2023-09-30
Meloni: «Tutti solidali con i confini altrui». Primi fondi per Tunisi
Ursula von der Leyen, Emmanuel Macron e Giorgia Meloni (Ansa)
Il premier a Malta per Med9 incontra Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen. Matteo Piantedosi: «La tratta vale 7 miliardi, smista il 90% degli arrivi».«Non si può fare solidarietà con i confini degli altri». Non manca il dono della sintesi a Giorgia Meloni, che utilizza una battuta fulminante per mettere la Germania di fronte alle proprie responsabilità. Il tema è quello dei migranti, la solidarietà è quella che il governo di Berlino sbandiera ogni giorno difendendo e foraggiando le Ong tedesche che caricano immigrati nel Mediterraneo e li trasportano in Italia. La Meloni è a La Valletta, per partecipare a un vertice del Med9, un gruppo che raccoglie nove Paesi mediterranei membri dell’Unione europea: Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Malta, Slovenia e Croazia. Nell’ambito del vertice, si svolge anche un trilaterale tra la Meloni, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente francese, Emmanuel Macron. «Io capisco la posizione del governo tedesco», argomenta la Meloni, «ma se loro vogliono tornare indietro sulle regole delle Ong, allora noi proponiamo un altro emendamento in forza del quale il Paese responsabile dell’accoglienza dei migranti che vengono trasportati sulla nave di una Ong è quello della bandiera della nave». Il riferimento del presidente del Consiglio è allo stop imposto dall’Italia alla ratifica del regolamento delle crisi inserito nel Patto sulla migrazione e l’asilo: «Ho trovato qui posizioni molto decise sulla questione», aggiunge la Meloni, «anche la distinzione che si deve fare tra il lavoro che fanno alcune Ong e il lavoro che fanno altre Ong. Se Emmanuel Macron è sulla stessa linea? Non mi pare che ne abbia parlato. Ho avuto degli scambi con il cancelliere Olaf Scholz nella giornata di ieri (l’altro ieri, ndr)», aggiunge la Meloni, «la Germania è arrivata con alcuni emendamenti, uno in particolare, quello che riguarda le Ong, per noi rappresenta un passo indietro. Abbiamo chiesto di avere tempo, non si poteva decidere ieri così». L’Italia chiede che venga chiarito bene il passaggio sulle «strumentalizzazioni» delle migrazioni, contenuto nel testo. Questo termine, per il nostro governo, non può e non deve essere riferito solo a Paesi extraeuropei, che magari aprono e chiudono i rubinetti della migrazione per ottenere finanziamenti, ma pure alle Ong, che costituiscono nei fatti un fattore importante di pressione politica sui governi. Tre giorni fa il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, lo ha detto al tavolo dei ministri dell’Interno europei, a Bruxelles: per l’Italia questo testo non va bene. E non lo ha firmato. Lo stesso Piantedosi, intervenendo alla sessione introduttiva della conferenza internazionale per il Ventennale della Convenzione di Palermo, rivela numeri e cifre impressionanti relative alla tratta di esseri umani gestita dalle organizzazioni criminali che lucrano sull’immigrazione clandestina: «Secondo gli studi condotti da Europol», spiega Piantedosi, «oltre il 90% dei migranti irregolari giunti nel territorio europeo si è avvalso dei trafficanti, durante tutto o parte del viaggio. L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine stima, inoltre, che a livello globale il business del traffico migranti generi affari per 6-7 miliardi di euro ogni anno, a cui vanno aggiunti i proventi ottenuti dal successivo sfruttamento delle vittime con il racket della prostituzione, del lavoro nero, dell’accattonaggio, solo per citare alcuni esempi. Sebbene si tratti di fenomeni criminali distinti», aggiunge Piantedosi, «stiamo purtroppo assistendo con forte preoccupazione alla sempre più frequente loro interazione. Numerose indagini hanno accertato, infatti, che l’adescamento delle vittime e il loro assoggettamento a forme di sfruttamento spesso si manifestano già durante il percorso migratorio». Il dato relativo al volume d’affari della tratta di esseri umani verso l’Italia non è stato disaggregato dall’Europol, ma è evidente che si parli di miliardi di euro. Collaborare con i Paesi d’origine è fondamentale, ed è quello che sta tentando di fare la Meloni, ma intanto il memorandum firmato a luglio tra la presidente della Commissione europea, Von der Leyen, e il leader della Tunisia, Kais Saïed, al termine di un lungo lavoro diplomatico del nostro premier, è ancora fermo perché i finanziamenti per 255 milioni di euro promessi da Bruxelles a Tunisi per potenziare i controlli non sono ancora stati erogati: «Quello che so io», dice la Meloni a questo proposito, «è che la settimana prossima parte la prima tranche. Per l’Italia la priorità era ed è la questione migratoria, sono contenta per la convergenza che abbiamo trovato al Med9. È tempo di affrontare la questione in modo concreto e definitivo. Chi ha ritenuto che di fronte a quello che sta vivendo l’Africa il problema potesse essere chiuso nei confini di una sola nazione ha preso un abbaglio. In assenza di risposte strutturali», avverte la Meloni, «prima saranno travolte le nazioni di primo approdo, ma poi tutti gli altri». «L’incontro è andato bene, come sempre», commenta da parte sua Macron, «Abbiamo potuto fare passi avanti. Con la Commissione abbiamo trovato un approccio che proporremo ai colleghi per dare una risposta comune a questa che è una sfida totalmente europea. Penso che la capacità europea di prevenire questi flussi sia la chiave».
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)