
Il premier, in visita per il G20, candida l’alleato di Mosca come mediatore: «Usciamo dallo schema Occidente contro il resto del mondo». La replica: «Pronti a contribuire», anche se la condanna all’invasione non arriva.È iniziato nella maniera migliore il tour tra Asia e Medio Oriente del presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, che è atterrata ieri a Nuova Dehli, in India, dove si svolge il vertice del G20. Meloni è accompagnata dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, presente per la riunione dei ministri degli Esteri del G20 (che poi si concluderà senza dichiarazione congiunta finale). Al suo arrivo nella residenza del premier indiano, Narendra Modi, ha trovato un picchetto delle forze armate indiane di terra, della marina, dell’aeronautica e della cavalleria. «Una splendida accoglienza. È il mio primo viaggio bilaterale in Asia dall’inizio del mandato, nel 75° anniversario delle nostre relazioni bilaterali. Sono certa che riusciremo a rafforzarle», ha detto Giorgia Meloni. Molti i temi in discussione, visto che tra il nostro Paese e l’India le relazioni sono ottime, tanto che nell’interscambio commerciale si è raggiunto il record di quasi 15 miliardi di euro, più che raddoppiato in appena due anni: «Ma siamo convinti che si possa fare di più, è una scelta strategica», ha sottolineato Meloni, che ha definito Modi «il leader più amato al mondo». Per il quotidiano The Hindu è stato firmato un accordo nel settore della Difesa, che «avrà una cornice che consentirà altre intese fra i governi dei due Paesi».Impossibile non parlare della guerra in Ucraina e in tal senso il premier italiano ha affermato durante la conferenza stampa congiunta: «Credo che condividiamo l’auspicio che l’India possa, in qualità di presidente del G20, svolgere un ruolo centrale nella facilitazione di un percorso negoziale verso la cessazione delle ostilità e una pace giusta in Ucraina». Modi, nel suo discorso di apertura del G20, ha invitato tutti «a superare le divisioni sull’Ucraina», esortando il gruppo ad affrontare le sfide del presente e del futuro: «L’esperienza degli ultimi anni di crisi finanziaria, cambiamenti climatici, pandemie, terrorismo e guerre dimostra chiaramente che la governance globale ha fallito. Dobbiamo tutti riconoscere che il multilateralismo è oggi in crisi». L’India, che presiede il G20 del 2023, ha consolidati rapporti con la Russia e non è certo casuale il fatto che il premier Modi non abbia mai condannato l’invasione russa dell’Ucraina, nemmeno nella dichiarazione congiunta finale, nella quale solo Roma è risultata netta. A questo proposito occorre ricordare che gli indiani sono ottimi clienti dell’industria bellica russa, inoltre, nel corso del 2022 hanno aumentato le importazioni di petrolio russo, a differenza dei Paesi occidentali. «Faremo tutto quello che possiamo per sostenere la presidenza indiana per fare passi in avanti e dimostrare la nostra amicizia», ha assicurato Meloni al premier indiano. «Modi conosce la posizione italiana di pieno sostegno all’Ucraina. Condividiamo l’auspicio che l’India, in qualità di presidente del G20, possa avere un ruolo per facilitare un percorso verso la cessazione delle ostilità», ha aggiunto il premier italiano al termine del bilaterale. E sul multilateralismo il premier italiano non si è sottratto: «Non alimentiamo la falsa metafora di un mondo diviso, l'Occidente contro il resto. L’incrollabile unità di fronte alla crescente minaccia alla pace e alla stabilità internazionale è un interesse comune». Un invito che ha incassato la replica dei padroni di casa: «L’India prontissima a contribuire a qualsiasi progetto per la pace». Giorgia Meloni ha poi visitato il Raj Ghat (Memoriale di Gandhi), dove ha scritto un suo messaggio sul libro d’onore: «Vi sono al mondo pochi esempi di un uomo che, solo, abbia compiuto la resurrezione del proprio Paese con la forza del pensiero e la dedizione estrema durata tutta la vita. Così il grande Mahatma Gandhi parlava di Giuseppe Mazzini, uno dei padri del Risorgimento italiano, fonte d’ispirazione anche per quello indiano. Due patrioti che con le loro azioni e le loro opere hanno indicato il cammino ai nostri popoli. Italia e India, civiltà millenarie che hanno combattuto per la loro indipendenza e sono oggi unite nella difesa della democrazia e della libertà». Dopo aver incontrato il presidente indiano Droupadi Murmu, il premier italiano è stato l’ospite d’onore al Raisina Dialogue, conferenza di geopolitica e geoeconomia che si svolge ogni anno a New Delhi e che è giunta all’ottava edizione. Nel suo intervento al Raisina Dialogue il premier italiano è tornato a parlare della guerra in Ucraina: «Gli avvenimenti del 24 febbraio ci hanno portato indietro al XX secolo: la settimana scorsa ero a Kiev e ho visto con i miei occhi la dura realtà sul campo, ho visto la forza dello spirito nazionale ucraino tra la distruzione e non possiamo consentire che i fondamenti del diritto internazionale siano minacciati». Prossima tappa del viaggio di Giorgia Meloni gli Emirati Arabi Uniti, con i quali nel recente passato non sono mancati gli attriti, come nel gennaio 2021, quando il governo Conte II decise di revocare le autorizzazioni all’export di missili e bombe verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, due Paesi sunniti che combattono contro i ribelli sciiti dello Yemen. Pronta la ritorsione del principe Mohammed Bin Zayed, che nel luglio 2021 decise la chiusura forzata della base di Al Minhad, che per anni la nostra Difesa aveva utilizzato come centro logistico per le missioni in Afghanistan, in Somalia, in Kuwait e in altre regioni del Golfo Persico. L’emiro che ritiene ancora oggi la decisione italiana un affronto personale, in seguito vietò il sorvolo al Boeing dell’aeronautica militare italiana diretto a Herat per la cerimonia della conclusione della missione delle truppe italiane in Afghanistan. Sempre a proposito di cattivi rapporti vanno ricordati i casi Etihad-Alitalia e il progetto di drone di Piaggio Aerospace.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





