2021-12-05
Ecco l’ultima trovata dei «buoni»: un marchio d’infamia per i no vax
È il tweet del presidente dell’«Italia dei diritti». Che vuole sparare a chi protesta.E all’improvviso arriva lui, Antonello De Pierro, «giornalista» e «presidente del movimento politico nazionale Italia dei diritti», a sentire la biografia riportata sul suo profilo Twitter, che poi è anche la cosa più intelligente che si può trovare lì. Venerdì, giusto per movimentare il dibattito sul green pass, che in effetti è un po’ troppo sobrio, De Pierro ha avuto una pensata memorabile: «Da amministratore pubblico con tre cariche elettive», ha twittato con modestia, «avanzo una proposta. Ai no vax è sgradito il green pass? Una valida alternativa è dotare di un segno distintivo tutti i non vaccinati in modo da inibire loro ogni accesso alla rete sociale. Un marchio no vax». Se questo è l’effetto di «tre cariche elettive», chissà cosa avrebbe potuto proporre con due soltanto... De Pierro è sembrato tuttavia sorpreso quando, avendo fatto il suo tweet il giro della Rete, qualcuno di quelli a cui egli voleva «inibire ogni accesso alla rete sociale» ha voluto fargli sapere cosa ne pensava. «A giudicare dalle risposte offensive a un mio tweet innocente, che denota la violenza verbale e l’integralismo no vax, la pandemia durerà ancora molto. Auspico che venga imposto presto il vaccino obbligatorio, obiettivo a cui pian piano ci stiamo avvicinando», ha rilanciato, sempre sul social dei cinguettii. Poi ci è tornato sopra ancora una volta, in modo sempre più confuso e involuto: «Strumentalizzazione di mio tweet, che ha prodotto minacce e insulti a mia persona, è vergognosa. Provocazione nata per sollecitare a riflessione no vax, vittime di progressivo percorso di ghettizzazione. Presto problema sarà risolto da obbligo vaccinale». Insomma, voleva sollecitare una riflessione fra le «vittime di progressivo percorso di ghettizzazione», ghettizzandole ancora di più? Ai non vaccinati, comunque, è andata bene. Su di loro De Pierro voleva «solo» imporre un marchio d’infamia. Ai manifestanti che, nell’ottobre del 2020, diedero in escandescenze a Napoli contro il lockdown e l’insicurezza economica, il nostro affezionatissimo voleva riservare un trattamento sensibilmente peggiore: «A Napoli si sta attentando a sicurezza di cittadini. Manifestazione mi pare sia abusiva e violenta. È terrorismo. Sono democratico, ma per prima volta in mia vita, da amministratore pubblico con tre cariche elettive, se fosse di mia competenza, darei ordine di sparare».Alla soluzione cilena aveva pensato, lo scorso agosto, anche l’ex deputato e aderente a +Europa, Giuliano Cazzola, quando in diretta tv aveva esclamato, senza suscitare troppo scandalo: «Il ministro Lamorgese richiami in servizio Bava Beccaris che sa come trattare questa gente, questi terroristi». Parlava delle manifestazioni contro il green pass. Propositi rispetto ai quali suonano persino bonarie le ripetute (e anticostituzionali, ma che vuoi sia) esortazioni a non curare i non vaccinati, o quanto meno a far loro pagare con moneta sonante il prezzo della colpa sanitaria. Una per tutte, Ilaria Capua, che a luglio ebbe questa bella pensata: «Ai non vaccinati per scelta si potrebbe immaginare di proporre una piccola franchigia, per non dire ticket, in caso di ricovero Covid che vada a coprire almeno i costi “non sanitari” dell’ospedale: letto, biancheria, mensa , servizio di pulizia, utenze. In cambio della libertà di scegliere se vaccinarsi o no, si potrebbe chiedere un piccolo contributo rispetto al costo totale del ricovero in terapia intensiva. Si tratterebbe soltanto di 1.000-2.000 euro al giorno. Sì, al giorno». Era meglio farsi sparare.
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