
Il ministro si smarca dalla linea di partito: «Perplesso sulla tempistica dell’indagine». Pure Guido Crosetto garantista. Ma Francesco Lollobrigida: «Accuse gravi». I grillini e il Pd all’attacco.«Le accuse per Toti sono pesanti. Ho visto che queste lunghe indagini, durate tre anni, si concludono a venti giorni dal voto per le europee con clamorosi arresti. Abbiamo fiducia nella magistratura, speriamo che Toti possa dimostrare la sua estraneità ai fatti, ma possiamo solo guardare quello che accade e comprendere le ragioni che hanno portato a questi provvedimenti». Questo il duro commento del ministro dell’Agricoltura di FdI Francesco Lollobrigida alla notizia dell’arresto del governatore della Liguria Giovanni Toti. «Massima attenzione per i fatti della Regione Liguria, come quella prestata per i fatti di Bari e in generale della Puglia. Auspichiamo che le indagini siano rapide e che possa esserci piena chiarezza sui fatti, che sono oggetto oggi dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria, e confidiamo che tutti agiscano nella massima trasparenza» ha aggiunto Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. «Non conosco gli atti e da garantista penso sempre alla presunzione di innocenza. Mi è sembrato di capire che si tratta però di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che l’inchiesta non è nata oggi ma tempo addietro», ha detto il Guardasigilli, Carlo Nordio. «Ho esercitato 40 anni da pubblico ministero e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini. Le mie perplessità non sono mai sul momento in cui scatta il provvedimento cautelare rispetto all’imminenza delle elezioni ma se ho delle perplessità tecniche riguardano una misura rispetto al tempo in cui è stato commesso il reato ed è iniziata l’indagine». «Le parole di Nordio sono sorprendenti, ricordadi essere ancora ministro della Giustizia? Sembrano quelle della difesa del presidente Toti», ha commentato Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd. «Oggi si deve chiudere la stagione del centrodestra in Liguria. Toti si dimetta e ci siano subito nuove elezioni». Diversa la posizione di Matteo Renzi (Iv) che ha ricordato di essere sì «all’opposizione di Toti ma, a maggior ragione siamo garantisti. Non ho mai pensato che un provvedimento giudiziario debba automaticamente influire sulla vita politica del Paese». E se anche il M5s ha chiesto le dimissioni della giunta regionale ligure il leader pentastellato Giuseppe Conte è andato oltre: «C’è un problema oggi in Italia di questione morale, c’è un tariffario, da Nord a Sud, si paga per un voto in campagna elettorale, da 10 o 20 euro fino a 50 euro per voto. Dobbiamo rigenerare dall’interno la politica. L’inchiesta è appena avviata, stanno emergendo dei fatti, dobbiamo tenere al riparo le istituzioni da un discredito che fa male a tutti. Non è mettendo la mordacchia alle Procure che si risolve il problema della corruzione».Stupito il ministro della Difesa Guido Crosetto: «Ho l’abitudine di leggere le carte, e quando ho letto le contestazioni a Toti non ho ben capito. Tutti pensano che sia stata messa in arresto una persona che ha preso dei soldi per se stesso. Quando poi si scopre che li ha presi regolarmente denunciandoli per una campagna elettorale, diventa difficile capire come faccia ad essere un corrotto. Si è autodenunciato con i soldi della campagna elettorale? Sono garantista, come lo sarei per Emiliano o per un governatore del Pd». Cautela in Forza Italia. «Sono garantista, per me una persona è colpevole soltanto quando è condannata in terzo grado di giudizio. Lo sono per le persone di area del centrodestra che possono essere coinvolte come per quelle di area del centrosinistra. Sono convinto che Toti farà di tutto per dimostrare la propria innocenza, l’estraneità alle accuse che lo riguardano. Voglio essere ottimista e fiducioso per lui», ha detto il premier azzurro e ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Non mi basta l’iniziativa di un giudice per sentenziare che qualcuno a Bari o a Genova è una persona per male. Quindi, conto che si faccia chiarezza il prima possibile», così il ministro per le Infrastrutture e leader della Lega Matteo Salvini. «Dire che siamo garantisti non è farlo formalmente. Dimissioni? Appartiene alla responsabilità e alla sensibilità di ognuno» ha affermato il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi.
Rifugiati attraversano il confine dal Darfur, in Sudan, verso il Ciad (Getty Images)
Dopo 18 mesi d’assedio, i paramilitari di Hemeti hanno conquistato al Fasher, ultima roccaforte governativa del Darfur. Migliaia i civili uccisi e stupri di massa. L’Onu parla della peggior catastrofe umanitaria del pianeta.
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