La fine della pandemia ha raffreddato il comparto, che ha valutazioni sotto le medie storiche. Ma l’aumento delle malattie croniche e il peso delle terapie innovative sostengono le possibilità di crescita sul lungo periodo.Dalla metà di luglio i titoli dei settori dei servizi pubblici, dei consumi di base e della sanità, considerati resilienti, hanno registrato guadagni significativi nell’indice mondiale Msci. «Nei nostri portafogli consigliati di Soldiexpert scf questi titoli hanno trovato più spazio negli ultimi aggiornamenti mensili e trimestrali. Al contrario, settori come l’energia, i materiali, i consumi ciclici (auto) e discrezionali (lusso), la telecomunicazione (inclusi colossi come Alphabet e Meta) e l’informatica, che in passato erano i favoriti dagli investitori, stanno mostrando segni di debolezza», evidenzia Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert. Il settore farmaceutico è un po’ come un maratoneta che per anni ha corso a ritmo costante e sostenuto, tenendo testa all’indice azionario mondiale e mostrando un’ottima resistenza alle crisi. Negli ultimi anni, però, dopo lo scatto in avanti durante il Covid, sembra aver tirato un po’ il fiato, rimanendo indietro rispetto al gruppo di testa dell’indice azionario globale. Solo negli ultimi mesi, però, ha dato segnali di ripresa. Certo, non si può negare che ci siano state delle difficoltà. La fine della corsa agli acquisti legata alla pandemia, la competizione sempre più agguerrita dei farmaci generici e biosimilari e la scadenza di brevetti hanno messo un freno all’entusiasmo degli investitori. Fanno eccezione alcune aziende come Novo Nordisk ed Ely Lilly che, grazie al successo delle loro terapie contro l’obesità, hanno visto moltiplicare profitti e quotazioni azionarie, dimostrando che anche in un contesto sfidante ci sono storie di successo da raccontare.Ma non bisogna dimenticare che questo settore ha dalla sua una forza di fondo. L’invecchiamento della popolazione, con l’aumento della domanda di farmaci e cure per le malattie croniche, è una tendenza di lungo periodo destinata a sostenere la crescita. E poi c’è l’innovazione, motore di nuove scoperte e terapie. «In Ab, quando consideriamo le aziende farmaceutiche emergenti, tendiamo a percepirle come più rischiose e ad adottare un approccio più cauto», ricorda Vinay Thapar, gestore dell’Ab international health care portfolio di AllianceBernstein. «Al contrario, siamo favorevoli nei confronti di aziende con una presenza consolidata sul mercato, redditività stabile e solidi rendimenti sul capitale, che reinvestono per far crescere la loro base di attività».Insomma, il settore farmaceutico non è certo al capolinea. Le valutazioni attuali, inferiori alle medie storiche, potrebbero rappresentare un’opportunità per chi crede nelle sue potenzialità a lungo termine. «I risparmiatori che vogliono puntare sulle prospettive di crescita del settore farmaceutico e del comparto healthcare in generale hanno a disposizione diverse opzioni: oltre alle singole società, possono scegliere tra un ampio numero di fondi ed Etf specializzati. Certo, non sarà una corsa facile: servirà pazienza, capacità di selezione e attenzione alle aziende che sapranno innovare, adattarsi al cambiamento e gestire al meglio la competizione», dice Gaziano.
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