2024-08-06
In Nuova Zelanda vaccini imposti con la forza
Il piano pandemico autorizza la polizia a fare «qualsiasi cosa ragionevolmente necessaria», compreso l’uso della coercizione, per somministrare «trattamenti sanitari preventivi» o eseguire tamponi e quarantene. La protesta: «Così si mina la democrazia».È dal piccolo laboratorio di quel «new world order» concepito dal World economic forum (Wef) di Klaus Schwab, la Nuova Zelanda, che sono appena arrivate le ultime direttive in vista della futura pandemia, ormai data per certa. Il governo di Wellington ha infatti approvato il nuovo piano pandemico nazionale, articolato in 219 pagine, dedicando a pagina 125 un capitolo ai famosi «Special powers» (i poteri speciali di cui le istituzioni potranno avvalersi in caso di emergenza pandemica) che sta già facendo discutere. È in questo capitolo, al paragrafo 71a, che il ministero della Salute ha stabilito che un ufficiale di polizia potrà fare «qualsiasi cosa ragionevolmente necessaria - compreso l’uso della forza» (sic!) per «aiutare un ufficiale medico sanitario o qualsiasi persona autorizzata a esercitare i suoi poteri e le sue funzioni di cui ai paragrafi 70 o 71», che comprendono la somministrazione di «trattamenti sanitari preventivi». In poche parole, sarà consentito l’uso della forza per vaccinare i cittadini. E se è vero che, sulla carta, l’Europa e l’Italia hanno poco a che spartire con la lontana Nuova Zelanda, è anche vero che i suoi dirigenti politici, a cominciare dall’ex premier Jacinda Ardern, sono esponenti di spicco del forum dei giovani leader globali (Young global leaders) del Wef insieme con politici che durante la pandemia si sono distinti per l’adozione, nei rispettivi Paesi, di misure particolarmente restrittive: non solo Ardern, dunque, ma anche Justin Trudeau in Canada, Emmanuel Macron in Francia e l’ex premier olandese e attuale segretario generale della Nato Mark Rutte. Tutti hanno adottato la stessa agenda. Ardern, nella fattispecie, è stata promotrice di obblighi vaccinali molto stretti mentre era premier, fa tuttora parte della comunità degli alumni dei giovani leader globali e interviene spesso agli eventi organizzati dal Wef. Anche il suo successore Chris Hipkins, laburista come lei, persegue le stesse politiche.L’uso della forza non è l’unico paragrafo controverso: il nuovo piano pandemico del governo neozelandese concede alle Forze dell’ordine il potere di «detenere e trattenere» cittadini per sottoporli a tamponi e vaccinazioni forzate, isolarli o metterli in quarantena, isolare «persone, luoghi, edifici, navi, veicoli, aeromobili, animali [...] fino a quando non sono stati sottoposti a cure mediche, esaminati e risultati esenti da malattie infettive, e fino a quando non sono stati sottoposti al trattamento preventivo prescritto dal medico di fiducia». L’ufficiale medico sanitario ha il potere di «requisire locali e veicoli per l’alloggio, il trattamento e il trasporto dei pazienti». Non sono risparmiati neanche i luoghi d’istruzione: «La chiusura di locali come le scuole può essere richiesta mediante ordine scritto». Va detto che i cittadini neozelandesi hanno già sperimentato queste misure durante la pandemia, come evidenziato nello stesso piano, «e in linea generale hanno funzionato bene», si legge. Balle: la Corte suprema neozelandese ha stabilito che gli obblighi di vaccinazione erano illegali, perché «costituivano un limite ingiustificato al diritto di rifiutare le cure mediche e al diritto di manifestare convinzioni religiose». «Ci sono stati alcuni errori nella loro applicazione e mancanze di garanzie procedurali», riconosce in effetti il governo nel nuovo piano pandemico, «alcune sentenze hanno evidenziato che, sebbene possano essere utilizzati come misura tampone in caso di emergenza, non sono adatti per risposte prolungate e complesse». Ma il capitolo sui poteri speciali si chiude così.Come ne uscirà il governo neozelandese da questa situazione ancora non è chiaro. Associazioni che operano nell’ambito della difesa dei diritti civili hanno evidenziato che «l’introduzione della vaccinazione obbligatoria attraverso l’uso della forza pubblica rappresenta una sfida complessa che mette in discussione le fondamenta delle democrazie occidentali, dove i diritti individuali e le libertà civili sono fondamentali». Appellandosi alla stessa sentenza della Corte suprema, i movimenti hanno sottolineato che «la libertà individuale è un valore fondamentale […]. L’uso della forza pubblica per imporre la vaccinazione può essere percepito come una violazione della libertà personale, creando un conflitto tra l’autonomia individuale e la responsabilità collettiva di prevenire la diffusione della malattia». Non è tutto: «La coercizione nella vaccinazione potrebbe minare la fiducia nel sistema sanitario e nelle istituzioni governative». È quello che è successo, in effetti, in tutto il mondo occidentale, dove l’adesione alle vaccinazioni, anche tradizionali, è in forte calo. «Trasparenza ed educazione sono essenziali per garantire che le persone comprendano i benefici e i rischi della vaccinazione, incoraggiando una scelta volontaria e informata», hanno reso noto i movimenti. Ma dal governo nessuno ha manifestato la volontà di aggiustare il tiro e modificare il documento: come nel gioco dell’oca, Wellington è tornata al punto di partenza.
Jose Mourinho (Getty Images)