2020-05-16
Milano sott’acqua, Sala sogna il bar al mare
Il video surreale del sindaco. Cinque ore di diluvio sulla città, il quartiere Niguarda allagato dal Seveso, metro bloccata, cittadini a spalare fango. Ma lui straparla: fa lo spot alle vacanze estive all'Idroscalo però non vede l'ora di essere a Zoagli con un gin tonic.«Alboreto is nothing». Mentre il quartiere Niguarda va sott'acqua e la gente spala fango dalle strade, il sindaco Giuseppe Sala vive una surreale giornata da Dogui, il memorabile milanese imbruttito interpretato da Guido Nicheli. I suoi consigli per la fase 2 nel capitolo Vamos a la playa sono da film dei fratelli Vanzina: trascorrere le vacanze estive all'Idroscalo o al massimo andare in Liguria come farà lui. Ovviamente con un gin tonic a portata di labbra. Sulla focaccia con le cipolle non si pronuncia. La maionese impazzita dal punto di vista mediatico è la sintesi di alcune interviste, interventi social e del video quotidiano stile sitcom anni Novanta con Raimondo Vianello, nel quale il primo cittadino di Milano indica profeticamente la via ai concittadini. In questo caso si parte con Instagram, dove Sala posta una foto con dell'acqua alle spalle, ma non può essere quella esondata la notte successiva dal Seveso. La didascalia spiega tutto: «Idroscalo. Ce Mèlane tenève u màre, avèv'a ièsse na piccòla Bbàre (Se Milano avesse il mare sarebbe una piccola Bari)». Con il guizzo liceale di condividere la genialata - certamente inventata nel giorno di riposo del suo staff di comunicazione - con il sindaco di Bari e collega di partito, il piddino Antonio Decaro. Un momento liberatorio di ilarità è comprensibile, meno se arriva a ridosso dell'alluvione notturna (ma non poteva prevederla), dell'epidemia che non se ne vuole andare con la stessa rapidità che nel resto d'Italia e di un decreto governativo che riserva ai Comuni la metà degli aiuti richiesti - tre miliardi invece di sei - per far fronte alla drammatica emergenza sociale. Decaro è anche il presidente Anci, rappresentante ufficiale dei sindaci italiani, ed è presumibile che abbia poca voglia di ridere. Nello spot per l'Idroscalo, il sindaco di Milano spiega che «sarà un luogo totalmente sicuro. Gli ingressi saranno contingentati, gli spazi sanificati e sarà fornita la mascherina gratuitamente a chi non ne è dotato». Sala magnifica l'effettiva magia del posto, ricorda la storia della pista d'ammaraggio per idrovolanti nell'epopea delle trasvolate e pur sorvolando sulle zanzare quadrimotori fa venire voglia di seguirlo. Però la sua vacanza italiana non sarà lì. Fa sapere infatti in un altro video ripreso dall'agenzia Adnkronos che preferisce il mare vero. Lui può. Già dal titolo si intuisce che all'Idroscalo in canottiera ci manda i giargiana (dicesi giargiana nel linguaggio Ztl dei fedelissimi di Sala il milanese della periferia e della cintura): «Sogno un gin tonic seduto al bar al mare». Anche i sindaci hanno momenti di sofferenza. Spiega il borgomastro dem: «Mi manca il caffè seduto al bar, aspetterò. Io mi sento un uomo da bar, mi piace mettermi seduto all'aperto bevendo qualcosa, come un gin tonic. Il massimo è al mare. Egoisticamente starò attento solo a una data per andare in Liguria, alla casa che ho sopra Zoagli dove mi libero di tutto».Milano-Zoagli obiettivo gin tonic, verrebbe da aggiungere il fatidico «taaac». E i milanesi all'Idroscalo. In queste settimane Sala sembra fuori sincrono, più preoccupato di rimanere sulla cresta dell'onda con azioni di marketing a effetto - la guerra dei pennarelli, le piste ciclabili random, la benedizione di Greta Thurnberg, gli attacchi gratuiti ad Attilio Fontana - che di sentire il respiro della città. Gli effetti di vedono: in un sondaggio del sito Io amo Milano non riesce a raggiungere la sufficienza. Su un campione di 3500 persone il 47% è favorevole alle sue uscite pop ma il 53% è contrario.Difficile che ieri mattina i consensi siano aumentati, dopo la bomba d'acqua che si è rovesciata su Milano. Un uragano durato cinque ore, il quartiere Niguarda allagato come da tradizione dal Seveso, alberi caduti, la Metro 2 fermata alla stazione di Famagosta, la gente per strada a spalare fango dai marciapiedi e dalle auto in sosta. Il problema è il fiume, ma lo è da decenni e Sala è in mezzo al guado come i suoi predecessori. Nessuno può attribuire responsabilità atmosferiche, ma scarichi e tombini non devono avere funzionato alla perfezione. Il sindaco ha imparato dal commissario Domenico Arcuri la poco nobile arte dello scaricabarile, quindi la esercita. Così come i milanesi erano colpevoli del passeggio sui Navigli (non lui che non mandò i vigili) e i giornalisti della tonnara sotto la casa di Silvia Romano (non i suoi ghisa che stavano a guardare), la colpa dell'esondazione è sì del Comune, ma quello di Bresso. «Senza le tre vasche di laminazione a Lentate, Senago e Bresso Parco Nord la situazione non si risolverà», spiega Sala. «Ci preoccupa Bresso perché c'è una gara aggiudicata ma da due anni fronteggiamo ricorsi. Pare che il Tribunale delle acque deciderà in giugno». Quando i milanesi saranno all'Idroscalo ad ammazzare zanzare e lui a Zoagli col gin tonic.
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello (Imagoeconomica)
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello: «Dopo il 2022 il settore si è rilanciato con più iscritti e rendimenti elevati, ma pesano precariato, scarsa educazione finanziaria e milioni di posizioni ferme o con montanti troppo bassi».