Concita De Gregorio (Ansa)
Su «Repubblica» la De Gregorio difende la famiglia di Nathan. Ma per chi la pensa diversamente la coercizione è impietosa.
In Danimarca lo Stato leva già la prole se la madre non passa un «test». Non è più un’ipotesi così assurda neppure qui, dopo le scelte del tribunale dei minori dell’Aquila. C’è da abbattere il Grande fratello in famiglia.
Cara Laura Boldrini, questa che le scrivo non è una cartolina: è una resa. Alzo bandiera bianca: ha vinto lei. Quando ho visto il centrodestra votare compatto il «consenso libero e attuale», legge nata da una proposta di cui lei è stata prima firmataria, ho capito che non abbiamo più speranza: altro che fascismo, qui siamo al boldrinismo. Siamo, cioè, al regime del follemente corretto, al manganello femminista, all’olio di ricino se non ora quando. Siamo di fronte alla marcia su Roma in salsa rosa, anzi rossetto, rossetto&littorio. E lei, cara Boldrini, di questa rivoluzione è la grande guida. L’unico duce. Anzi, pardon, l’unica duca. Boldrinisti, a noi.
Tra tutti i continenti, quello che maggiormente ha sviluppato il pensiero scientifico è l’Europa cristiana, con la sua piccola minoranza ebraica. Per la verità non solo scienza: anche musica, pittura, scultura, letteratura, architettura, teatro, filosofia, ingegneria meccanica: tutto si sviluppa in maniera incredibile. Qui si sono fusi quattro elementi: la filosofia greca, duttile come l’acqua, il diritto romano, solido e pragmatico come la terra, il furore e il coraggio dei barbari, potenti come il fuoco, e soprattutto la spiritualità biblico evangelica, luminosa come l’aria. Siamo, o forse siamo stati, una società spirituale, duttile, pragmatica e violenta, e noi siamo noi, siamo la nostra storia, siamo la nostra ferocia, siamo la nostra compassione, siamo il continente che nel bene e nel male ha dato conoscenza al mondo.

