2024-04-08
Le milizie filoiraniane dell'Iraq intensificano gli attacchi a Israele
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Il sistema di difesa aerea Iron Dome spara per intercettare un razzo sopra la città di Ashdod (Getty Images)
A sei mesi dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas, la Resistenza Islamica in Iraq (Iri), strettamente allineata con la più ampia strategia regionale dell'Iran, ha intensificato le sue attività contro lo Stato ebraico. Questi attacchi, diretti contro le raffinerie di petrolio di Haifa e un'installazione militare sulle alture del Golan, rappresentano un importante mutamento nelle strategie operative dei gruppi di miliziani sciiti.L'escalation è iniziata giovedì scorso con un sofisticato attacco di droni contro la base aerea di Ramat David, uno dei principali siti militari israeliani. Successivamente, ci sono stati attacchi alle infrastrutture vitali nella città di Ashdod, per poi culminare con l'attacco alle raffinerie di petrolio di Haifa mentre il 1° aprile 2024, Mohammad Reza Zahedi (Hassan Mahdavi), comandante della forza Qods dell'Irgc in Siria e Libano, è stato ucciso in un attacco aereo attribuito a Israele su un edificio adiacente all'ambasciata iraniana a Damasco. Reza Zahedi, 64 anni, in passato è stato comandante delle forze di terra dell'Ircg e vicecomandante delle operazioni dell'Ircg. Questi attacchi dell’Iri preoccupano le autorità israeliane che vedono la determinazione e la capacità da parte della Resistenza Islamica nel colpire all'interno del territorio israeliano. In un breve comunicato, la Resistenza Islamica ha affermato: «I nostri combattenti hanno preso di mira l’aeroporto occupante di Haifa e continueremo a distruggere le roccaforti del nemico». La Resistenza ha inoltre affermato che l'operazione è «parte della seconda fase delle operazioni contro l'occupazione, volte a sostenere il nostro popolo a Gaza e come rappresaglia per i massacri sionisti perpetrati contro civili palestinesi indifesi».Il 17 ottobre 2023, è stata resa pubblica per la prima volta l'esistenza di un'organizzazione chiamata Resistenza islamica in Iraq (al-Muqawama al-Islamiyah fi al-Iraq), quando ha rivendicato un attacco contro basi militari statunitensi in Iraq e Siria attraverso il suo canale Telegram Saberin News. L'Iri unisce le milizie sciite filoiraniane in Iraq, guidate dalla Forza Qods dell'Ircg. Queste milizie fanno parte della Mobilitazione Popolare, un'organizzazione ombrello creata per combattere l'Isis ma che ha continuato a operare anche dopo la sconfitta dell'Isis, ricevendo finanziamenti dal governo iracheno. Non sono stati resi noti i nomi dei comandanti e degli operatori dell'Iri, e nessun simbolo o logo è stato reso pubblico.Secondo uno studio del Washington Institute for Near East Policy, l'Iri può essere facilmente associata al Tashkil al-Waritheen, un altro nome utilizzato dalle milizie filoiraniane in Iraq. L'Iri ha rivendicato il primo attacco Uav alla base di al-Harir a Erbil, nella regione curda dell'Iraq, il 17 ottobre 2023. Subito dopo, l'IRI ha pubblicato una rivendicazione di responsabilità e il post di Tashkil al-Waritheen è stato cancellato. Da allora, tutte le rivendicazioni di responsabilità per gli attacchi alle basi statunitensi in Iraq e ai confini con la Siria sono state pubblicate dall'Iri. Secondo il Washington Institute, l'obiettivo dell'Iri era quello di oscurare l'identità delle milizie responsabili degli attacchi alle basi statunitensi (operazioni segrete) per evitare di essere scoperti e per mostrare l'unità delle milizie filoiraniane. Il Washington Institute sostiene che qualsiasi attacco rivendicato dall'Iri può essere collegato al movimento Hezbollah al-Nujaba ("I Nobili") e, in una certa misura, anche all'Irgc.Gli alti dirigenti delle milizie filoiraniane in Iraq, che costituiscono l'IRI, mantengono stretti contatti con Esmail Qaani, comandante della Forza Qods dell'Irgc, e con Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah. Secondo un rapporto del 18 ottobre 2023 pubblicato sul sito Arab Post, a metà ottobre 2023, Qaani si trovava in Siria per una visita segreta al fine di coordinarsi con i leader delle milizie filoiraniane in Siria e in Iraq e discutere l'escalation della campagna contro Israele. Durante la sua permanenza, è stata istituita una sala operativa congiunta per gli alleati dell'Iran in Siria e in Iraq al fine di monitorare la situazione e coordinare lo spiegamento delle forze sotto il comando dell'Irgc. Si è anche riportato che Qaani ha visitato Baghdad il 16 ottobre 2023, dove aveva programmato di incontrare i comandanti delle milizie sciite filoiraniane per discutere della loro inclusione nella campagna nelle prossime settimane. Il rapporto aggiunge che un ufficiale dell'intelligence iraniana, vicino all'Irgc, ha dichiarato che l'Iran aveva l'intenzione di intensificare il conflitto attraverso l'arena siriana, evitando il coinvolgimento del Libano per non mettere in pericolo Hezbollah, l'elemento più forte nel cosiddetto "Asse della resistenza" composto da Iran, Hezbollah, Siria, milizie irachene e Huthi yemeniti. Sono tre le figure chiave dell’IRI che sono in contatto con Esmail Qaani e Hassan Nasrallah: Abd al-Azis al-Mohammadawi, capo dello stato maggiore della Mobilitazione popolare dal 21 febbraio 2020, noto anche come Abu Fadak. Al-Mohammadawi è uno dei fondatori dei battaglioni Hezbollah e ha ricoperto numerosi incarichi all'interno dell'organizzazione. È membro della leadership (Majlis al-Shura) dei battaglioni Hezbollah dal 2003 e ha anche comandato numerose operazioni della milizia. Ha servito come segretario generale della milizia e ha istituito le sue unità speciali. Akram al-Kaabi, segretario generale della milizia al-Nujaba, e Qais al-Khazali, segretario generale di Asa'ib Ahl al-Haq. Per l'Iran, gli attacchi dei droni in Iraq servono a diversi fini strategici. Essi dimostrano la capacità dell'Iran di estendere la propria influenza oltre i propri confini, sfidare i dispositivi di sicurezza israeliani e influenzare l'equilibrio di potere regionale. Tuttavia, l'Iran deve anche considerare le conseguenze diplomatiche internazionali di tali azioni, bilanciando le sue aspirazioni regionali con la necessità di evitare un confronto diretto con le potenze globali ed in particolare con gli Stati Uniti che si preparano «a un attacco significativo» entro la prossima settimana da parte dell'Iran, «che potrebbe prendere di mira Israele o asset americani nella regione». Questo è quanto riferiscono fonti dell'amministrazione statunitense alla Cnn. Secondo Washington, l'attacco dell'Iran è «inevitabile» e si tratta di un'opinione condivisa anche da Israele. Evidente che un attacco diretto contro Israele rappresenterebbe uno dei peggiori scenari considerati dall'amministrazione Biden, poiché potrebbe portare a un'escalation rapida delle tensioni nel Medio Oriente. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu all’inizio della riunione di gabinetto di ieri ha affermato: «Per anni l'Iran ha agito contro di noi, sia direttamente che attraverso i proxy. E, quindi, Israele agisce contro l'Iran e i suoi alleati sia in modo difensivo che offensivo. Sapremo come difenderci e agiremo secondo un principio semplice: chiunque ci faccia del male o abbia intenzione di farci del male, noi gli faremo del male».