2024-11-13
Mentre Lepore ciancia di fascismo a Bologna la criminalità fa il botto
Mentre Lepore (Getty images)
Il capoluogo emiliano è al secondo posto per violenze sessuali denunciate (ben 219 nel 2023) e percosse. Nei bar della città si spaccia e si «ricicla». Ma per il sindaco il problema sono i cortei (autorizzati) di destra.Per carità, nell’Italia del 2024 nessuna persona sana di mente può desiderare le camicie nere che scorrazzano per le vie del centro, tra i turisti che mangiano il gelato e si fanno i selfie. Ma quando sei il sindaco di una città come Bologna, al sesto posto nella classifica italiana della criminalità per numero di denunce e al secondo per violenze sessuali, prima di lanciarsi in paralleli arditi sarebbe il caso di farsi l’esame di coscienza.A una settimana dal voto per le regionali dell’Emilia Romagna, a Bologna nel weekend si è perso un po’ la testa. Le violenze di sabato hanno infiammato gli animi della politica. I collettivi antifascisti sono entrati in contatto con le forze dell’ordine, mentre tentavano di raggiungere il corteo dell’estrema destra. Giorgia Meloni ha criticato «una certa sinistra che continua a tollerare e foraggiare i facinorosi». Il suo vice Matteo Salvini è andato un po’ più pesante è ha detto che «bisogna chiudere i centri sociali occupati dai comunisti, covi di criminali e zecche rosse». E il sindaco di Bologna, il piddino Matteo Lepore, ha censurato la gestione dell’ordine pubblico e ha accusato «il governo che ha mandato le camicie nere a Bologna». Ipotizzando, insomma, un collegamento diretto tra Palazzo Chigi e il corteo con i militanti della Rete dei Patrioti (che a Bologna hanno fatto spesso ronde anti criminalità). Già, la criminalità. Quella è una cosa seria e c’è a prescindere dalle polemiche elettorali. Se si prendono i dati di una fonte assolutamente terza, ovvero le classifiche annuali del Sole 24 Ore sulla qualità della vita, si scopre che Bologna non sta messa per nulla bene. I dati pubblicati a settembre, riferiti all’intero 2023, vedono la roccaforte della sinistra al sesto posto in Italia per numero di reati denunciati, dietro a Milano, Roma, Firenze, Rimini e Torino. Il dato di Bologna è di 5.539 denunce ogni 100.000 abitanti, che al netto dell’apprezzato senso civico dei cittadini, è comunque un brutto segnale. A luglio, inoltre, sempre il quotidiano della Confindustria aveva indagato sulle tipologie di reato e anche qui la città delle due torri non s’era coperta di gloria, anzi. Bologna è risultata essere la seconda città per violenze sessuali, che nel 2023 sono state 219 (denunciate), con ben 15 ai danni di minori di 14 anni. Non sono andate molto meglio le cose neppure in questo 2024, con alcuni casi che hanno scioccato le bolognesi e i bolognesi. Per esempio, il 29 maggio una donna si è buttata dal balcone in pieno centro pur di sfuggire a una banda di aguzzini che l’aveva violentata fino a poco prima. Alla fine di una complicata indagine, sono stati arrestati due uomini e un ragazzo minorenne. Un altro stupro di gruppo si è consumato la scorsa primavera in una casa occupata, nel palazzo popolare di via de’ Carracci.La città amministrata da Lepore figura anche al secondo posto in Italia per i reati informatici e le percosse e conquista il sesto posto per estorsioni e rapine, mentre è in settima posizione per i furti e in nona per i danneggiamenti. E se la presenza delle mafie in Emilia Romagna, come hanno dimostrato le inchieste Aemilia, vede il Reggiano come epicentro dell’infiltrazione della ’ndrangheta, a Bologna si ricicla e si spaccia nei locali del centro, come a Roma e come in tutte le città turistiche. Non è ovviamente compito del Comune individuare e arrestare i mafiosi, ma sarebbe suo dovere almeno non chiudere gli occhi su occupazioni abusive del suolo pubblico, su evidenti irregolarità amministrative nella gestione di ristoranti e pizzerie, e sulla vendita di droga. Un mese fa, solo per citare l’ultima operazione antimafia, la guardia di finanza ha messo i sigilli a una serie di ristoranti e pizzerie in centro con i quali la camorra riciclava a tutto spiano. I locali nel salotto di Bologna andavano talmente bene che i loro titolari avevano «diversificato» anche in Germania. Il fatto è che anche a Bologna il riciclaggio si vede a occhio nudo ed è un fenomeno alla portata dei vigili urbani: basta guardare quanto velocemente passano di mano i locali del centro, nonostante ristrutturazioni sfarzose. E in un’altra operazione antimafia, quest’autunno, sono stati sequestrati anche dei «sushi bar», «ostrica bar» e altre pacchianate spuntate un po’ come funghi nella città dei tortellini. Meno inquietanti, ma non meno gravi, sono poi le tantissime occupazioni abusive della città. Le case occupate sono decine e i controlli sono stati intensificati solo recentemente. In uno di questi, il mese scorso, in un appartamento è stato trovato anche un chilo di droga. E ad agosto ha fatto molto discutere che il sindaco Lepore abbia «legalizzato», con un accordo ad hoc, un intero immobile occupato abusivamente da anni, presentando la faccenda come soluzione «innovativa e pragmatica». Da cui si ricava che invece stare in affitto nelle case del Comune e pagare regolarmente sarebbe retrogrado e da idealisti. Ma nella città dove anche la torre della Garisenda è a rischio crollo, il primo cittadino ha il problema della «camicie nere». Forse perché quei giovani con cui se l’è presa sabato sono gli stessi che in passato hanno organizzato ronde anticriminalità in periferia. Un affronto imperdonabile, nella città dove tutto va bene.
13 ottobre 2025: il summit per la pace di Sharm El-Sheikh (Getty Images)
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