
Cinema e serie tv ci hanno ormai abituati alla finzione. E una filosofia erronea ci ha convinti che non esistano certezze assolute. È sbagliato, come è sbagliato credere di poter controllare tutto: così si diventa infelici e si preferiscono gli anticoncezionali ai figli.EstinzioneUna popolazione che ha meno di 2,3 di figli per madre si sta estinguendo. Noi ne abbiamo 1,3. Ci stiamo estinguendo. Un enorme numero di figli unici senza zii e senza cugini ha sulle proprie spalle due genitori e quattro nonni. Non mettiamo al mondo figli perché questo nostro mondo è dannatamente triste. Questo mondo è dannatamente triste perché non mettiamo più al mondo figli. Il nostro delirio di avere tutto sotto controllo, la fertilità, l'umore, il nostro delirio di eliminare il dolore, ci ha resi la civiltà più squallidamente triste dall'inizio dei tempi. Buttiamo nella spazzatura antidepressivi e anticoncezionali: la vita risorgerà.Etica del lavoroIl lavoro doveva essere onesto. L'onestà consisteva nel farlo bene. In due libri, Se questo è un uomo di Primo Levi e Una giornata di Ivan Denisovič di Aleksandr Solzenicyn, si descrive la stessa scena: un muratore deportato deve costruire un muro. Nonostante la fame, nonostante l'assurdità della situazione, il muratore con infinita fierezza costruisce un muro perfettamente dritto. Fino agli anni Sessanta in tutte le botteghe c'era il quadretto di San Giuseppe. Per quanto povero fosse il lavoro svolto c'era l'orgoglio di svolgerlo, di farlo al meglio. Insieme alle macchine per le catene di montaggio, che producono oggetti sempre ottusamente identici, oltre alla fierezza del lavoro fatto bene è sparito anche il quadretto di San Giuseppe. Non solo rubare è una forma di corruzione. Lavorare male è una forma di corruzione. Occupare abusivamente un posto per cui non si ha la competenza è una forma di corruzione. EutanasiaTra le nuove palate di diritti umani. Perché limitare i diritti umani solo a coloro che hanno avuto la saggezza di volerli? Il diritto umano dell'eutanasia è stato lussuosamente esteso anche ai non consenzienti, o ai figli dei non consenzienti: Charlie Gard e Alfie Evans. Nella civilissima Olanda siamo già arrivati all'eutanasia del bimbo con la spina bifida e del bimbo Down. Nuove palate diritti umani vogliono un'umanità fatta di gente sana: tutti alti belli e uguali come le armate del Führer.FalsoIl cinema è falso. Anche le serie televisive. Sono persone truccate da esperti, pettinate e vestite da esperti, che fingono di vivere vite sempre al massimo con dialoghi improbabili. La moneta cattiva caccia quella buona. Grazie ai neuroni specchio, grazie alla capacità innata di imitare il modello che non è più il genitore, ma diventa la televisione, abbiamo imparato e interiorizzato schemi antropologici che stanno generando solitudine e depressione. Le serie televisive generano dipendenza. Quando terminano è un lutto. Per carità, sempre meglio della cocaina, ma è comunque una dipendenza. Il risultato è un sottile senso di scontento, di inadeguatezza. Noi non cavalchiamo draghi, non diciamo battute geniali e frizzanti scritte da sceneggiatori professionisti. Nell'ebraismo osservante il sabato deve essere libero da ogni cosa. Un giorno intero senza televisione e senza Internet: l'impossibilità di diventare dipendenti. La necessità di ritrovare il rapporto con il silenzio e con le persone vere. E se provassimo a farlo anche noi la domenica? Un'intera giornata liberi.Le cose possono essere vere o false. Non possono essere contemporaneamente vere e false. Immaginiamo nella nostra mente una mela rossa. Vale la pena ricordare che San Tommaso quando cominciava le sue lezioni mostrava sempre una mela ai suoi studenti, informandoli che quella era una mela e che tutti coloro che non fossero stati d'accordo su questa affermazione potevano andarsene immediatamente. San Tommaso, cioè, non perdeva il suo tempo a parlare con gente che non aveva il senso del reale. Ora poniamoci la domanda: di che colore la mela? La mela è rossa. Non è vero. Sediamo morso la mela scopriamo che l'interno della mela e bianco. Quindi le affermazioni che la mela rossa e che la mela bianca sono entrambe vere. Questo dimostra come non esista una sola verità. La verità può essere diversa, non val la pena di battersi per la verità, tutti hanno ragione. Sbagliato: questo è un esempio di sofismo. Due affermazioni diverse non possono essere entrambe vere. Possono essere entrambe false. Le due affermazioni che la mela è rossa e che la mela è bianca sono semplicemente entrambe