2023-10-29
I «pacifisti» strappano la bandiera con la stella di David dal palazzo Fao
La manifestazione del 28 ottobre a Roma (Ansa)
Corteo a Roma con Alessandro Di Battista e Luigi De Magistris: slogan antiebraici, Netanyahu come Hitler.«Israele criminale, Palestina immortale». «Israele fascista, stato terrorista». «Hezbollah! Hezbollah!». Era questo il mortifero ambientino della partecipatissima manifestazione di ieri a Roma, partita da Porta San Paolo. Cori violenti, tensione altissima, forze dell’ordine in allarme. Ufficialmente, una parata «contro la guerra e per una giusta pace». In pratica, un’adunata anti israeliana che ha invaso le vie della Capitale. A organizzare lo spericolato corteo è stata la Comunità palestinese romana, con il coriaceo appoggio della solita ultrasinistra: sindacati, partiti, antagonisti, centri sociali, collettivi studenteschi.Altro che pace. Per le strade capitoline si inneggia all’Intifada. Si intonano slogan così: «Netanyahu terrorista». Si srotolano cartelloni con scritto: «Israele è come la Germania nazista». I capintesta urlano alla folla: «Vogliamo vedere solo bandiere palestinesi: fuori tutti i fascisti e nazionalisti dalla nostra manifestazione». Arrivati al Circo Massimo, due svalvolati si arrampicano sul muro di cinta della Fao strappando la bandiera di Israele. Al Colosseo vengono esplosi petardi. In via Labicana si lanciano fumogeni. E così, un passo alla volta, un insulto dopo l’altro, si arriva fino a piazza San Giovanni.Sono almeno 15.000, arrivati da tutt’Italia. Tra la folla ci sono anche due aspiranti leader ossessionati dalla ribalta: Luigi de Magistris, ex sindaco di Napoli e ora guida di Unione popolare, e Alessandro Di Battista, già «Che Guevara» di Roma Nord e adesso ossequiato mullah di Gaza. La loro preziosa presenza viene persino annunciata dall’altoparlante del camioncino rosso che apre il corteo. Alla fine, nonostante i toni guerrafondai, non ci sono scontri. Pericolo scampato. Ma prima della manifestazione, era dovuto intervenire Alfredo Mantovano: «Certamente non tollereremo violazioni del codice penale». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ammetteva: «Le fonti di preoccupazione sono non poche. Il segnale che la Cgil si sia sfilata non è un bel segnale».Esatto. L’assenza del sindacato rosso diventa esemplificativa. Troppo estremisti perfino per il furibondo Maurizio Landini. I partecipanti tifano Hamas ed Hezbollah. Oltre alle bandiere palestinesi, spuntano anche quelle del partito comunista. Sfilano i Cobas, Potere al popolo, Rifondazione comunista. E il Campo antimperialista di Assisi, guidato dal portavoce Moreno Pasquinelli: già militante di Potere operaio, Quarta internazionale, Gruppo bolscevico leninista e Gruppo operaio rivoluzionario. È stato lui l’infaticabile animatore della contestuale International peace conference, che s’è tenuta dal 27 al 28 ottobre in un albergo romano: l’Hotel Universo. Ardimentosa la tesi del convegno: «Il vero aggressore è il blocco Stati Uniti-Nato-Ue, che ha approfittato del dissolvimento dell’Unione Sovietica per sottomettere economicamente e politicamente tutta l’Europa orientale nella prospettiva di accerchiare e sconfiggere la Russia». Così Pasquinelli e affini teorizzano «una grande alleanza internazionale per combattere militarismo e imperialismo». Il convegno prometteva scintille. Figuravano relatori come Ali Fayyad, deputato libanese di Hezbollah. E Mohammad Hannoun: sospettato, come raccontato dalla Verità, di finanziare Hamas.Non si sono presentati. Come altri attesi e illustri aderenti. E comunque: alla chiusura dei lavori, i temerari convegnisti si sono uniti al corteo, condensando finalmente in slogan le loro audaci analisi: «Israele criminale, Palestina immortale».
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