2025-10-25
Lupi azzanna Tajani: «Manovra condivisa». «No, sei Pinocchio»
Antonio Tajani e Maurizio Lupi (Ansa)
Lite tra vicepremier e leader di Noi moderati per le nuove tasse su banche e assicurazioni. Confindustria: «Rivedere tre punti».Nella polemica sulla manovra entrano pure Pinocchio e il Grillo parlante. A pochi giorni dall’avvio dell’esame parlamentare, si fa sempre più accesa la discussione dentro la maggioranza usando perfino i personaggi delle favole. Così c’è chi dà del bugiardo all’altro e questi gli risponde chiamandolo Pinocchio.Questa volta ad agitare le acque, dopo le polemiche tra Antonio Tajani e Matteo Salvini sul contributo alle banche e sull’aumento della tassazione per gli affitti brevi, è stato il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi. Tutto nasce dall’intervento di Tajani a un evento dell’Ania, l’Associazione delle compagnie assicurative, dove ha parlato dell’intervento sul settore finanziario per sostenere parte della manovra. «Non sono né nemico né amico delle banche», ha precisato Tajani , «Ho lavorato per fare in modo che né le assicurazioni né le banche venissero trattate come mucche da mungere o come i peggiori nemici della società ai quali bisognava estorcere soldi. Guai a pensare che ci sono nemici da spolpare».Il vicepremier ha, quindi, ringraziato il settore perché, senza le risorse che saranno versate, non sarebbe possibile prevedere alcune importanti misure come il taglio dell’Irpef per il ceto medio o un aumento dei fondi per la sanità. Su queste dichiarazioni è intervenuto Lupi, a gamba tesa, affermando che «nessuno nel centrodestra pensa che le banche siano mucche da mungere. Ricordo a Tajani che nel vertice ha condiviso ogni provvedimento: no alla tassa sugli extra profitti, sì ai contributi come sono stati puntualmente definiti nella legge di bilancio». Cioè gli dà, in buona sostanza, del bugiardo.La replica di Tajani non si è fatta attendere. Il leader di Forza Italia ha rincarato la dose: «Lupi è un po’ Pinocchio ma lo perdono perché ha detto che io sapevo tutto ma non sapevo nulla. Nessuno sapeva di tagli alla Metro C di Roma, a quella di Milano e di Afragola, dell’articolo 18 (la nuova tassa sui dividendi) o delle tasse per gli affitti. Non è mai stato oggetto di dibattito all’interno della riunione». Ironizza Lupi, in modo criptico: «Accanto a Pinocchio c’è il Grillo parlante». E conferma che, sugli altri temi, «è giusto che maggioranza e Parlamento si confrontino per migliorare il testo a saldo invariato».Al centro dell’attenzione anche l’altro argomento caldo, quello degli affitti brevi, che vede sia Forza Italia sia la Lega contrari a un aumento della tassazione anche in considerazione dello scarso gettito previsto. Il leader di Noi moderati, smarcandosi da tutta la maggioranza, è invece favorevole all’incremento della cedolare secca al 26% per destinare le risorse che ne deriverebbero ad abbattere l’aliquota sugli affitti di lungo termine dal 21 al 15%, mantenendo quella al 10% per i canoni concordati. «Ricordo che la cedolare secca sugli affitti fu introdotta proprio con lo scopo di agevolare i proprietari di casa a mettere i loro alloggi in affitto a lungo termine», commenta puntuto, «In questo caso, non ci sarebbe alcuna penalizzazione verso i proprietari di casa ma un incentivo a contribuire all’emergenza abitativa nelle nostre città». Lupi ha già annunciato che su questo farà un emendamento alla legge di bilancio durante la discussione parlamentare.Nel dibattito sono intervenuti anche personaggi esterni alla politica. Per il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ci sono tre punti su cui bisogna intervenire: la tassazione sui dividendi, la mancanza della proroga delle regole sul fondo di garanzia per le Pmi e la restrizione delle regole sul credito d’imposta. Si è fatto sentire anche il Fnomceo, la Federazione dei medici e degli odontoiatri: «2,4 miliardi aggiuntivi per la sanità su una manovra di soli 18 miliardi», ammette il presidente Filippo Anelli, «sono un segnale forte da parte del governo tuttavia non sono sufficienti per cambiare la nostra sanità». Nel vortice delle polemiche, è stato tirato in ballo anche il Ragioniere generale dello Stato, Daria Perrotta, che molti hanno visto come bersaglio dell’attacco del vicepremier Tajani quando ha parlato di «qualche grand commis al ministero delle Finanze che ha voglia di punire e reintegrare le tasse». Ma contro questa illazione è intervenuto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha ribadito la fiducia nell’operato delle istituzioni con le quali si confronta ogni giorno al ministero cioè Ragioneria generale, Tesoro e Finanze.D’altra parte, Giorgetti, che di leggi di bilancio ne ha viste tante nella sua vita politica, è ben consapevole del fatto che nella prima fase il dibattito è sempre molto acceso tra chi vuole difendersi dai tagli o chi vuole ridurre l’impatto di nuovi prelievi. Tanto, poi, i saldi devono restare invariati, con i paletti che il governo ha accettato nella trattativa con l’Unione europea.In più quest’anno c’è l’obiettivo ormai chiaro di portare il deficit sotto il 3% del Pil per uscire dalla procedura d’infrazione. Un risultato che sarebbe un segnale importante per la credibilità dell’operato del governo e un messaggio consistente ai mercati finanziari.
Friedrich Merz e Giorgia Meloni (Ansa)
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