2018-04-25
Il socio in affari indagato con i Renzi «Papà Tiziano con i politici aiutava...»
L'immobiliarista Luigi Dagostino che ha pagato le maxi fatture alla famiglia: «Il figlio era premier, tutti volevano stare con loro». Perciò si portava appresso il babbo: «Condizionamento psicologico, come l'arbitro che dà rigore alla Juve».Esibiva Tiziano Renzi in pranzi e cene d'affari per incutere «sudditanza psicologica» negli interlocutori, soprattutto ai politici. È questa in sostanza la giustificazione che fornisce alla Verità l'immobiliarista barlettano Luigi Dagostino, che secondo la Procura di Firenze avrebbe versato 195.200 euro ai genitori dell'ex premier in cambio di fatture false. Dagostino, 51 anni, contattato al telefono, inizialmente non vorrebbe rilasciare dichiarazioni, ma poi qualche battuta se la lascia scappare. Lui e i genitori di Renzi sono indagati per l'emissione e l'utilizzo della documentazione farlocca, non per i soldi inviati da Dagostino a Rignano sull'Arno. Quel tesoretto al momento non viene contestato penalmente perché un privato (Dagostino) può regalare i soldi a chi vuole. Sebbene sarebbe interessante capire il motivo di tanta immotivata generosità. Ieri il nostro giornale ha raccontato che Dagostino, tra giugno e novembre 2015, mentre versava denaro alla famiglia dell'ex premier per progetti mai realizzati, girava l'Italia con Tiziano in vista dell'apertura di numerosi outlet del lusso. Gli investigatori hanno segnalato ai pm i suoi appuntamenti con Renzi senior. Che cosa avete fatto insieme? Per esempio lei lo ha portato dal proprietario di un autosalone…«Gliel'ho presentato perché doveva comprare un furgone. Io quel signore lo conosco da 10 anni e compro lì le auto, mi fa i prezzi buoni». Perché avete incontrato due volte l'allora senatore del Pd Nicola Latorre? «(Dagostino traccheggia un po') perché c'è Tiziano Renzi con Latorre? Uhm… Perché Latorre è passato… Penso… Non mi ricordo… Quando passò da D'Alema a Renzi… forse era quel periodo là».E che c'entrava Tiziano? Le ha presentato Latorre?«Ma se è del paese mio, è una vita che lo conosco…»E allora a che cosa serviva Renzi senior?«E vabbè non è che io adesso le posso raccontare tutto…»Avete incontrato anche un commercialista di Fasano, dove lei voleva costruire un outlet. Quel professionista era in procinto di candidarsi alle primarie del centrosinistra…«Uhm, non era nemmeno del Pd. Lo conosco perché mi ha venduto casa sua a Fasano e mi ha fatto acquistare il terreno per il centro commerciale».A quell'incontro lei ha annotato che c'era anche il magistrato barese Cosimo Bottazzi, la toga finita sui giornali per una cena con alcune delle ragazze arruolate da Gianpaolo Tarantini…«Non credo che abbia incontrato Tiziano… Non lo so, non mi ricordo. Comunque tutte le cose che sta leggendo sono oggetto di una memoria, di un interrogatorio che andrò a fare, su questo non le posso dire nulla, anche perché l'avvocato mi ha detto giustamente di non dire nulla». Altro incontro con Filippo Caracciolo, ex assessore Pd della giunta di Michele Emiliano. Si è dimesso dopo essere stato inquisito per corruzione e turbativa d'asta.«Lui lo conosco da una vita. È di Barletta come me». Eravate tutti e tre nell'esclusiva e famosa masseria Bucadue…«Famosa… Era mia, ora l'ho venduta». Gli investigatori hanno inserito tutti questi appuntamenti nello stesso prospetto che ricostruiva i pagamenti a Tiziano Renzi. Evidentemente sospettano che lei lo pagasse come lobbista. «Quando presenteremo la memoria capirete. È una storia questa che ha una rilevanza pari allo zero. Mediaticamente può essere interessante, ma secondo me si sta parlando del niente. Dal punto di vista giudiziario non c'è notizia».Sostiene che se lei avesse pagato Renzi senior per fare il lobbista a livello penale non sarebbe neppure reato?«Al di là di tutto stiamo parlando di una roba del 2015, siamo nel 2018, prima che si vada al processo ci vorrà del tempo e il massimo della pena di quella roba là può essere tre anni…»Sta parlando del traffico di influenze illecite giusto?