2020-11-19
Matteo trascina Davigo in tribunale
Piercamillo Davigo (Ansa)
L'ex pm di Mani Pulite lo ha accusato in tv per il prestito da 700.000 euro ottenuto da un imprenditore nominato in Cdp. Soldi utilizzati per l'acquisto della sua villa.Ieri Matteo Renzi ha annunciato di avere avviato una causa in sede civile nei confronti di Piercamillo Davigo. L'ex presidente del Consiglio, oggi leader di Italia viva, avrebbe dato mandato ai suoi legali di citare in giudizio l'ex membro togato del Consiglio superiore della magistratura, a sua volta pensionato dallo scorso 20 ottobre, «per le frasi da lui pronunciate durante la trasmissione Di Martedì condotta da Giovanni Floris». Nella puntata, andata in onda lo scorso 17 novembre, Davigo era stato invitato dal conduttore a commentare alcuni giudizi di Renzi: il senatore di Scandicci ha criticato l'ex magistrato come «campione dei giustizialisti» e poco rispettoso del precetto costituzionale della presunzione d'innocenza. Davigo ha risposto che «Renzi, quando era presidente del Consiglio, aveva fatto approvare una legge per il licenziamento immediato dei furbetti del cartellino: il licenziamento in tronco, senza giudizio. E poi sono io quello poco garantista. Mah…». La frase «incriminata», però, è arrivata poco dopo, quando Floris - insistendo sul tema - ha ricordato come Davigo avesse anche paragonato il caso dell'acquisto della casa fiorentina di Renzi a una vicenda accaduta al presidente tedesco, sostenendo però che quest'ultimo si fosse «dimesso per molto meno». Immediata, e dura, la replica dell'ex magistrato: «Certo», ha risposto Davigo, «perché il presidente della Repubblica tedesca ha chiesto un prestito al suo amico. La differenza è che Renzi l'ha anche nominato nel consiglio di amministrazione della Cassa depositi e prestiti…». E ha aggiunto: «Io dico che in funzionari pubblici non hanno solo il dovere di essere onesti, ma anche di apparire tali».La vicenda (rivelata proprio dalla Verità, che l'aveva pubblicata nell'abituale solitudine il 28 novembre 2019) è quella del prestito da 700.000 euro che Renzi aveva ottenuto un anno prima dalla madre dell'imprenditore toscano Riccardo Maestrelli per acquistare la villa (da 1,4 milioni) dove oggi risiede alle pendici di piazzale Michelangelo, una delle zone più eleganti di Firenze. Maestrelli era stato nominato consigliere d'amministrazione della Cassa depositi e prestiti dal governo Renzi e risulta tra i finanziatori della Fondazione Open dell'ex premier, al centro dell'inchiesta per finanziamento illecito aperta dalla procura fiorentina. Non è la prima volta che Davigo paragona la vicenda del prestito di Maestrelli a Renzi al caso del presidente tedesco. L'ex magistrato l'aveva già fatto nel dicembre 2019, sempre intervistato in tv da Floris, che in quel caso aveva però sottolineato come l'importante nomina dell'amico fosse comunque anteriore alla concessione del prestito. Paradossalmente, nella stessa puntata di Di Martedì che ieri gli è costata la citazione in giudizio da parte di Renzi, Davigo ha parlato di un'altra denuncia. L'ex pm di Mani pulite ha infatti raccontato di aver ritirato una querela contro Silvio Berlusconi per alcune frasi pronunciate nella campagna per le ultime elezioni politiche: nel novembre 2017 Berlusconi aveva ipotizzato che Davigo avesse avuto «tre incontri segreti a casa di Beppe Grillo», e che sarebbe divenuto presidente del Consiglio se avesse vinto il Movimento 5 stelle. «Ma io non ho neanche idea di dove abiti Grillo», ha aggiunto l'ex magistrato, «e così l'ho querelato». Per fare marcia indietro, però, gli sono bastate le scuse del fondatore di Forza Italia, che ha spiegato di essere stato male informato: «Perché io i soldi di Berlusconi non li voglio», ha concluso Davigo. Chissà se Renzi si troverà mai nella condizione di poter essere altrettanto generoso…