia ma il problema è diventato talmente urgente che l’Aemo ha chiesto di estendere il suo potere su tutto il Paese.Questa realtà è poco conosciuta all’estero dove l’Australia con gli oltre 4 milioni di impianti solari installati sui tetti di abitazioni e aziende resta un modello di transizione energetica e di rispetto dell’ambiente.In Europa però le rinnovabili non sfondano. La congestione della rete e la mancanza di sistemi di accumulo sono i fattori di resistenza. L’annuale Eu Market Outlook for Solar Power di Solarpower Europe mostra, infatti, un rallentamento del settore che è passato da un aumento del 53% nel 2023 ad appena un + 4% quest’anno.La scelta delle rinnovabili e la fuga dai fossili e dal nucleare la sta pagando a caro prezzo la Germania che, essendo dipendente dal gas russo, ha avuto un brusco risveglio con la guerra in Ucraina. Non solo. La spinta all’eolico e al solare da un lato ha provocato una mancanza di energia quando il meteo è avverso, dall’altro gli stessi problemi di sovrapproduzione dell’Australia. La capacità solare totale ha superato di quasi 30 Gw la domanda media. Si potrebbe dire «Bello, non serve più produrre energia e le bollette scendono», ma in realtà gran parte dell’energia solare prodotta in Germania è dovuta a impianti privati che immettono in rete, sulla quale non si ha alcun controllo. Un picco di produzione implica che qualche fonte di energia deve spegnersi, ma la legge tedesca proibisce lo stop delle rinnovabili e quindi dovrebbero essere le centrali convenzionali a ridurre le loro produzione. Le grandi centrali elettriche, che usano ancora combustibili fossili, non possono però tagliare la produzione per poche ore, avendo tempi di accensione e spegnimento lunghi, e le uniche che potrebbero garantire tempi di accensione e spegnimento brevi, così da poter modulare l’erogazione, sono quella a gas naturale ma questo arriva dall’estero. Oggi in Italia l’energia viene pagata al prezzo del Pun (prezzo unico nazionale), che è una sorta di media, ma se venisse pagata con una tariffa «oraria» nei prossimi anni chi produce energia con il proprio impianto e la vende potrebbe non guadagnarci nulla. Un bel pasticcio, altro che fantomatici vantaggi...