false, essendo incomplete. L'affermazione vera e che la mela è rossa nella buccia, bianca nella polpa, maniera nei semi, e marrone nel picciolo. La verità è sempre una. Vale la pena di battersi per la verità. Combatte fino alla morte per la verità e Dio combatterà per te (Siracide).FantasyUn bel trucco per diventare infrangibili è leggere Il Signore degli anelli. Con me ha funzionato. Ho scoperto il libro a 23 anni: ero a letto con la varicella, con la noia di lunghe ore riempite solo dal prurito. Qualcuno mi regalò Il Signore degli anelli. Lo guardai con sufficienza: un libro di 1.200 pagine che parlava di elfi e nani di primo acchito mi sembrò una scempiaggine. Rimasi inchiodata, andando avanti a leggere fino alle tre di notte. Negli anni successivi, assistente all'ospedale San Luigi Gonzaga, portavo il libro sempre con me: mi dava coraggio. Ne avevo un bisogno enorme, nel costante terrore che arrivasse un paziente con una qualche patologia troppo complessa per le mie poche arti di medico novellino. Il mio terrore è una patologia che si chiama «pneumotorace iperteso». Leggere qualche riga del libro, o anche solo l'averlo con me, mi dava coraggio. Per inciso, a un cento punto, in una notte di neve, il paziente con il pneumotorace iperteso è arrivato e me la sono cavata: sono riuscita a mettere il tubo di drenaggio in tempo utile.Il Signore degli anelli dà coraggio perché è una storia disperata dove all'improvviso, quando tutto sembra perduto, la Grazia irrompe sulla scienza. Ma la Grazia può irrompere sulla scena perché i guerrieri non hanno mai smesso di battersi, non si sono arresi, anche quando tutto sembrava perduto. Il Signore degli anelli è un libro di fede, scritto da un uomo di fede. È la fede che permette di battersi anche quando tutto sembra perduto, la certezza che alla fine la Grazia irromperà sulla scena. Alla fine la vittoria arriva, non è detto che riusciremo a vederla mentre ancora siamo in vita, ma arriva. Non arrenderti mai e continua a batterti anche se la battaglia sembra persa: a un certo punto la Grazia arriverà sulla scena come in un film fantasy.
(Arma dei Carabinieri)
Ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 19 persone indagate per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, rapina con armi, tentata estorsione, incendio, lesioni personali aggravate dalla deformazione dell’aspetto e altro. Con l’aggravante del metodo mafioso.
Questa mattina, nei comuni di Gallipoli, Nardò, Galatone, Sannicola , Seclì e presso la Casa Circondariale di Lecce, i Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce hanno portato a termine una vasta operazione contro un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti che operava nella zona ionica del Salento. L’intervento ha mobilitato 120 militari, supportati dai comandi territoriali, dal 6° Nucleo Elicotteri di Bari Palese, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori «Puglia», dal Nucleo Cinofili di Modugno (Ba), nonché dai militari dell’11° Reggimento «Puglia».
Su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, sono state eseguite misure cautelari di cui 7 in carcere e 9 ai domiciliari su un totale di 51 indagati. Gli arrestati sono gravemente indiziati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, rapina con armi, tentata estorsione, incendio, lesioni personali aggravate dalla deformazione dell’aspetto e altro, con l’aggravante del metodo mafioso.
Tutto è cominciato nel giugno del 2020 con l’arresto in flagranza per spaccio di stupefacenti avvenuto a Galatone di un giovane nato nel 1999. Le successive investigazioni avviate dai militari dell’Arma hanno consentito di individuare l’esistenza di due filoni parallel ed in costante contatto, che si spartivano le due principali aree di spaccio della zona ionica del Salento, suddivise tra Nardò e Gallipoli. Quello che sembrava un’attività apparentemente isolata si è rivelata ben presto la punta dell’iceberg di due strutture criminali ramificate, ben suddivise sui rispettivi territori, capaci di piazzare gradi quantitativi di droga. In particolare, l’organizzazione che operava sull’area di Nardò è risultata caratterizzata da una struttura verticistica in grado di gestire una sistematica attività di spaccio di stupefacenti aggravata dal tipico ricorso alla violenza, in perfetto stile mafioso anche mediante l’utilizzo di armi, finalizzata tanto al recupero dei crediti derivanti dalla cessione di stupefacente, quanto al controllo del territorio ed al conseguente riconoscimento del proprio potere sull’intera piazza neretina.
