2025-10-13
Elly a pezzi. Fra i dem pronti al ribaltone
Diamo per scontato che oggi, quando in Toscana si apriranno le urne e si conteranno i voti, vinca il centrosinistra. Nonostante i 5 stelle non siano entusiasti della sua candidatura, è praticamente impossibile che Eugenio Giani non ottenga la riconferma nel feudo rosso di Firenze e dintorni.Dietro di lui ci sono tutto il Pd e tutti i cespugli di quell’area composita che va dalla Casa riformista di Matteo Renzi alla sinistra radicale di Bonelli e Fratoianni, con annesse Ilaria Salis e Francesca Albanese. Con una simile armata Brancaleone alle spalle, se il governatore uscente non la spuntasse, per il Partito democratico e per la sua leader sarebbe una catastrofe, qualche cosa di paragonabile a uno tsunami in grado di abbattere ogni cosa, segretaria compresa.Tuttavia, anche con la vittoria di Giani, che, scorrendo i sondaggi, diamo per altamente probabile, Elly Schlein non ha motivo per ritenersi salda in sella. Ormai è evidente che a largo del Nazareno c’è chi lavora per buttarla giù. Magari non subito, forse una volta superate le elezioni regionali, cioè con l’inizio dell’anno nuovo o, al massimo, della primavera. Ma l’obiettivo di silurare la segretaria multigender e multi passaporto rimane primario per gran parte dei colonnelli del Pd.Non si tratta solo delle sconfitte accumulate da quando, a sorpresa, Schlein è stata eletta senza che i vertici del partito la vedessero arrivare. Ma delle probabili, prossime sconfitte, in particolare di quella alle politiche. Ad oggi nessuno pensa che Giorgia Meloni non riesca a terminare la legislatura. La speranza di riuscire a cogliere uno scollamento fra l’attuale maggioranza e il Paese è svanita con il risultato delle Marche. Dopo aver, per mesi, sognato un testa a testa fra il candidato del centrodestra e quello di centrosinistra, con la possibilità di uno sprint finale di Matteo Ricci, Schlein e compagni si sono dovuti arrendere di fronte a uno scarto di ben dieci punti, che in Calabria, fra Roberto Occhiuto e Pasquale Tridico, è diventato di 15. L’idea che fosse cambiato il vento e che la luna di miele fra Meloni e gli italiani volgesse al termine è stata clamorosamente smentita e, dunque, oggi alla sinistra tocca fare i conti con la realtà. Prima del 2027, far sloggiare il centrodestra da Palazzo Chigi sarà impossibile. Dunque, bisogna prepararsi per la campagna elettorale che si terrà fra un anno e mezzo, quando, se non ci saranno incidenti al momento non immaginabili, Meloni e i suoi alleati si presenteranno compatti.Per la prima volta nella storia della Repubblica avremo un premier che è riuscito a concludere la legislatura alla guida dello stesso governo. E per la prima volta in quasi ottant’anni di storia potremmo avere un presidente del Consiglio che si candida a succedere a sé stesso. E qui sta il problema, che la probabile vittoria di Giani non può risolvere. Elly Schlein è in grado di battere Meloni alle politiche? I primi a non crederlo sono gli stessi compagni della segretaria che, a prescindere da quante Regioni sarà riuscita a strappare, sono certi che non potrà mai conquistare il governo del Paese. Men che meno potrebbe farcela Giuseppe Conte, l’altro leader dell’armata Brancaleone della sinistra, che, pur avendo la metà dei voti del Pd, non ha messo da parte l’idea di un suo ritorno a Palazzo Chigi. Pure Matteo Renzi ambisce ad avere un ruolo centrale e con la sua Casa riformista, creatura sorta dalle ceneri di Italia viva, spera di riuscire a imporre come candidato premier Silvia Salis, valchiria ligure che la narrazione dell’ex presidente del Consiglio accredita da tempo come possibile competitor di Meloni.In realtà, il vero candidato della sinistra resta Paolo Gentiloni, detto Er moviola per la sua capacità di muoversi al rallentatore. Zitto zitto, senza avere truppe né una corrente, l’ex ministro, scelto per guidare gli Esteri solo perché ritenuto un peso piuma incapace di far ombra a chicchessia, è diventato presidente del Consiglio. Secondo i calcoli di Matteo Renzi, avrebbe dovuto restare a Palazzo Chigi il meno possibile, giusto il tempo di nuove elezioni, che lo stesso Renzi era certo di poter vincere. Come sia finita, si sa. E si sa anche che, dopo aver governato per un anno e mezzo, Gentiloni ha trovato casa a Bruxelles come commissario Ue. Da circa dieci mesi, però, l’ex premier è disoccupato ed è ovvio che la condizione non gli piaccia. Infatti, non manca occasione di far sentire la sua voce, a volte per criticare il governo, altre - come l’altro ieri - per prendere le distanze dai 5 stelle. In pratica, si considera una riserva della Repubblica.Pronto a fare il segretario del Pd, ma anche il presidente del Consiglio. E se serve, perché no, perfino il presidente della Repubblica. Già, tra le ragioni che agitano la sinistra c’è pure il futuro rinnovo della più alta carica istituzionale. Mattarella scadrà nel 2029 (14 anni possono bastare) e, anche se mancano quattro anni, c’è chi riflette sul fatto che sarà il prossimo Parlamento a decidere il capo dello Stato. E una maggioranza guidata da Giorgia Meloni avrà i numeri per mandare al Quirinale un esponente di centrodestra, interrompendo la serie dei presidenti di centrosinistra. Un motivo in più per defenestrare Elly Schlein e provare un Gentiloni contro Meloni.
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Eugenia Roccella (Getty Images)