2020-07-14
«Nessuna seconda ondata micidiale. Lo stato di emergenza non ha senso»
Massimo Clementi (Unisrl.it)
Il direttore del laboratorio di virologia del San Raffaele: «Gli altri Paesi si sono ben guardati dal prorogarlo, l'epidemia si sta risolvendo. In autunno bisognerà fare attenzione, ma i mezzi normali sono più che sufficienti».Esecutivo all'opera per allungare le restrizioni e il ministro ricatta i governatori: «Così vi garantite attenzioni e risorse». Lombardia, fine dell'obbligo mascherine all'aperto.Lo speciale contiene due articoli.«Se prorogano lo stato d'emergenza scendo in piazza». Poiché l'intervento su Facebook è di uno dei virologi più autorevoli d'Italia è bene fermare il dito e approfondire. Mentre il premier Giuseppe Conte spinge per spostare l'orizzonte della paura in autunno o in inverno (prima 31 dicembre, poi 31 ottobre); mentre i suoi ministri caricano lo scenario di una drammaticità colta solo da loro (Francesco Boccia: «È la nostra arca di Noè»); mentre il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli - peraltro un pediatra - si allinea con diligenza, ecco che l'elemento di corto circuito diventa indispensabile per comprendere la realtà. E il professor Massimo Clementi, l'autore del post, è la persona giusta: docente di microbiologia e virologia all'università Vita e Salute dell'ospedale San Raffaele, è anche direttore del laboratorio di virologia. Dà del tu ai virus da 30 anni, in tre mesi ha imparato a capire con precisione anche i comportamenti del Covid-19. E non sembra allarmato come gli inquilini di palazzo Chigi.Professor Clementi, perché la proroga dello stato d'emergenza sarebbe «un'incredibile forzatura»?«Mi ha sorpreso la volontà governativa di allungare il periodo perché in Italia i contagi calano di molto, le terapie intensive si svuotano fino al minimo storico e scende in modo sostanziale anche il numero dei contagiati a domicilio. L'epidemia si sta risolvendo. Ecco perché considero la drammatizzazione una forzatura».Si sono riaccesi alcuni focolai.«Vero, ma quelli ci accompagneranno fino alla fine, non sono sorprese. Però i casi nella ex Bartolini di Bologna, a Viadana, e nel Parmense dimostrano due cose: si tratta di focolai di importazione, diciamo così, e i protocolli di stabilizzazione funzionano. Le vicende sono state gestite magnificamente dalla sanità locale. E si è scoperto che quasi tutti erano asintomatici».Quindi è il caso di stemperare l'allarme rosso continuato?«La situazione prelude a un controllo vigile. Ci deve essere attenzione, devono essere rispettate le regole sanitarie di base, ma non andremo incontro a una seconda ondata micidiale come viene narrato in maniera terroristica. Le eventuali situazioni critiche possono essere affrontate con mezzi normali. Detto questo, nessun altro Paese europeo ha prorogato lo stato d'emergenza, ma tutti hanno varato leggi quadro per pianificare eventuali nuovi interventi. Non credo siano solo più ottimisti».Adesso Conte sembra deciso a estendere l'emergenza solo fino a ottobre.«Sa tanto di marcia indietro, certamente determinata più dalle perplessità di autorevoli costituzionalisti come Sabino Cassese o di politologi come Gianfranco Pasquino che del sottoscritto. E poi perché il 31 ottobre se, come dicono al Comitato tecnico scientifico, il Covid tornerà a minacciare con il freddo?».Un controsenso forse determinato dalla paura di sbagliare. «Lo stato d'emergenza non ci esenta da questo rischio, durante la prima fase sono stati fatti degli errori. Ricordo che all'inizio della pandemia nel Cts del professor Locatelli, illustre ematologo e pediatra, non c'era neanche un virologo. Inoltre il comitato cominciò le audizioni dai modellisti matematici. Teorici di alto profilo secondo i quali fino a giugno ci sarebbero stati 150.000 ricoverati in terapia intensiva, e 500.000 fino a dicembre».Diedero i numeri?«Nel momento di massimo contagio, quando le cose andavano malissimo, ci sono stati 4.200 ricoverati. Inoltre dissero che ci sarebbe stato uno sfracello al Sud, cosa mai accaduta. I modelli matematici? Carta straccia. A portare a sbagliare è il mancato confronto, non lo stato di emergenza. Ma non è finita». Altri esempi?«L'app Immuni, decisa durante lo stato di emergenza, non la scarica nessuno. Evidentemente gli italiani, che non sono coreani, non hanno ascoltato buoni argomenti per convincersi a farlo. Inoltre dov'è finito il piano di Vittorio Colao? Queste cose sono state decise durante uno stato d'emergenza e confermano che non è una panacea». Quindi cosa bisogna fare?