Sono stati alcuni episodi a destare l’attenzione degli inquirenti. Un caso eclatante è stato quando,dopo un prelievo di denaro presso un bancomat, una vittima era stata avvicinata da alcuni individui armati che, con violenza e minaccia, la costringevano a cedere il controllo della propria auto.
Durante il tragitto, la vittima veniva colpita con schiaffi e minacciata con una pistola puntata alla gamba destra e al volto, fino a essere portata in un luogo isolato, dove i malviventi la derubavano di una somma in contanti di 350 euro e delle chiavi dell’auto.
Uno degli aggressori esplodeva successivamente due colpi d’arma da fuoco in direzione della macchina, uno dei quali colpiva lo sportello dal lato del conducente.
In un'altra circostanza invece, nei pressi di un bar di Nardò, una vittima era stata aggredita da uno dei sodali in modo violento, colpendola più volte con una violenza inaudita e sproporzionata anche dopo che la stessa era caduta al suolo con calci e pugni al volto, abbandonandolo per terra e causandogli la deformazione e lo sfregio permanente del viso.
Per mesi i Carabinieri hanno seguito le tracce delle due strutture criminose, intrecciando intercettazioni, pedinamenti, osservazioni discrete e perfino ricognizioni aeree. Un lavoro paziente che ha svelato un traffico continuo di cocaina, eroina, marijuana e hashish, smerciati non solo nei centri abitati ma anche nelle località marine più frequentate della zona.
Nell’organizzazione, un ruolo di primo piano è stato rivestito anche dalle donne di famiglia. Alcune avevano ruoli centrali, come referenti sia per il rifornimento dei pusher sia per lo spaccio al dettaglio. Altre gestivano lo spaccio e lo stoccaggio della droga, controllavano gli approvvigionamenti e le consegne, alcune avvenute anche alla presenza del figlio minore di una di loro. Spesso utilizzavano automobili di terzi soggetti estranei alla compagine criminale con il compito di “apripista”, agevolando così lo spostamento dello stupefacente.
Un’altra donna vicina al capo gestiva per conto suo i contatti telefonici, organizzava gli incontri con le altre figure di spicco dell’organizzazione e svolgeva, di fatto, il ruolo di “telefonista”. In tali circostanze, adottava cautele particolari al fine di eludere il controllo delle forze dell’ordine, come l’utilizzo di chat dedicate create su piattaforme multimediali di difficile intercettazione (WhatsApp e Telegram).
Nell’azione delle due strutture è stato determinante l’uso della tecnologia e l’ampio ricorso ai sistemi di messaggistica istantanea da parte dei fruitori finali, che contattavano i loro pusher di riferimento per ordinare le dosi. In alcuni casi gli stessi pusher, per assicurarsi della qualità del prodotto ceduto, ricontattavano i clienti per acquisire una “recensione” sullo stupefacente e quindi fidelizzare il cliente.
La droga, chiamata in codice con diversi appellativi che ricordavano cibi o bevande (come ad es. “birra” o “pane fatto in casa”), veniva prelevata da nascondigli sicuri e preparata in piccole dosi prima di essere smerciata ai pusher per la diffusione sul territorio. Un sistema collaudato che ha permesso alle due frange di accumulare ingenti profitti nel Salento ionico, fino all’intervento di oggi.
Il bilancio complessivo dell’operazione è eloquente: dieci arresti in flagranza, il sequestro di quantitativi di cocaina, eroina, hashish e marijuana, che avrebbero potuto inondare il territorio con quasi 5.000 dosi da piazzare al dettaglio.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce ha ritenuto gravi gli elementi investigativi acquisiti dai Carabinieri della Compagnia di Gallipoli, ha condiviso l’impostazione accusatoria della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, emettendo dunque l’ordinanza di custodia cautelare a cui il Comando Provinciale Carabinieri di Lecce ha dato esecuzione nella mattinata di oggi.
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