2025-08-05
Dopo l’imputata, il condannato Avs candida Lucano in Calabria
Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, giustizialisti solo coi nemici, giocano la carta dell’ex sindaco.Cosa vuoi di più dalla vita di una imputata candidata al Parlamento europeo? Un Lucano candidato alla presidenza della Calabria! Quei due mattacchioni di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, co-leader di Alleanza Verdi e Sinistra, si sono messi in testa di avere diritto pure loro a una candidatura alla presidenza di una Regione. Bloccate o prenotate tutte le caselle, da Pd e M5s, la strana coppia punta sulla Calabria, dove le dimissioni del presidente Roberto Occhiuto anticipano le regionali al prossimo autunno. Secondo il Corriere della Sera, Avs avrebbe già in mente pure il nome: Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, attualmente europarlamentare di Avs. Lucano, ricordiamolo sempre, lo scorso febbraio è stato condannato in via definitiva a 18 mesi di reclusione, con pena sospesa, per «falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici», in merito a una delibera su un contributo ricevuto per l’accoglienza di alcuni migranti. In seguito alla condanna, lo scorso 5 luglio, Lucano è decaduto dalla carica di sindaco di Riace per decisione del tribunale di Locri. Avs ora vuole (vorrebbe) che il centrosinistra lo designasse come candidato alla presidenza della Calabria, e quindi sfidante di Roberto Occhiuto, che si ripresenterà alle elezioni. Non mancano le contraddizioni nella linea politica di Avs: ricordiamo sempre che Bonelli & Fratoianni hanno candidato alle Europee (riuscendo a farla eleggere e liberare) pure l’imputata Ilaria Salis. Ma la doppia morale resta una caratteristica inscalfibile della sinistra: liberata la Salis, candidato prima al Parlamento europeo e ora (nei loro sogni) a presidente della Regione un condannato, fanno arrestare gli avversari politici. È successo pochi giorni fa, quando a Roma è stata arrestata Carla Zambelli, deputata brasiliana di origini italiane ricercata dall’Interpol per una condanna a dieci anni di carcere in Brasile. La Zambelli, esponente del partito dell’ex presidente Jair Bolsonaro, con cittadinanza italiana, era riuscita a scappare dal Brasile dopo essere stata condannata con l’accusa di aver partecipato a un attacco hacker al sistema giudiziario nazionale. Una classica «prigioniera politica», dunque. E indovinate chi l’ha fatta arrestare? Angelo Bonelli! Proprio lui, e se ne è pure vantato: «Ieri alle ore 18.40»”, ha detto Bonelli poche ore dopo l’arresto della deputata, «ho ricevuto un’informazione con l’indirizzo di Carla Zambelli, ricercata dalla giustizia brasiliana e su cui pendeva una red notice dell’Interpol. Alle ore 19.50 ho informato la polizia di Stato, nella persona del questore di Roma, comunicando l’indirizzo della Zambelli. Alle ore 21 la Polizia ha individuato e identificato Carla Zambelli proprio in quell’appartamento, in zona Aurelio a Roma. Questi sono i fatti». Ci consentirà, Bonelli, di sottolineare quanto sia contraddittorio il suo atteggiamento, quanto sia paradossale il suo comportamento. La richiesta di estradizione brasiliana è stata firmata dal giudice della Corte suprema, Alexandre de Moraes, personaggio che definire discusso in Brasile e ormai anche negli Usa è un eufemismo: è accusato di aver utilizzato il suo ruolo per influenzare le elezioni politiche e di aver più volte oltrepassato i limiti della sua funzione. La Zambelli, se dovesse essere estradata, rischia non solo la galera, ma ritorsioni imprevedibili: eppure Bonelli si è vantato di averla fatta arrestare. Proprio lui, lo stesso Bonelli che ha fatto scarcerare la Salis e ora vorrebbe candidare Lucano. Se non ci fosse da piangere, verrebbe da ridere.
«Roast in peace» (Amazon Prime Video)
Dal 9 ottobre Michela Giraud porta in scena un esperimento di satira collettiva: un gioco di parole, sarcasmo e leggerezza che rinnova la tradizione del roast con uno stile tutto italiano.