
Fdi è davanti a un bivio, ma se il presidente uscente incasserà l’appoggio dei Verdi sarà complicato dare l’ok. Roberta Metsola invece dovrebbe ottenere un sostegno trasversale.«È una decisione super importante»: anche Elon Musk, fondatore di Tesla e patron di X, attende con interesse il voto del prossimo 18 luglio, quando a Strasburgo il Parlamento europeo in seduta plenaria dovrà esprimersi sulla riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea. Musk ha manifestato la sua opinione ripostando il sondaggio «Ursula von der Leyen, sì o no?» lanciato dall’eurodeputato cipriota Fidias Panayiotou, uno youtuber che ha chiesto ai suoi followers di indicargli come votare. I commenti al post di Panayiotou sono impietosi per Ursula, e si sa che i social sono un campione tutt’altro che rappresentativo, ma intanto l’attenzione di Musk fa ben capire come il voto di giovedì prossimo attiri una attenzione planetaria per gli equilibri geopolitici in ballo. Lo stesso Musk, tra l’altro, ha denunciato pubblicamente che la Commissione europea gli ha proposto un accordo segreto per controllare (censurare) i contenuti su X dopo averlo accusato formalmente di disinformazione sulla base del Digital services act, in particolare riguardo alla concessione delle spunte blu a chiunque paghi gli 8,54 euro richiesti.Tornando al voto di fiducia alla Von der Leyen, gli schieramenti in campo sono più o meno definiti: voteranno sì i partiti di maggioranza (Popolari, Socialisti e Liberali), sono orientati a dare il via libera i Verdi (con alcune defezioni), mentre per quel che riguarda i Conservatori guidati da Giorgia Meloni i polacchi, i rumeni e i francesi hanno annunciato il voto contrario. Restano incerti i 24 voti degli eurodeputati di Fratelli d’Italia: come anticipato giovedì scorso dalla Verità, per poter fronteggiare la prevedibile contestazione degli elettori in caso di voto positivo la Von der Leyen dovrebbe garantire all’Italia una vicepresidenza esecutiva della Commissione con deleghe importanti. In quel caso, Fdi potrebbe giustificare il voto favorevole davanti all’opinione pubblica tirando in ballo l’interesse nazionale. Martedì prossimo i Conservatori incontreranno il presidente incaricato per discutere del programma dei prossimi cinque anni. va però sottolineato che se i Verdi daranno il loro consenso, sarà sulla base di garanzie sulla prosecuzione delle politiche green, contrastate con fermezza dal partito della Meloni, che si trova di fronte ancora una volta al bivio che caratterizza molte scelte da quando Fdi è forza di governo: tenere duro sui principi o sacrificarli sull’altare della responsabilità e del sostegno internazionale. L’asticella della fiducia è a quota 361 voti su 720 eurodeputati totali. Popolari, Socialisti e Liberali hanno 400 eurodeputati, troppo pochi per far dormire a Ursula sonni tranquilli. Il voto segreto è la festa del franco tiratore, e già cinque anni fa la Von der Leyen riuscì a superare l’esame dell’Europarlamento per soli nove voti, grazie al sostegno decisivo in extremis del M5s e dei polacchi di Diritto e giustizia. Tra Popolari, Socialisti e Liberali furono ben 60 i deputati della maggioranza ufficiale a non votare per il presidente. Ursula teme trappoloni e, oltre agli incontri ufficiali con i gruppi, attraverso i suoi emissari sta tentando di conquistarsi i voti uno per uno. Un flop della Von der Leyen avrebbe ripercussioni pesantissime sugli equilibri internazionali: il presidente uscente, per fare l’esempio più eclatante, ha appoggiato totalmente la politica dell’amministrazione Usa guidata da Joe Biden (o per meglio dire da chi ne sta facendo le veci) per quel che riguarda la guerra in Ucraina. Una linea che potrebbe portarle più consensi di quanti ne ha sulla carta, ma anche risultare invece penalizzante nel segreto dell’urna.L’Europarlamento, due giorni prima del voto su Ursula, quindi martedì prossimo, voterà per il suo presidente in occasione della prima plenaria. Anche in questo caso si va verso una riconferma: Roberta Metsola è fino a ora l’unica candidata, e gode di un ampio sostegno da destra a sinistra: la voteranno, per restare all’Italia, dalla Lega al M5s.
Giorgia Meloni (Ansa)
Il premier alla kermesse dell’Udc: «È morto un uomo che faceva paura perché era convinto delle sue idee. A chi non ha argomenti resta solo la criminalizzazione». Poi infilza Odifreddi: «Ad alcuni è lecito sparare?».
Charlie Kirk (Getty Images)
Dieci anni fa il mondo condannava l’attentato al settimanale francese «Hebdo» colpito, come Kirk, per le sue idee. A Parigi, con lo slogan «Je suis Charlie», sfilarono capi di Stato e di governo per difendere la libertà d’espressione, soprattutto se sgradita. Oggi, per il «Charlie» di destra, riescono solo a incolpare la vittima.
Nadia Battocletti (Ansa)
I campionati d’atletica a Tokyo si aprono col secondo posto dell’azzurra nei 10.000. Jacobs va in semifinale nei 100 metri, bronzo nel lancio del peso per Fabbri.
Ansa
Partita assurda allo Stadium: nerazzurri sotto per due volte, poi in vantaggio 2-3 a un quarto d’ora dalla fine. Ma la squadra di Chivu non riesce a gestire e all’ultimo minuto una botta da lontano di Adzic ribalta tutto: 4-3 Juve.