2023-12-25
La nuova piaga del web: money mule per riciclare denaro sporco
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Spesso sono persone povere che per un minimo tornaconto personale si prestano a far transitare sui loro conti correnti soldi della criminalità organizzata o di cybergang. In Cambogia se ne contano già 100.000. Le banche corrono ai ripari, mentre anche la 'Ndrangheta ne approfitta.Sono gli spalloni del nuovo mondo digitale. I muli che trasportano denaro che va riciclato. Spesso sono persone povere che per un minimo tornaconto personale si prestano a far transitare sui loro conti correnti soldi della criminalità organizzata o di cybergang. Sono a migliaia. Si trovano soprattutto in Asia, ma anche in Italia se ne contano molti. È soprattutto la Ndrangheta a sfruttarli. La polizia li chiama money mule, «soggetti che vengono reclutati per riciclare denaro ottenuto attraverso attività illecite». «L'esplosione del cybercrime ha aperto la porta a una vasta gamma di frodi e truffe online» ricorda Pierguido Iezzi, ceo di Swascan . «Dai classici schemi di phishing, vishing e smishing, impiegati per rubare informazioni personali e finanziarie, alle truffe romantiche online e alle frodi legate alle criptovalute, i cybercriminali sfruttano l'ignoranza e la fiducia degli utenti per trarne profitto. Secondo il criminologo Michael Levi, la fiducia, in un'epoca digitale, può essere facilmente manipolata e sfruttata». I money mule possono essere anche membri di un'organizzazione criminale o più semplicemente attratti da false offerte di lavoro pubblicate sul web. Offrono la propria identità per l'apertura di conti correnti, carte di credito ed altri strumenti di pagamento, sui quali vengono poi accreditate somme di denaro provento di attacchi informatici e finanziari ai danni di società o ignari cittadini. Nelle banche l’allarme è già scattato da alcuni anni. «Se qualcuno ti chiede di trasferire del denaro utilizzando il tuo conto corrente in cambio di un compenso, potresti diventare complice di un reato finanziario, senza neanche saperlo» ricorda sulla sua pagina web Intesa San Paolo. Lo scorso 4 dicembre è stato consegnato il bilancio dell'operazione di polizia ad alto impatto denominata Emma (European money mule action), coordinata da Europol. E' giunta alla nona edizione e vede impegnata la Polizia postale e delle comunicazioni con le forze di polizia cyber di altre 27 Paesi, grazie anche al supporto di 2.822 istituti di credito e altre istituzioni finanziarie. Son state individuate così 10.736 transazioni bancarie fraudolente e avviate oltre 4.659 indagini autonome, riuscendo a prevenire frodi per un danno stimato in 32 milioni di euro. Sono più di 10.759 i 'muli' individuati, oltre a 474 tra organizzatori e coordinatori. Sono stati recuperati più di 17 milioni di euro. «Il fenomeno - spiegano gli investigatori - rappresenta uno degli aspetti consolidati e sempre presenti nelle frodi online. Questi soggetti costituiscono l'ultimo anello della catena attraverso il quale i criminali monetizzano i proventi del reato. Nel settore del contrasto al financial cybercrime, la diffusione di queste figure è allarmante, ed è endemica in tutto il mondo». Il Los Angeles Times ha spiegato che la Cambogia, duramente colpita dalla pandemia, ha permesso a malavitosi cinesi di creare enormi operazioni di cybercrime utilizzando manodopera vittima di tratta di esseri umani, senza subire conseguenze significative, a causa dei ricavi che generano per il paese. «Le campagne da loro gestite spaziano dalla truffa amorosa alle scommesse sportive false. Nonostante il governo cambogiano riconosca che fino a 100.000 lavoratori siano coinvolti in queste attività, nega che nessuno sia tenuto contro la propria volontà» continua Iezzi. «Anziché essere licenziati per cattive prestazioni, si subiscono punizioni fisiche: flessioni forzate, squat, scosse elettriche, botte, privazione di cibo, rinchiusi in stanze buie o peggio», ha dichiarato Jacob Sims, direttore del paese per International Justice Mission Cambodia, un'organizzazione per i diritti umani che ha salvato molti di questi sopravvissuti, al Los Angeles Times. «D'altro canto, coloro che costantemente raggiungono o superano i loro obiettivi sono ricompensati con maggiori libertà, cibo, denaro e controllo su altre vittime». In Italia a farla da padrone è la ‘Ndrangheta. Un’indagine portata avanti nei mesi scorsi dalla Guardia di finanza di Bologna ha permesso di sgominare dopo 2 anni di lavoro un intricato intreccio criminale dove erano coinvolti individui di nazionalità cinese, professionalmente coinvolti nel riciclaggio di denaro sporco per conto dell'organizzazione criminale. «Questa rete di individui ha operato in modo sistematico per nascondere i proventi illeciti derivati dalle attività criminali» ricorda il ceo di Swascan. «La complessità di queste operazioni ha reso difficile per le autorità tracciare e scoprire il flusso del denaro illegale. Un aspetto affascinante di questa storia è il tentativo di acquistare una quantità significativa di Bolivar venezuelani attraverso un istituto di credito, un'azione che avrebbe ulteriormente offuscato la pista del denaro sporco». Il network criminale era in grado di influenzare le procedure di appalto pubblico in Italia, causando l'appropriazione indebita di almeno 3 milioni di euro di fondi dell'Unione Europea. «Gli autori presumibilmente hanno reinvestito i beni illeciti in numerose attività imprenditoriali in vari settori, tra cui l'ospitalità, la sicurezza, il trasporto, la costruzione, l'immobiliare, la produzione e il gioco d'azzardo» conclude Iezzi. «Inoltre, hanno operato schemi di frode finanziaria transnazionale attraverso piattaforme di trading dark-web gestite da Criminal hacker tedeschi che agivano come facilitatori».
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