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Omofobia, PV&F ribatte a Zan: «Caro Alessandro, allora urge una legge anche sull’odio contro i prolife»

Omofobia, PV&F ribatte a Zan: «Caro Alessandro, allora urge una legge anche sull’odio contro i prolife»

«Prolifefobia, ne avete mai sentito parlare? No, perché al contrario della lobby LGBT noi non chiediamo una legge quando veniamo minacciati o insultati pesantemente. Le minacce al relatore della legge sull'omotransfobia invece ci sembrano solo strumentali per l'approvazione di una legge liberticida. Caro Zan, esiste un odio di seria A e un odio di serie B? Leggi (nell'immagine vengono riportati solo alcuni insulti ricevuti sui nostri social come "è bellissimo vedervi coperti di m...") che commenti cristianofobi e vergognosi arrivano a noi, così se vuoi parlare di prove le mettiamo tutte sul tavolo" hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita e Famiglia onlus in merito alle ultime dichiarazioni del primo firmatario del ddl contro l'omofobia Alessandro Zan che, insultato, ha parlato di un'ulteriore prova di quanto nel nostro Paese ci sia bisogno di una legge del genere.

«Con una legge come quella che hanno in mente Zan e i suoi amici - hanno concluso Brandi e Coghe - si contribuirà a rendere sempre più "invisibili" le associazioni e le persone che come noi vengono intimidite giornalmente. E tutto questo sarebbe fatto a favore di una "categoria" che per norma dovrebbe essere più protetta delle altre, ma in valore di quale differenza se siamo tutti uguali davanti alla legge? Proprio per questo esistono già gli strumenti di intervento, per punire tutti coloro che si esprimono con odio e minacce. Quindi on. Zan la smetta di strumentalizzare gli insulti ricevuti, perché non è l'unico ad essere deriso e preso di mira con gravi e assurde parole».

Casarini guida i migranti verso la rivolta
Luca Casarini. Nel riquadro, il manifesto abusivo comparso a Milano (Ansa)
Il dissidente diventato credente sbotta contro il fermo dell’Ong Humanity 1: «Faremo fuggire gli innocenti che tenete prigionieri». A Milano invece spuntano dei manifesti anonimi con un vademecum in più lingue per gli irregolari per evitare che finiscano nei cpr.

Da tempo, Luca Casarini preferisce il mare alla terra ferma. Tolta la tuta bianca che lo aveva reso famoso, ha iniziato a indossare il salvagente e a navigare attorno alle coste della Libia alla disperata ricerca di migranti da salvare. Da disobbediente è diventato credente, anche se solo in ciò che gli fa comodo, imbarcando un don Chichì, per dirla con Giovannino Guareschi, come Mattia Ferrari.

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Trattati «smontati» per i soldi a Zelensky, non se servono per sanità e pensioni
Christine Lagarde (Ansa)
Bruxelles si arrovella per aggirare le regole e dare agli ucraini i 90 miliardi confiscati. Un’elasticità mai dimostrata sul welfare.

È noto da tempo che le regole Ue, dai Trattati in giù, siano dotate di eccezionale flessibilità, in modo da essere applicate ai nemici e interpretate per gli amici. Ma ciò che sta accadendo pur di erogare un prestito (di fatto un sussidio) all’Ucraina rischia davvero di superare ogni limite di fantasia legale e finanziaria.

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Putin si fermerà solo se Kiev lascia il Donbass
Sergio Mattarella: «Chi muove guerra non può evocare la pace». Giorgia Meloni lunedì a Berlino al vertice con Volodymyr Zelensky.

Resta per il momento aggrovigliato il processo di pace in Ucraina. Donald Trump si è mostrato disponibile verso delle garanzie di sicurezza nei confronti di Kiev ma ha al contempo ammesso che un accordo tra i belligeranti sia più lontano del previsto. «Daremmo una mano con la sicurezza perché è, credo, un fattore necessario», ha dichiarato il presidente americano, per poi aggiungere: «Pensavo che fossimo molto vicini a un accordo con la Russia. Pensavo che fossimo molto vicini a un accordo con l’Ucraina. In realtà, a parte il presidente Zelensky, la gente ha apprezzato l’idea dell’accordo».

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L’Ue si impicca: sì al blocco degli asset. L’Italia: «Ma siamo contrari a usarli»
Proteste degli ucraini a Bruxelles (Ansa)
Via libera definitivo al congelamento dei capitali russi. Roma specifica: «Come il Belgio, non vogliamo siano utilizzati per il prestito all’Ucraina». Valdis Dombrovskis sereno all’Ecofin: «Euroclear potrà compensare i sequestri».

La marcia di Bruxelles per utilizzare gli asset russi congelati prosegue imperterrita, nonostante le ripercussioni siano dietro l’angolo. E il primo step in tale direzione è stato raggiunto con il via libera ufficiale sul blocco a tempo indeterminato degli asset russi.

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