
Il Niger ha inferto un nuovo schiaffo a Parigi. La giunta militare al potere nel Paese del Sahel ha revocato all’azienda statale francese Orano la licenza per operare nella sua principale miniera di uranio.. Non è d’altronde un mistero che le relazioni tra Parigi e Niamey siano diventate assai tese dopo il golpe verificatosi a luglio dell’anno scorso. A dicembre, le truppe francesi hanno dovuto lasciare il Paese. Tutto questo, mentre – il mese scorso – gli Stati Uniti hanno annunciato un ritiro dei propri soldati dall’area. Nel frattempo, il Niger si è progressivamente inserito nell’orbita di Mosca. Basti pensare che a settembre ha siglato un patto di sicurezza con Mali e Burkina Faso, assestando così una stoccata all’Ecowas, al G5 Sahel e, indirettamente, alla stessa Francia. E attenzione: la questione dell’uranio risulta assai delicata. Secondo Al Jazeera, sulla miniera nigerina sottratta ai francesi avrebbero già messo gli occhi le imprese russe. Senza poi dimenticare che, a maggio, circolò la notizia secondo cui Teheran stava trattando con Niamey per l’acquisto di 300 tonnellate di uranio. Ricordiamo che l’Iran è uno dei principali alleati mediorientali di Mosca. E che, negli ultimissimi mesi, ha significativamente ampliato le proprie ambizioni atomiche. Era del resto aprile scorso, quando il regime khomeinista ha rafforzato i propri legami con potenze nucleari tutt’altro che raccomandabili, come Pakistan e Corea del Nord. Inoltre, appena pochi giorni fa, l’Aiea ha approvato una mozione di censura diretta contro l’attuale politica nucleare degli ayatollah. Alla luce di questi fattori, è chiaro come lo schiaffo di Niamey a Orano appaia particolarmente preoccupante. A complicare ulteriormente la situazione sta il fatto che, oltre al Sahel, la Russia sta rafforzando la propria longa manus anche sulla parte orientale della Libia. “Due navi militari della Federazione russa, scortate da due sottomarini, hanno fatto tappa ufficiale nei giorni scorsi presso la base navale di Tobruk, in Cirenaica, regione orientale della Libia”, ha riferito giovedì Agenzia Nova. “Al fine di rafforzare le relazioni tra il Comando generale dell'Esercito nazionale libico e la Federazione russa, un gruppo di navi da guerra russe, composto dall'incrociatore missilistico Varyag e dalla fregata Maresciallo Shaposhnikov, ha effettuato una visita di tre giorni alla base navale di Tobruk, dopo una visita nella Repubblica araba d'Egitto”, hanno dichiarato le forze del generale Khalifa Haftar in una nota. Si tratta di una circostanza che ha portato il Dipartimento di Stato americano a esprimere profonda preoccupazione. Non è del resto un mistero che Mosca utilizzi da anni la parte orientale della Libia per irradiare la propria influenza politico-militare proprio sul Sahel. Ecco perché il fianco meridionale della Nato andrebbe urgentemente rilanciato. Russia e Iran guardano infatti all’Africa per mettere sotto pressione l’Alleanza atlantica nel bacino del Mediterraneo. E questa non è affatto una buona notizia.
Massimiliano Fedriga (Ansa)
Come in Emilia, pure il Friuli ha pensato alle rinnovabili anziché alla gestione dei fiumi.
Credo che uno degli errori in democrazia sia trasformare in tifoserie da stadio le diverse visioni che stanno a fondamento delle diverse gestioni della cosa pubblica. La propria squadra ha sempre ragione e l’altra sempre torto e, siccome non si è infallibili, i leader non sbagliano mai perché, ove sbagliano, o nessuno li critica oppure le critiche non fanno testo perché «vengono dall’altra parte»: e che volete che dica l’altra parte? Il risultato è che l’elettore - incapace di obiettare alla propria parte - smette di andare a votare. Se ne avvantaggia la sinistra, i cui elettori votano anche se la loro parte propone loro uno spaventapasseri. Tutto sto giro di parole ci serve perché ci tocca dire che il presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha sbagliato tutto sulla politica energetica in Regione.
(IStock)
Riparte l’allarme sulle difficoltà di migliorare la propria condizione. Eppure il dato rivela una tendenza positiva: il superamento dell’ossessione della carriera, dei soldi e della superiorità, specie tra le nuove generazioni.
Oltre 3.000 professionisti, club, aziende e istituzioni sportive hanno partecipato all’ottava edizione del Social Football Summit a Torino. Tra talk, workshop e premi internazionali, focus su tecnologia, intelligenza artificiale, infrastrutture e leadership femminile nello sport, con la Start Up Competition vinta da Wovlabs.
2025-11-19
Colpevolizzare tutti i maschi per la violenza sulle donne creerà solo giovani più fragili
Gino Cecchettin (Ansa)
Etichettare gli uomini bianchi come potenziali criminali non fermerà i femminicidi. La condanna generalizzata, ora perfino a scuola, provoca invece angoscia nei ragazzi.
Ci parlano di femminicidi. In realtà ci assordano. Il signor Gino Cecchettin, padre di una figlia brutalmente assassinata, chiede corsi di prevenzione scolastica. Abbiamo una cinquantina di cosiddetti femminicidi l’anno su una popolazione di 60 milioni di abitanti. Ogni anno le donne assassinate sono poco più di cento, a fronte di 400 omicidi di maschi di cui non importa un accidente a nessuno. Abbiamo circa tre morti sul lavoro al giorno, al 98% maschi: anche di questi importa poco a tutti, a cominciare dal sindacalista Maurizio Landini, troppo impegnato in politica estera fantastica per occuparsi di loro. I suicidi sono circa 4.000 l’anno, e di questi 800 circa sono donne e 3.200 uomini. Il numero dei suicidi dei maschi è approssimato per difetto, perché molti maschi non dichiarano nulla e simulano l’incidente.






