Omofobia, PV&F ribatte a Zan: «Caro Alessandro, allora urge una legge anche sull’odio contro i prolife»

Omofobia, PV&F ribatte a Zan: «Caro Alessandro, allora urge una legge anche sull’odio contro i prolife»

«Prolifefobia, ne avete mai sentito parlare? No, perché al contrario della lobby LGBT noi non chiediamo una legge quando veniamo minacciati o insultati pesantemente. Le minacce al relatore della legge sull'omotransfobia invece ci sembrano solo strumentali per l'approvazione di una legge liberticida. Caro Zan, esiste un odio di seria A e un odio di serie B? Leggi (nell'immagine vengono riportati solo alcuni insulti ricevuti sui nostri social come "è bellissimo vedervi coperti di m...") che commenti cristianofobi e vergognosi arrivano a noi, così se vuoi parlare di prove le mettiamo tutte sul tavolo" hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita e Famiglia onlus in merito alle ultime dichiarazioni del primo firmatario del ddl contro l'omofobia Alessandro Zan che, insultato, ha parlato di un'ulteriore prova di quanto nel nostro Paese ci sia bisogno di una legge del genere.

«Con una legge come quella che hanno in mente Zan e i suoi amici - hanno concluso Brandi e Coghe - si contribuirà a rendere sempre più "invisibili" le associazioni e le persone che come noi vengono intimidite giornalmente. E tutto questo sarebbe fatto a favore di una "categoria" che per norma dovrebbe essere più protetta delle altre, ma in valore di quale differenza se siamo tutti uguali davanti alla legge? Proprio per questo esistono già gli strumenti di intervento, per punire tutti coloro che si esprimono con odio e minacce. Quindi on. Zan la smetta di strumentalizzare gli insulti ricevuti, perché non è l'unico ad essere deriso e preso di mira con gravi e assurde parole».

«Siamo un brand elegante e solido. Uniamo l’artigianato e la ricerca»
Franco Zanellato
Lo stilista Franco Zanellato: «Il futuro? Evolvere senza snaturarsi e non inseguire il rumore, ma puntare su qualità e coerenza. Nel 2024 abbiamo rinnovato il marchio partendo dal Dna. Il digitale non è più soltanto un canale di vendita».

C’è un’eleganza silenziosa nel successo di Zanellato. In un panorama della moda che cambia rapidamente, tra nuove sensibilità e mercati in evoluzione, il brand fondato da Franco Zanellato continua a crescere con coerenza e autenticità, restando fedele ai valori del Made in Italy e a un’idea di lusso discreto e consapevole. Partito da Vicenza, ha saputo trasformare l’azienda di guanti di famiglia, in un luxury brand conosciuto in tutto il mondo. L’iconica Postina, simbolo di una femminilità raffinata e senza tempo, oggi dialoga con tre nuove borse che ampliano l’universo creativo della maison, interpretando con linguaggio contemporaneo il concetto di «Arte e mestieri» che da sempre ne definisce l’identità. Una visione che piace e convince. A trainare questa crescita, il mercato italiano e la piattaforma e-commerce, ma soprattutto una strategia che mette al centro la ricerca, l’equilibrio tra tradizione e innovazione, e un dialogo sempre più diretto con le donne che scelgono Zanellato per ciò che rappresenta: autenticità, bellezza, rispetto dei tempi e dei gesti, una filosofia che unisce artigianalità e design contemporaneo sempre vincente. Ne abbiamo parlato con Franco Zanellato per capire come si spiega questo successo e quale direzione prenderà l’azienda nei prossimi anni.

Castagna da romanzo. Da pane dei poveri a «musa» di letterati
iStock
Proviene dal «maiale degli alberi»: dalle foglie alla corteccia, non si butta niente. E i suoi frutti finiscono nelle opere d’arte.

Due sabati fa abbiamo lasciato la castagna in bocca a Plinio il Vecchio e al fior fiore dell’intellighenzia latina, Catone, Varrone, Virgilio, Ovidio, Apicio, Marziale, i quali hanno lodato e cantato il «pane dei poveri», titolo ampiamente meritato dal frutto che nel corso dei secoli ha sfamato intere popolazioni di contadini e montanari.

Finisce l’amore tra Pfizer e Biontech. Ora il business è negli antitumorali
Albert Bourla (Ansa)
Il colosso guidato da Bourla vende una quota della sua partecipazione nella casa tedesca. Un’operazione da 508 milioni di dollari che mette la parola fine sull’alleanza che ha dettato legge sui vaccini anti Covid.


Pfizer Inc vende una quota della sua partecipazione nella casa farmaceutica tedesca Biontech Se. Il colosso statunitense offre circa 4,55 milioni di American depositary receipts (Adr) tramite un collocamento accelerato, con un prezzo compreso tra 108 e 111,70 dollari per azione. L’operazione porterebbe a Pfizer circa 508 milioni di dollari, segnala la piattaforma di dati finanziari MarketScreener.

La Cgia sbertuccia Schlein & C. «Le patrimoniali esistono già»
Da sinistra, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Maurizio Landini (Ansa)

Secondo uno studio, solo nel 2024 hanno assicurato all’erario ben 51,2 miliardi di euro.

A sinistra c’è gente come Maurizio Landini, Elly Schlein o l’immancabile duo Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni che si sgola per denunciare il presunto squilibrio della pressione fiscale che grava sui cittadini e chiede a gran voce che i ricchi paghino di più, perché hanno più soldi. In parole povere: vogliono la patrimoniale. E sono tornati a chiederla a gran voce, negli ultimi giorni, come se fosse l’estrema ancora di salvataggio per il Paese.

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