
Figc, Lega ed esecutivo al lavoro per riprendere il campionato alla data del 13 giugno. Le nuove regole non prevedono l'isolamento di tutto il gruppo per ogni caso positivo.Il calcio italiano è fermo a centrocampo: non sa se attaccare (lavorare seriamente in vista di una ripresa dei campionati) oppure lanciare la palla in tribuna e rimandare tutto all'anno prossimo. Mentre nel resto d'Europa i governi, consapevoli degli enormi interessi economici in ballo e anche della necessità di dare un po' di respiro, di concedere un minimo di divertimento ai cittadini logorati dal lockdown, vanno incontro elle esigenze delle rispettive federazioni e leghe, il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, continua a fare lo stopper, e marca a uomo chiunque tenti di velocizzare la ripartenza del campionato. Nonostante lo stop fino al 14 giugno, l'obiettivo è tornare in campo il 13.Ieri il nuovo protocollo per la ripresa degli allenamenti collettivi, partorito al termine di una lunga e tormentata riunione della Lega di Serie A che si è svolta domenica scorsa, è stato inviato, attraverso il presidente della Figc, Gabriele Gravina, al ministro Spadafora. La proposta del mondo del pallone è stata vagliata dal Comitato tecnico scientifico, che ha dato le sue direttive. Il testo definitivo, visionato dall'Agi, prevede che «la società sportiva dovrà provvedere ad identificare il gruppo squadra adottando le procedure mediche di screening, in regime di assoluta sicurezza, evitando in questa fase preliminare qualsiasi assembramento. Per gruppo squadra si intendono tutti coloro che nella fase di ripresa dovranno necessariamente operare e opereranno a stretto contatto tra di loro: i calciatori, gli allenatori, i massaggiatori, i fisioterapisti, i magazzinieri, altri componenti dello staff e i medici sociali. In questa fase», recita il documento, «il gruppo dovrà essere ragionevolmente limitato nel numero alle persone considerate indispensabili ad assicurare una ripresa degli allenamenti collettivi nella massima sicurezza ed efficacia».Sono state accolte le richieste di Federcalcio e Lega. Non è prevista più, infatti, la quarantena per tutta la squadra in caso di contagio di un tesserato. Qualora, durante il periodo di ripresa degli allenamenti di gruppo, ci sia un caso di accertata positività al Covid-19, si dovrà provvedere, recita il documento, «all'immediato isolamento del soggetto interessato». Tutti i soggetti verranno sottoposti a un esame clinico effettuato dal responsabile sanitario, specialista in medicina dello sport. Il tampone sarà effettuato a 72/96 ore dall'inizio «degli allenamenti di gruppo e anche al tempo zero delle attività collettive. Il tampone verrà ripetuto ogni 4 giorni. Il test sierologico verrà effettuato al tempo zero e verrà ripetuto ogni 14 giorni».«I soggetti positivi al Covid», si legge ancora, «dovranno osservare un periodo individuale di graduale ripresa nei successivi 15 giorni, prima di iniziare gradualmente gli allenamenti e sotto l'attento controllo del responsabile sanitario, che a suo giudizio potrà ampliare test ed esami. Nella fase iniziale l'allenatore e lo staff tecnico indosseranno sempre la mascherina e manterranno una distanza minima di almeno 2 metri l'uno dall'altro. I soggetti appartenenti al gruppo squadra dovranno raggiungere il luogo e far ritorno al domicilio al termine dell'allenamento con mezzi propri e rispettando le misure anti contagio».«Negli spogliatoi», prosegue il documento, «deve essere garantito il distanziamento dei calciatori di almeno 2 metri. L'ambiente delle docce, ricco di vapor acqueo, potrebbe favorire la diffusione del virus. Per tale motivo, almeno nella prima settimana, le docce non potranno essere svolte presso il luogo di allenamento».
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