2024-10-12
Milano, Greta in piazza con la kefiah mischia Palestina, indios e clima
Corteo con la Thunberg. Ma i Verdi tedeschi la scaricano per le posizioni anti Israele.Non ci dormivamo la notte, ormai da tre anni, e ci chiedevamo: «Quando tornerà Greta Thunberg a Milano?». È pur vero che la Salis ha colmato molto del vuoto prodotto dall’assenza della Thunberg ma, come c’è scritto sulle pastiglie Leone, «diffidate dalle imitazioni». Noi rivolevamo Greta e, finalmente, ieri, è tornata a Milano dopo ben tre anni di assenza, tre anni di attesa interminabile, febbrile eppure fiduciosa, a tratti logorante ma comunque paziente. Tornerà. È tornata. Tanto per non farsi mancare nulla indossava la kefiah. Ha dichiarato di essere lì come manifestante e che non intendeva rilasciare dichiarazioni. Ormai è pervasa da un senso di riservatezza e nascondimento e, secondo gli insegnamenti di san Benedetto, sta salendo i dodici gradini verso l’umiltà. Evidentemente pensa che la sua presenza sia già in sé profetica ed emani contenuti reali anche se invisibili e che, quindi, possa agire senza parlare. Insomma, un po’ come i Santi, ecco.Comunque, tra il lusco e il brusco (e forse anche un po’ di Lambrusco), ieri mattina all’incirca un migliaio di studenti si sono radunati con alla testa la Thunberg che ha utilizzato il movimento contro il cambiamento climatico per manifestare contro Israele a favore della Palestina. Come si dice «tutto fa brodo». Ieri era venerdì e, infatti, il movimento da lei fondato si chiama Fridays for future che poi è come dire un week end lungo perché il future del Friday sono il sabato e la domenica. Ci unisco un bel Fridays for future e mi faccio tre giorni di vacanza. Nella manifestazione gli attivisti del clima si sono uniti «come un sol uomo» ai collettivi dei licei milanesi e a gruppi universitari. I cori hanno riguardato la Palestina e la sua difesa, hanno sostenuto che si stanno distruggendo i territori che diverranno cenere e poi terreno per le multinazionali, cioè si tratterebbe di una guerra per un nuovo piano regolatore urbanistico. Poi hanno detto che erano in piazza per le scuole che gli cascano in testa e che lo Stato taglia i fondi all’istruzione per finanziare la guerra. Tra i cartelli ce n’era uno particolarmente significativo: «Anche i dinosauri pensavano di avere tempo». Vero, «anche molti uomini e donne pensano di avere il cervello», aggiungiamo noi. Il massimo l’hanno raggiunto all’altezza di via Cristoforo Colombo per protestare contro ciò che ricordiamo oggi, l’anniversario della scoperta dell’America, sostenendo che a scuola gli hanno insegnato che Cristoforo Colombo era un genio mentre la sua scoperta ha dato vita solo a secoli di schiavitù e sfruttamento. «Ma è nata la resistenza e noi la portiamo avanti», evidentemente hanno scoperto la macchina del tempo e lottano accanto agli indios e a Bartolomé de Las Casas (lascia perdere che non sanno chi sia ma, magari, qualcuno lo legge e lo impara anche). Da veri antifascisti hanno fatto di tutta l’erba un fascio: Palestina, Israele, i tetti delle scuole, Colombo, gli indios, il colonialismo. Mischione che non è piaciuto al ministro federale dell’Agricoltura tedesco, Cem Özdemir: «Il fatto che partecipi alle manifestazioni filo palestinesi è terribile». Che dietro a Greta Thunberg - ormai è noto a tutti salvo probabilmente ai manifestanti di ieri - ci siano state multinazionali inquinanti che l’hanno foraggiata questo non conta. Conta che la signorina - non ci risulta che nel frattempo si sia sposata e nel caso ce ne scusiamo - in questa età dell’inconsistenza l’hanno fatta parlare anche in consessi internazionali spellandosi le mani dagli applausi per poi non fare nulla di quello che diceva, ma anche questo non conta. Alla fine, cosa rimane di tutto questo? Cosa resta di questo pasticcio ideologico che mette tutto insieme? Cosa si sedimenta di tutto ciò a livello culturale e politico? Quali ideali? Ma, prima di tutto, quali proposte fattibili per rendere il mondo migliore? Nulla, nessuna, rimane il vuoto. Il vuoto mentale che produce il vuoto materiale: una nuova legge della fisica, la fisica della Thunberg. Non siamo messi tanto bene in questa nostra epoca. Quando arriva a dominare ciò che è inconsistente il futuro non lascia intravvedere cose buone. Sul nulla non si costruisce qualcosa. Dicevano i latini: «Ex nihilo nihil datur», dal nulla nulla viene. So che per la Thunberg e compagnia bella la citazione latina è un po’ sprecata, ma almeno contiene in sé un significato chiaro e inequivocabile. La potremmo straformare così: «Ex Thunberg et thunberghini nihil datur». Amen.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)