
Tutto pronto in Puglia: ci saranno 9.600 agenti e Tim garantirà la cybersecurity.Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si trova già a Borgo Egnazia. Poche ore di relax prima di prepararsi ai primi arrivi delle delegazioni che parteciperanno al G7 ospitato dall’Italia. Da domani a sabato, infatti, i 7 grandi del mondo, Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Giappone si riuniranno in Puglia ospitati da un’Italia che si presenta forte del risultato delle ultime elezioni europee. La coalizione che appoggia il governo Meloni, infatti, è l’unica in Europa ad aver visto crescere il proprio consenso nelle urne. Il premier lo sa e c’è da scommettere che userà questa vittoria per avanzare con più forza le richieste italiane. Secondo il New York Times questa vittoria «non sarebbe potuta arrivare in un momento migliore: tutti gli occhi sono puntati su di lei» in vista del vertice, che rappresenta «un’altra» occasione «per presentarsi come membro legittimo del club dei leader più influenti al mondo».Sempre secondo il quotidiano statunitense Meloni è diventata «un attore cruciale» su questioni come il sostegno all’Ucraina, cosa che l’ha distinta da altre parti della destra estrema che tendono a essere più filorusse, osserva il giornale, e «questo l’ha messa in buona luce con la schiera di leader occidentali che si riuniranno questa settimana in Puglia».Insomma, non può esserci che grande attesa per un evento che ha mobilitato 9.600 agenti delle forze dell’ordine a cui se ne aggiungeranno altri 1.500 in occasione dell’arrivo di papa Francesco previsto per venerdì pomeriggio. «Al G7 parleremo di intelligenza artificiale e anche di pace. Farò incontri bilaterali, ci sono le richieste di sette capi di Stato. Li incontrerò tutti». Così il pontefice. Sono 1.300 i giornalisti accreditati provenienti da tutto il mondo. Una sfida anche dal punto di vista tecnologico. Sarò Tim a fornire connettività mobile e sicurezza per i bilaterali. Attraverso il contributo Telsy, l’azienda del gruppo specializzata in cyber security, e la sua controllata QTI, specializzata in quantum security, fornirà dei servizi avanzati di sicurezza quantistica, che garantiscono la più sicura alternativa tecnologica sul mercato per lo scambio di chiavi crittografiche. Saranno poi forniti sistemi per la riservatezza delle comunicazioni durante le riunioni bilaterali.Molti i nodi da sciogliere, su tutti, come già detto quello dell’utilizzo degli extraprofitti russi. Il presidente Usa Joe Biden vuole il via libera, in Europa si frena, soprattutto i tedeschi, per timore di ripercussioni economiche. C’è anche il Medioriente tra i dossier più importanti naturalmente e i leader in questo caso sostengono la proposta di accordo di Washington. Sul tavolo anche la situazione dell’Indopacifico con particolare attenzione sui rapporti con la Cina. Pechino sull’Ucraina ha dichiarato di non avere intenzione di «accettare alcuna sanzione unilaterale illegale: la normale cooperazione economica e commerciale tra Cina e Russia non sarà interrotta da alcun soggetto terzo». Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian sulle ipotesi che il G7 possa «mettere in guardia i piccoli istituti finanziari cinesi sulle transazioni relative alla Russia» per scoraggiare la copertura finanziaria a più ampio raggio.Infine, si parlerà anche dei temi più a cuore per Meloni: Intelligenza artificiale e Mediterraneo. Per quanto riguarda il rapporto con l’Africa e la questione migranti, il presidente del Consiglio intenderà valorizzare il Piano Mattei e la necessità di un «nuovo approccio» con il continente.
Ansa
Centinaia di tank israeliani pronti a invadere la Striscia. Paesi islamici coesi contro il raid ebraico in Qatar. Oggi Marco Rubio a Doha.
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Considerato un superfood, questo seme (e l’olio che se ne ricava) combatte trigliceridi, colesterolo e ipertensione. E in menopausa aiuta a contrastare l’osteoporosi. Accertatevi però di non essere allergici.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Parla Roberto Catalucci, il maestro di generazioni di atleti: «Jannik è un fenomeno che esula da logiche federali, Alcaraz è l’unico al suo livello. Il passaggio dall’estetica all’efficienza ha segnato la svolta per il movimento».
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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