2025-06-05
Milano, sciopero della fame per i rimasti senza casa
Scioperanti della fame del comitato «Famiglie sospese, vite in attesa» a Milano
Il portavoce del Comitato: «I nostri risparmi meritano rispetto». Beppe Sala testimone sulla Torre di via Stresa. Incendio alla Barona.Un cronometro digitale scandisce i giorni - ormai 320 -, che migliaia di famiglie milanesi trascorrono in attesa della casa acquistata ma mai consegnata. È il simbolo scelto dal comitato «Famiglie sospese, vite in attesa», tornato ieri in piazza della Scala, sotto le finestre di Palazzo Marino, per chiedere una soluzione urgente alla paralisi edilizia che blocca decine di cantieri in città. La protesta ha dato il via a uno sciopero della fame itinerante, con una tappa al giorno nei cantieri fermi. La prima è stata lo Scalo House in via Valtellina 38.«Abbiamo ricevuto tante promesse, ma nessuna risposta concreta», ha dichiarato Filippo Maria Borsellino, portavoce del Comitato: «Il limbo in cui ci troviamo da quasi un anno è diventato insostenibile. Non possiamo più aspettare».La richiesta avanzata dal Comitato è una sola: l’introduzione di una legge nazionale retroattiva che consenta di sbloccare i progetti edilizi fermi a causa delle inchieste urbanistiche e tuteli le famiglie che hanno acquistato immobili sulla base di permessi rilasciati dal Comune. «Abbiamo incontrato Comune, Procura e costruttori», aggiunge Borsellino, «ma tutto è fermo. Ogni giorno che passa ci allontana da un diritto basilare: entrare nella casa per cui abbiamo investito i nostri risparmi». Il sindaco Beppe Sala, in più occasioni, aveva garantito un impegno concreto per trovare una via d’uscita, ma le soluzioni promesse si sono rivelate, finora, insufficienti.Secondo le stime del Comitato, i nuclei familiari coinvolti sono almeno 4.000 ma, considerando anche gli altri edifici interessati da procedimenti simili, il numero potrebbe salire a 14.000 famiglie e coinvolgere circa 39.000 persone. Una parte intera di città «sospesa» tra cantieri bloccati, incertezze normative e silenzi istituzionali. «Non chiediamo risarcimenti o scorciatoie», precisa Borsellino, «ma una norma chiara che protegga chi ha agito in buona fede. Non vogliamo ostacolare la magistratura, ma serve una risposta politica, rapida e condivisa. I nostri sacrifici meritano rispetto».La mobilitazione continuerà nei prossimi giorni, con lo sciopero della fame spostato quotidianamente davanti a un cantiere diverso. Ogni sera il Comitato annuncerà la nuova tappa. «Continueremo finché qualcuno non si assumerà la responsabilità di sbloccare questa situazione».Sul fronte giudiziario, ieri si è svolta anche la seconda udienza del processo Torre Milano, uno dei casi simbolo delle inchieste urbanistiche. Il giudice della settima penale ha ammesso tra i testimoni lo stesso Sala, chiamato dalle difese, insieme alle ex ministre Fabiana Dadone e Paola De Micheli, di M5s e Pd. Le loro testimonianze serviranno a chiarire l’interpretazione normativa alla base delle autorizzazioni contestate.Nel processo sono imputati in otto, tra cui i costruttori Stefano e Carlo Rusconi (società Opm), l’architetto Gianni Beretta, e vari ex dirigenti comunali, tra cui Giovanni Oggioni e Franco Zinna. Le accuse della Procura sono abuso edilizio, lottizzazione abusiva e falso. L’abuso d’ufficio è decaduto dopo la riforma Nordio, il reato di falso è prescritto, ma restano aperte le questioni urbanistiche.Torre Milano, completata nel 2023 in via Stresa, è una torre di 24 piani che, secondo l’accusa, sarebbe stata indebitamente qualificata come ristrutturazione per eludere le norme su nuove costruzioni. Il Comune, pur parte offesa, ha scelto di non costituirsi parte civile. L’ha fatto invece una residente della zona, da anni contraria al progetto.A rendere ancora più complessa la giornata per l’amministrazione milanese, ieri mattina è divampato un incendio in un appartamento di via Felice Lope de Vega 50, nel quartiere Barona. Il rogo è partito dal secondo piano di un edificio di nove piani e ha causato un’intossicazione da fumo a 28 persone, di cui 18 sono state trasportato in ospedale. Nessuno è rimasto ustionato. L’incidente ha riacceso l’attenzione sulla sicurezza degli edifici, in particolare nelle zone periferiche, già alle prese con disagi strutturali e carenza di manutenzione.
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