2025-10-13
Intesa Hamas e Israele sugli ostaggi. Nodo sui palestinesi da rilasciare
Oggi il summit della pace a Sharm. I miliziani assicurano: liberiamo i rapiti. Ma si tratta sulla scarcerazione da parte di Tel Aviv degli ergastolani Barghouti e Saadat. L’Anp a Blair: «Pronti a collaborare per il futuro».Ostaggi liberi entro le prime ore dell’alba di oggi. Questa la promessa, tutta da mantenere. Già nel pomeriggio di ieri Hamas dichiarava di aver «completato i preparativi» di tutti i 20 ostaggi ancora in vita, mentre il canale qatariota Al-Araby spiegava che la riconsegna non sarebbe avvenuta in un unico posto, ma in diverse zone della Striscia di Gaza. Diverse zone, ma stesso orario, queste le informazioni rilasciate invece da Gerusalemme, che si aspetta che gli ostaggi vengano riconsegnati nelle mani della Croce Rossa per poi essere trasferiti oltre il confine in Israele e portati alla base militare di Re’im nel sud di Israele, dove si riuniranno alle loro famiglie. In seguito, è previsto il trasferimento in diversi ospedali: dieci ostaggi saranno inviati allo Sheba Medical Center, cinque ostaggi al Beilinson e cinque ostaggi riceveranno cure all’Ichilov, i tre ospedali nel centro di Israele attrezzati per accogliere i prigionieri rilasciati.Intanto già questa sera, al contrario di quanto preventivato, sono previste le prime consegne dei corpi degli ostaggi uccisi. Il Forum delle famiglie degli ostaggi ieri ha fatto sapere che già a partire dalla mezzanotte la piazza degli ostaggi sarà aperta e in grado di trasmettere in diretta il rilascio dei rapiti.Prevista per domani anche la riapertura del valico di Rafah, al confine con l’Egitto, per consentire il transito dei civili che avverrà, secondo alcune fonti palestinesi, con la gestione dell’Anp in collaborazione a una missione dell’Unione europea, mentre fonti della sicurezza israeliana hanno precisato che i nomi di chi entra e chi esce dovranno essere approvati da Israele. È su un punto preciso che non molla Hamas: insiste affinché la lista definitiva dei prigionieri che Israele deve rilasciare nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco includa sette leader palestinesi di alto livello, tra cui: «Marwan Barghouti, Ahmad Saadat, Ibrahim Hamed e Abbas Al-Sayyed» ha fatto sapere più di una fonte all’Afp. Israele di contro ha ribadito che inizierà a rilasciare i prigionieri palestinesi (1.950) una volta che avrà la certezza che tutti gli ostaggi detenuti a Gaza siano arrivati nel Paese. Durante i precedenti cessate il fuoco, i resti di alcuni ostaggi sono stati identificati da esperti forensi dopo il loro ritorno in Israele. Indagine che potrebbe durare un po’, ma Israele ha assicurato che, in attesa dei riconoscimenti, i prigionieri palestinesi saranno a bordo di autobus pronti a partire. Il tema non è di poco conto, basta considerare che Yaya Sinwar, l’architetto del 7 ottobre, trucidato dall’Idf nell’ottobre del 2024, fu rilasciato nell’ottobre del 2011 insieme ad altri 1.026 detenuti palestinesi, dopo diverse condanne e vent’anni di carcere in Israele, proprio in un accordo di questo tipo. Si trattava di uno scambio concordato per la liberazione di Gilad Shalit, un soldato israeliano rapito nel 2006.Arrestato più volte da Israele, nel 1988 è stato condannato per aver avuto un ruolo nell’uccisione di due soldati israeliani e di alcuni palestinesi sospettati di collaborazione con Israele. Si era conquistato il soprannome di macellaio di Khan Yunis. Condannato a quattro ergastoli, trascorse più di venti anni nelle carceri israeliane e qui, ha ricordato di recente la Cnn, disse di aver studiato il nemico, imparando l’ebraico e leggendo tutti i libri a disposizione sui padri di Israele, da Vladimir Jabotinsky a Menachem Begin, a Yitzhak Rabin.Atteso per oggi anche il vertice in Egitto. A Sharm el Sheik oggi si sigla infatti l’intesa della prima fase della tregua tra Israele e Hamas. Al vertice parteciperà su invito anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Insieme a lei più di 20 leader, tra cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, artefice di un accordo inatteso e definito «storico», il presidente francese Emmanuel Macron, quello tedesco Friedrich Merz e il britannico Keir Starmer. Trump prima di atterrare a Sharm si fermerà a Tel Aviv per un discorso alla Knesset. Secondo quanto dichiarato dal vicepresidente americano JD Vance in un’intervista a Fox, il presidente Usa incontrerà gli ostaggi di persona, sottolineando poi a Nbc che gli Stati Uniti non intendono schierare forze militari a Gaza o in Israele. Per il vicepresidente degli Stati Uniti raggiungere la stabilità in Medio Oriente richiederà «un’influenza costante e una pressione costante dal presidente degli Stati Uniti in giù». Il vertice in Egitto, così come accordato, non vedrà la presenza di alcun esponente israeliano. Così come l’Iran che invece «nonostante sia stato invitato all’evento», non parteciperà. Tra gli artefici dell’intesa c’è anche l’ex premier britannico Tony Blair che ieri ha incontrato il vice capo dell’organizzazione per la liberazione della Palestina (Anp), Hussein al-Sheikh, in Giordania. In questo incontro l’Anp si è dichiarata pronta a collaborare con il piano di Trump che prevede appunto la possibilità che l’Autorità nazionale palestinese assuma il controllo di Gaza solo dopo aver completato le riforme. Inizialmente Gaza dovrebbe essere amministrata da un comitato tecnico palestinese supervisionato da un organismo internazionale, presieduto da Trump e Blair.Intanto può cessare l’apprensione per i componenti della Freedom Flotilla perché nessuno di loro si trova più sotto la custodia di Israele e la maggior parte di loro è stata espulsa.
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