2025-06-09
Se non sei del «clan» progressista finisci esiliato dietro le quinte
Nel cinema chiunque non si inchini alla sinistra è escluso dai set (e dai cospicui fondi statali). Basti vedere Montesano: per essersi opposto ai diktat pandemici e aver messo una maglia della X Mas, è stato epurato.Nella giornata della Verità ho chiesto a Giorgia Meloni che cosa pensasse dell’inchiesta che il nostro giornale ha condotto sui finanziamenti che lo Stato ogni anno eroga a film che nessuno vede.Il presidente del Consiglio, in risposta alla mia domanda, mi ha chiesto quanti artisti dichiaratamente di destra io conoscessi. Ammetto che, preso alla sprovvista, ho annaspato per qualche secondo, perché di attori e registi che non fossero compagni me ne venivano in mente ben pochi: Avati, Albertazzi e già al terzo non sapevo che dire. Il presidente del Consiglio ha avuto dunque gioco facile nello spiegare che se non appartieni a un certo clan (ha usato la stessa parola pronunciata da Elio Germano contro il governo) non lavori e dunque tutti nel mondo del cinema si definiscono di sinistra anche se non lo sono, pur di poter essere ingaggiati e pur di essere finanziati con i soldi pubblici.Finita l’intervista, ho avuto modo di ripensare alle parole del premier e ancor più vi ho riflettuto dopo aver letto le dichiarazioni di Enrico Montesano nel giorno del suo ottantesimo compleanno. Per anni l’attore romano è stato uno degli artisti più amati e acclamati dal pubblico. Dal teatro al cinema passando per la tv, non si contano i suoi film di successo, i suoi trionfi sul palcoscenico e la conduzione di serate televisive da record. Tra gli anni Ottanta e la fine dei Novanta fu presentatore di Fantastico, uno dei programmi più seguiti della Rai. E al Lirico di Milano in un mese riunì un tale numero di spettatori che il Comune lo ringraziò con l’Ambrogino d’oro.Montesano non è mai stato di destra. Anzi, lo si potrebbe definire di sinistra o anarchico, infatti negli anni Settanta fece un disco in cui si invitava a votare Psi e negli anni Novanta si avvicinò al Pds di Achille Occhetto, tanto da essere candidato alle elezioni europee, divenendo parlamentare a Bruxelles con 144.000 preferenze. Tuttavia, nonostante i trascorsi lo collocassero nel Pantheon dei compagni, Montesano negli ultimi anni ha commesso due grandi errori. Il primo è stato diffidare della campagna vaccinale anti Covid lanciata da Giuseppe Conte e successivamente da Mario Draghi. Anziché porgere il braccio alla patria senza fiatare, l’interprete di una serie di straordinari film comici ha avuto l’ardire di dubitare del pensiero dominante in materia di siero. Non l’avesse mai fatto: all’improvviso è stato colpito dallo stigma No vax e come tale negli ambienti che contano della Cultura (con la C maiuscola, mi raccomando) hanno iniziato a trattarlo da appestato. Perché un attore, per quanto comico, che canta fuori dal coro non è ammesso.Poi, ha avuto la sciagurata idea di presentarsi in un programma Rai con la maglietta della X Mas, unità speciale della Regia Marina italiana ai tempi dei Savoia e del fascismo. Si trattava di prove e invece di indossare la T-shirt di Che Guevara, Montesano ha messo quella del corpo militare che affondava le navi alleate durante la seconda guerra mondiale. Che c’è di male, vi chiederete? Nulla, ma avere una maglietta nera è stato sufficiente per essere cacciato con ignominia. A nulla sono valse le spiegazioni con cui ha provato a dire che nell’armadio di casa aveva anche le T-shirt di Mao e qualche altro compagno che piace alla Cultura con la C maiuscola. Per l’intellighenzia rossa che domina il cinema e gli ambienti fintamente impegnati è stata sufficiente l’immagine con la scritta della Decima per escludere Montesano non soltanto da Ballando con le stelle, programma in cui è avvenuto «l’incidente», ma anche dal resto, al punto che ora lo si vede soltanto in teatro e per pochissimi giorni. In occasione del suo ottantesimo compleanno, alcuni lo hanno intervistato. E lui, da signore qual è, non ha calcato la mano sulla sua esclusione dal cinema e in generale dal mondo dello star system. Però, ripensando alle parole del presidente del Consiglio, Montesano rappresenta perfettamente ciò che accade nel clan della sinistra con birignao della cultura: se non ti adegui alle regole conformiste che la casta politico-giornalistica ogni giorno detta, sei fuori. I soldi dello Stato servono a finanziare film che nessuno vede. E a far lavorare artisti di cui nessuno sentirebbe la mancanza. Tuttavia, se non ti adegui e non ti genufletti al totem caro ai compagni, sei estromesso dai giochi e nessuno ti fa lavorare. In altri tempi l’avremmo definito un regime, che grazie ai soldi pubblici perpetra sé stesso. Oggi lo guardiamo per quel che è: una straordinaria macchina del consenso, messa in piedi da una Casta. Una macchina che senza soldi, cioè senza benzina, non potrà mai andare lontano.
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Friedrich Merz e Giorgia Meloni (Ansa)