Omofobia, PV&F ribatte a Zan: «Caro Alessandro, allora urge una legge anche sull’odio contro i prolife»

Omofobia, PV&F ribatte a Zan: «Caro Alessandro, allora urge una legge anche sull’odio contro i prolife»

«Prolifefobia, ne avete mai sentito parlare? No, perché al contrario della lobby LGBT noi non chiediamo una legge quando veniamo minacciati o insultati pesantemente. Le minacce al relatore della legge sull'omotransfobia invece ci sembrano solo strumentali per l'approvazione di una legge liberticida. Caro Zan, esiste un odio di seria A e un odio di serie B? Leggi (nell'immagine vengono riportati solo alcuni insulti ricevuti sui nostri social come "è bellissimo vedervi coperti di m...") che commenti cristianofobi e vergognosi arrivano a noi, così se vuoi parlare di prove le mettiamo tutte sul tavolo" hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita e Famiglia onlus in merito alle ultime dichiarazioni del primo firmatario del ddl contro l'omofobia Alessandro Zan che, insultato, ha parlato di un'ulteriore prova di quanto nel nostro Paese ci sia bisogno di una legge del genere.

«Con una legge come quella che hanno in mente Zan e i suoi amici - hanno concluso Brandi e Coghe - si contribuirà a rendere sempre più "invisibili" le associazioni e le persone che come noi vengono intimidite giornalmente. E tutto questo sarebbe fatto a favore di una "categoria" che per norma dovrebbe essere più protetta delle altre, ma in valore di quale differenza se siamo tutti uguali davanti alla legge? Proprio per questo esistono già gli strumenti di intervento, per punire tutti coloro che si esprimono con odio e minacce. Quindi on. Zan la smetta di strumentalizzare gli insulti ricevuti, perché non è l'unico ad essere deriso e preso di mira con gravi e assurde parole».

Orchestra israeliana messa a tacere
La Philarmonie (Getty). Nel riquadro, l'assalto dei pro Pal
A Parigi i pro Pal interrompono con i fumogeni il concerto alla Philarmonie e creano il caos. Boicottato un cantante pop per lo stesso motivo. E l’estrema sinistra applaude.

In Francia l’avanzata dell’antisemitismo non si ferma. Giovedì sera un concerto di musica classica è stato interrotto da militanti pro Pal e, quasi nello stesso momento, un altro concerto, quello di un celebre cantante di origine ebraica, è stato minacciato di boicottaggio. In entrambi i casi, il partito di estrema sinistra La France Insoumise (Lfi) ha svolto un ruolo non indifferente.

Crosetto manda l’Onu in pensione. «Ha l’encefalogramma piatto»
Guido Crosetto (Cristian Castelnuovo)
Il ministro della Difesa interviene all’evento organizzato dalla «Verità» dedicato al tema della sicurezza con i vertici del comparto. Roberto Cingolani (Leonardo) e Nunzia Ciardi (Acn): bisogna prevenire le minacce con l’Ia.

Mai, come nel periodo storico nel quale stiamo vivendo, il mondo è stato più insicuro. Attualmente ci sono 61 conflitti armati attivi, il numero più alto dalla Seconda guerra mondiale, che coinvolgono oltre 92 Paesi. Ieri, a Roma, La Verità ha organizzato un evento dal titolo «Sicurezza, Difesa, Infrastrutture intelligenti», che ha analizzato punto per punto i temi caldi della questione con esponenti di spicco quali il ministro della Difesa Guido Crosetto intervistato dal direttore della Verità, Maurizio Belpietro.

trump orban nucleare
Donald trump e Viktor Orbán (Ansa)
Il premier ungherese è stato ricevuto a pranzo dall’inquilino della Casa Bianca. In agenda anche petrolio russo e guerra in Ucraina. Mosca contro l’Ue sui visti.

Ieri Viktor Orbán è stato ricevuto alla Casa Bianca da Donald Trump, che ha definito il premier ungherese «un grande leader». Di più: tessendo le sue lodi, il tycoon ci ha tenuto a sottolineare che «sull’immigrazione l’Europa ha fatto errori enormi, mentre Orbán non li ha fatti». Durante la visita, in particolare, è stato firmato un nuovo accordo di cooperazione nucleare tra Stati Uniti e Ungheria, destinato a rafforzare i legami energetici e tecnologici fra i due Paesi. In proposito, il ministro degli Esteri magiaro, Péter Szijjártó, ha sottolineato che la partnership con Washington non preclude il diritto di Budapest a mantenere rapporti con Mosca sul piano energetico. «Considerata la nostra realtà geografica, mantenere la possibilità di acquistare energia dalla Russia senza sanzioni o restrizioni legali è essenziale per la sicurezza energetica dell’Ungheria», ha dichiarato il ministro.

Denuncia i bivacchi degli immigrati. Attivista francese arrestato per odio
Bivacco di immigrati in Francia. Nel riquadro, Jean Eudes Gannat (Getty Images)
Inquietante caso di censura: prelevato dalla polizia per un video TikTok il figlio di un collaboratore storico di Jean-Marie Le Pen, Gannat. Intanto i media invitano la Sweeney a chiedere perdono per lo spot dei jeans.

Sarà pure che, come sostengono in molti, il wokismo è morto e il politicamente corretto ha subito qualche battuta d’arresto. Ma sembra proprio che la nefasta influenza da essi esercitata per anni sulla cultura occidentale abbia prodotto conseguenze pesanti e durature. Lo testimoniano due recentissimi casi di diversa portata ma di analoga origine. Il primo e più inquietante è quello che coinvolge Jean Eudes Gannat, trentunenne attivista e giornalista destrorso francese, figlio di Pascal Gannat, storico collaboratore di Jean-Marie Le Pen. Giovedì sera, Gannat è stato preso in custodia dalla polizia e trattenuto fino a ieri mattina, il tutto a causa di un video pubblicato su TikTok.

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