«Sììì… Stiamo discutendo del nulla». La vicenda assomiglia a quella contestata a babbo Renzi nell'inchiesta Consip.«Non è la stessa storia, la Consip riguarda la pubblica amministrazione. Se io pago tizio e caio per avere un appalto pubblico, cazzo se quello non è reato. Ma i magistrati lo sanno benissimo e io gliel'ho già detto anche ai finanzieri: io in vita mia non ho mai emesso una fattura a un ente pubblico. Se dicono: “Hai pagato Renzi per ottenere quello…", gli manca l'oggetto…»L'oggetto potrebbero essere le concessioni per gli outlet e i permessi nei vari Comuni.«Non esiste una concessione rilasciata dopo che ho fatto la conoscenza di Renzi. L'ultima per The Mall (l'outlet di Reggello a due passi da Rignano sull'Arno, ndr) è del 2013». A Fasano la situazione la state sbloccando adesso con l'amministrazione di centrosinistra.«Ma noi stiamo operando in un'area che aveva già la destinazione commerciale. E la licenza a me l'ha data un commissario prefettizio, non lo dimentichi. Potevo fare un accordo su un'area non destinata, ma non l'ho fatto». Però qualche problema burocratico a Fasano c'è stato.«Sa perché? Quando hanno visto che ero indagato e tutto il resto, hanno cercato di capire quello che stava succedendo. Comunque non credo proprio che alla fine faremo quell'outlet perché nel frattempo ci è scaduto il contratto con la Kering».Non mi stupisce: il suo vecchio socio d'affari è un loro ex manager che adesso sta accusando il gruppo di diversi reati. «Sta dicendo la verità e la Kering gli pagherà diversi milioni di euro». Ma voi non lavorerete più con loro.«È così». Perché lei portava in giro Renzi come una Madonna pellegrina a incontrare i politici?«(Silenzio) Perché faceva parte del lavoro di Tiziano Renzi, quello della lobby, di portare magari i politici, diciamo… Parliamoci chiaramente: era un'epoca quella dove incontravi un tale per strada e voleva stare con Renzi, è inutile che facciate finta che non fosse così». Tutti volevano Renzi…«Qualcuno magari mi chiamava e diceva: “Oh sai volevo parlare, ho questa idea, ho questa cosa". Alla fine è un lobbismo, ma è un lobbismo del cazzo. Problemi per cose avute da Renzi non ne ho. Forse ho fatto più favori di quelli che ho ricevuto. Ma favori nell'ambito del privato, non nell'ambito del pubblico. Un anno e mezzo di indagini per arrivare a questo, insomma». Beh, il collegamento tra gli incontri coi politici e il pagamento di quasi 200.000 euro al signor Tiziano mi pare qualcosa di concreto. «Guardi che persone segnate nell'agenda le conoscevo già tutte da una vita. Tiziano non mi ha presentato nessuno di nuovo…»Però arrivare a una riunione accompagnato dal padre del premier è un'altra cosa. Averlo come consulente cambia un po' la prospettiva negli interlocutori, me lo deve concedere…«Ho già ammesso che in quel periodo tutti cercavano Renzi». E il padre era il suo biglietto da visita…«Biglietto da visita non direi. Lo facevo per… Come l'arbitro che dà il rigore alla Juventus per condizionamento psicologico…»Sta dicendo che in questo Paese c'è sudditanza psicologica nei confronti dei potenti?«Esatto. Se mio figlio sta male e vado in ospedale, il fatto di dire conosco il professor tal dei tali e ottenere una visita dieci giorni prima, è normale: lo fa il finanziere, lo fa il magistrato».A proposito di magistrati, come conosce Bottazzi?«Le realtà di Fasano e Barletta sono diverse rispetto a Roma e Milano. Ci si frequenta più facilmente. Vai a una festa o a una cena e conosci tutti: “Piacere sono quello che deve costruire The Mall". Comunque anche a Roma si fanno le riunioni politiche nei salotti, mica in Parlamento. Le ha fatte Renzi, come Berlusconi. Se no davvero si scopre l'acqua calda. Questa è una cosa, diverso è dire tu mi dai un appalto e io ti do tot». Adesso quasi certamente i magistrati chiederanno il rinvio a giudizio per lei e i genitori di Renzi.«Lo ribadisco: stiamo parlando del nulla. È normale che dopo un anno e mezzo di indagini qualcosa i pm dovevano contestare. Il processo ci sarà, anche perché Tiziano vuole andarci, ma credo che i pm non la vinceranno».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
Continua a leggereRiduci