Omofobia Roma, Pro Vita e Famiglia: «Ci mancava il murale-marchetta alla comunità Lgbtqia+»

Omofobia Roma, Pro Vita e Famiglia: «Ci mancava il murale-marchetta alla comunità Lgbtqia+»

«Ma quale colossale opera d'arte anti smog nella Capitale, è l'ennesima propaganda Lgbtqia+ che volta le spalle al senso comune dei romani. Con la scusa che il messaggio è legato 'alla necessità, di ogni persona di sentirsi libera di essere ciò che è, ciò che vorrebbe essere, ciò che sarà, in realtà si impone un pensiero unico, si propone la liquidità come modello e si discrimina i cittadini che non credono alle panzane di una lobby potente e prepotente» ha dichiarato Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus, sul murale anti-inquinamento apparso a Roma che vede un uomo ed una donna avvolti da un drappo bianco, che indossano gli stessi monili come fossero parte di un unico corpo e guardano fissi nella medesima direzione.

«Il progetto guarda caso ha il patrocinio del Municipio VIII e può fregiarsi della collaborazione del vicino Circolo Mario Mieli. La solita marchetta di cui non interessa nulla agli italiani visto che in questo momento vivono anche una pesante crisi lavorativa oltre a gravi disagi sociali. È solo una pubblicità arcobaleno che divide le persone, altro che le unisce» ha continuato Pro Vita e Famiglia Onlus.

«Alla Raggi, tanto attenta a chiedere di rimuovere i nostri cartelloni, chiediamo almeno un'esame di coscienza: mamma e papà o un bambino in pancia erano violenti, questa immagine e questo messaggio invece sono rispettosi di tutte le osservanze religiose, di tutte le idee e opinioni?» ha concluso Jacopo Coghe, vice presidente della Onlus.

«Vacanze romane» tra sacro e profano: monumenti iconici e quartieri autentici
Il Tempio di Esculapio, all’interno del parco di Villa Borghese (IStock)
La capitale in versione insolita: in giro dal ghetto ebraico a Villa Borghese, tra tramonti, osterie e nuovi indirizzi.
Love, peace & Hitler. L’ignota passione delle grandi rockstar per il Terzo Reich
John Lennon e la cover del libro di Daniel Rachel (Getty Images)
Un saggio riscrive la storia della musica: Lennon si ritraeva come il Führer e Clapton amava il superconservatore Powell.

L’ultimo è stato Fedez: dichiarando di preferire Mario Adinolfi ad Alessandro Zan e scaricando il mondo progressista che ne aveva fatto un opinion leader laburista, il rapper milanese ha dimostrato per l’ennesima volta quanto sia avventata la fiducia politica riposta in un artista. Una considerazione che vale anche retrospettivamente. Certo, la narrazione sul rock come palestra delle lotte per i diritti è consolidata. Non di meno, nasconde zone d’ombra interessanti.

Carofiglio, il samurai della giustezza in camicia bianca
Gianrico Carofiglio (Ansa)
Magistrato, politico in quota Pd per un breve periodo e romanziere. Si fa predicatore del «potere della gentilezza» a colpi di karate. Dai banchi del liceo insieme con Michele Emiliano, l’ex pm barese si è intrufolato nella cricca degli intellò scopiazzando Sciascia.
I veicoli elettrici non fanno calare la CO2
(IStock)
Pure la Francia fustiga l’ostinazione green di Bruxelles: il ministro Barbut, al Consiglio europeo sull’ambiente, ha detto che il taglio delle emissioni in Ue «non porta nulla». In Uk sono alle prese con le ambulanze «alla spina»: costate un salasso, sono inefficienti.

Con la Cop 30 in partenza domani in Brasile, pare che alcuni Paesi europei si stiano svegliando dall’illusione green, realizzando che l’ambizioso taglio delle emissioni in Europa non avrà alcun impatto rilevante sullo stato di salute del pianeta visto che il resto del mondo continua a inquinare. Ciò emerge dalle oltre 24 ore di trattative a Bruxelles per accordarsi sui target dell’Ue per il clima, con alcune dichiarazioni che parlano chiaro.

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