«Operare meglio senza emergenza, magari con provvedimenti ragionati e condivisi, perché gli italiani in quattro mesi di lockdown hanno dimostrato di essere tutt'altro che incoscienti».Il ministro Roberto Speranza ha detto che nel mondo aumentano i casi e non bisogna abbassare la guardia. «Non è corretto dire che aumentano i casi per mantenere uno stato di preoccupazione. In questo momento l'emergenza vera è in Brasile, in India dove il virus circola senza controllo, e in parte negli Stati Uniti. I casi aumentano all'estero».A ottobre cosa accadrà?«Non lo so io e non lo sanno a Roma. Bisognerebbe chiamare un mago. Ma ottobre arriverà anche per tedeschi, spagnoli, francesi, che neppure si sognano di estendere l'emergenza. Perché ormai conosciamo l'infezione e sappiamo come affrontarla».L'allarmismo del sistema mediatico non aiuta.«Leggo e ascolto toni terrificanti, totalmente ingiustificati, con cui tv e grande stampa descrivono lo stato attuale dell'epidemia. Se ci sono tre casi in più il titolo è: aumentano i malati. Che non è la stessa cosa perché gli asintomatici non sono malati. Se calano i malati il titolo è: però salgono i morti, magari due. C'è un sensazionalismo che non mi spiego».Dicono che sottovalutare sia peggio che esagerare.«Nessuno sottovaluta. Anzi, tutte le attenzioni sanitarie devono rimanere e la coscienza civica deve fare il resto. Ma da questo a fare il tifo per il virus c'è un mondo. E un altro lockdown sarebbe tremendo per troppi motivi».Pensa all'economia?«Capisco il problema ma non è il mio ramo. Penso soprattutto ai danni per le persone, che non potrebbero usufruire degli ospedali come in periodo di normalità. Abbiamo pazienti cardiopatici, oncologici, diabetici. Le cure a loro non possono continuare a venire dopo in attesa di ottobre».Quindi la vedremo in piazza?«Mai andato, l'ho scritto solo per mettere il punto esclamativo su un pensiero forte. Diciamo che faccio il tifo per una retromarcia totale del premier».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/nessuna-seconda-ondata-micidiale-lo-stato-di-emergenza-non-ha-senso-2646402825.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="avvertimento-di-boccia-alla-regioni" data-post-id="2646402825" data-published-at="1594666461" data-use-pagination="False"> Avvertimento di Boccia alla Regioni Fino a quando si proroga, si governa. Sembra questo il nuovo paradigma dell'esecutivo giallorosso, che per evitare una nuova pericolosa ondata di diffusione del Covid si concentra sull'arte del rinvio. Oggi, probabilmente in serata, il ministro della Salute Roberto Speranza è atteso in aula a Montecitorio per illustrare la proroga - fino a fine mese - delle misure anticontagio in scadenza oggi, 14 luglio. Dopo aver ascoltato le sue comunicazioni, il Parlamento voterà. Non sono attese particolari novità rispetto a quanto già previsto nelle misure restrittive approvate lo scorso 11 giugno, ma intanto, in giornata, il Consiglio dei ministri approverà il nuovo Dpcm per confermare, fino al 31 luglio, il pacchetto di misure che scadono, ovviamente, oggi. Sono solo le prime proroghe in attesa di quella sullo stato di emergenza per la lotta al coronavirus. Pare che, dopo la sommossa generale che si è sollevata alla notizia dell'intenzione di prolungarla fino al 31 dicembre, garantendosi la guida dello Stato, il governo di Giuseppe Conte stia valutando di arrivare al 31 ottobre. «L'estensione dello stato d'emergenza a seguito del Covid-19 non limita la libertà individuale delle persone ma consente di avere maggiore protezione da parte dello Stato», ha affermato ieri Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, in una visita in Umbria. «Non pensavo di doverlo ribadire», ha sottolineato. «L'emergenza significa anche consentire a Regioni e sanità di avere attenzioni e risorse», ha aggiunto. Le dichiarazioni di Boccia sollevano alcune perplessità. Sembra quasi che, per avere «protezione», «attenzioni e risorse», le Regioni debbano sperare di vivere, di proroga in proroga, in un eterno stato di emergenza che, a seconda di come si leggono i dati, potrebbe durare anche a lungo. La situazione mondiale, secondo il ministro, è sotto gli occhi di tutti e quindi «non siamo scevri da qualsiasi rischio», tanto che, ha assicurato Boccia, «abbiamo riaperto il Paese ma lo teniamo costantemente sotto controllo». In effetti, almeno fino alla fine del mese, cambierà ben poco, da quello che attualmente è trapelato dall'esecutivo. Nel Dpcm che Speranza presenta oggi, dovrebbe essere confermato anche divieto di ingresso per chi ha soggiornato negli ultimi 14 giorni nei 13 Paesi che sono al di sotto dei coefficienti minimi di sicurezza. Intanto la Lombardia si avvia - ultima regione d'Italia - a eliminare l'obbligo di mascherina all'aperto, a patto che sia possibile mantenere la distanza di sicurezza tra le persone. Le nuove regole in vigore da domani.