Evoluzione e ibridazione. Questi i temi delle 30 installazioni dell’artista belga Koen Vanmechelen, disseminate - sino al 20 marzo - nella Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi. Il contemporaneo in dialogo con il passato, per una mostra ad altissimo tasso di seduzione. Come anticipa il suo titolo.
Evoluzione e ibridazione. Questi i temi delle 30 installazioni dell’artista belga Koen Vanmechelen, disseminate - sino al 20 marzo - nella Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi. Il contemporaneo in dialogo con il passato, per una mostra ad altissimo tasso di seduzione. Come anticipa il suo titolo.Da una parte un artista belga visionario ed eclettico, Koen Vanmechelen, capace di muoversi ed unire varie forme d’arte, scienza compresa. Dall’altra il museo fiorentino degli Uffizi, custode di opere di inestimabile valore, con la migliore collezione al mondo di capolavori del Rinascimento. A unirli, una mostra dal titolo intrigante , «Seduzione », che mette in dialogo due mondi, il passato ed il presente, solo apparentemente agli antipodi, ma da sempre animati dalla stessa forza e dagli stessi concetti, primordiali e antitetici: vita-morte, umano-divino, terreno-spirituale, naturale-artificiale. Gli stessi «elementi» che si ritrovano nelle opere di Vanmechelen, 30 installazioni tutte appositamente realizzate per gli ambienti degli Uffizi ed in dialogo con le opere più iconiche della collezione museale, da Raffaello a Caravaggio, passando per Leonardo e i ritratti dei maestri fiamminghi del XVII secolo, modelli e fonti di ispirazione per tutte le generazioni di artisti.Una mostra dal forte pathos, con «contaminazioni» azzardate ma dal grande impatto estetico ed emotivo: l’arte che rimanda alla potenza della vita ed alla forza rigeneratrice, ma anche feroce e mostruosa, del mondo naturale.Ed ecco allora spiegate le enormi iguana cornute; la tigre in marmo rosso, a grandezza naturale, accucciata su un tappeto di piume di pollo al centro della celebre sala ellenistica dei Niobidi (Domestic violence il titolo dell’opera); le sculture in marmo della serie Temptation, inserite tra la statuaria classica e raffiguranti imperatori, filosofi, guerrieri, eroi, divinità con le teste ricoperte di frammenti di uova ed altri innesti organici; la straordinaria coppia di Meduse ibride in marmo e vetro, posizionate nella principale delle sale caravaggesche, quasi a custodire il celebre Scudo con testa di Medusa,un volto stravolto incorniciato da una chioma di serpenti, capolavoro di Michelangelo Merisi da Caravaggio.Per capire ancora meglio e sino in fondo il significato di «Seduzione », ecco le illuminanti parole dell’artista, Koen Vanmechelen : «In questo momento, nell'Antropocene, abbiamo bisogno di una nuova rinascita globale. Abbiamo bisogno di un Rinascimento cosmopolita. Questa nuova narrazione deve essere basata sulla comprensione dell'interconnessione di tutti gli esseri viventi. Il parallelo con il Rinascimento italiano è chiaro. L'arte, essendo pensata per il futuro, è il mezzo per favorire e proiettare nuove narrazioni nel mondo. L'arte è da sempre il tessuto connettivo dell'esistenza umana. Chiarisce, apre prospettive e connette attraverso la diversità. Aspira a seminare Ubuntu, termine bantu che si riferisce alla credenza in un legame universale di condivisione che collega tutta l'umanità. Questa realizzazione nasce vedendo nell'altro il riflesso della propria immagine di sé, una immagine che è portatrice del passato e del futuro».Koen Vanmechelen, chi èNato il 26 agosto 1965 a Sint-Truiden, in Belgio, Koen Vanmechelen è un artista multidisciplinare, che ha iniziato la propria carriera nei primi anni '90. Al centro del suo lavoro vi è il concetto di diversità bioculturale, indagato attraverso il pollo domestico e le specie primitive dalle quali è derivato. Identità, diversità, globalizzazione, diritti umani sono i temi di attualità che si intrecciano nella realizzazione dei suoi progetti. Dalle prime sculture in legno negli anni '80, allo sviluppo di Cosmopolitan Chicken Project, un vasto programma di ricerca finalizzato alla generazione di nuove razze di pollame, alla recente creazione di un immenso parco chiamato Labiomista (dove tra grandi architetture e installazioni paesaggistiche naturali, opere d'arte e animali delle specie più disparate convivono) l’arte di Vanmechelen ha - allo stesso tempo- l’obiettivo di essere espressione etica ed estetica. Nel 2010 ha ricevuto un dottorato honoris causa dall'Università di Hasselt e nel 2013 ha ricevuto il prestigioso Golden Nica Hybrid Art Award (Linz) e il Global Artist's Award (Venezia). Finora, i suoi lavori sono stati esposti in più di 80 mostre personali e 220 collettive in tutto il mondo. E’ intervenuto, come relatore, al World Economic Forum del 2008.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».






