2025-11-20
Fratelli d’Italia va al contrattacco: «Ora il Pd chieda scusa a Bignami»
Malan: «Abbiamo fatto la cosa istituzionalmente più corretta». Romeo (Lega) non infierisce: «Garofani poteva fare più attenzione». Forza Italia si defila: «Il consigliere? Posizioni personali, non commentiamo».Come era prevedibile l’attenzione del dibattito politico è stata spostata dalle parole del consigliere del presidente della Repubblica Francesco Saverio Garofani a quelle del capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio Galeazzo Bignami. «L’onorevole Bignami e Fratelli d’Italia hanno tenuto sulla questione Garofani un comportamento istituzionalmente corretto e altamente rispettoso del presidente della Repubblica», ha sottolineato il capo dei senatori di Fdi, Lucio Malan. «Le polemiche della sinistra sono palesemente pretestuose e in mala fede. Ieri un importante quotidiano riportava le sorprendenti frasi del consigliere Garofani. Cosa avrebbe dovuto fare Fdi, e in generale la politica? Bignami si è limitato a fare la cosa istituzionalmente più corretta: chiedere al diretto interessato di smentire, proprio per non tirare in ballo il Quirinale e il presidente Mattarella in uno scontro istituzionale. La reazione scomposta del Pd e della sinistra sorgono dal fatto che avrebbero voluto che anche Fdi, come loro, sostenesse che la notizia riportata da La Verità fosse una semplice fake news.Ma oggi il consigliere Garofani conferma la veridicità della notizia. Penso che a questo punto la sinistra dovrebbe chiedere scusa per gli attacchi rivolti al direttore Belpietro, a Bignami e a Fdi».Scuse che non arriveranno.«A me risulta che sia stata Giorgia Meloni a chiedere l’incontro (con Mattarella, ndr) che serviva per ribadire rispetto e stima per la figura del presidente della Repubblica, ma nello stesso tempo ha affermato di essere rimasta stupita, amareggiata, rispetto alle dichiarazioni del consigliere Garofani, pubblicate dal quotidiano La Verità e confermate di fatto al Corriere della Sera», ha ribadito Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo dei conservatori al Parlamento europeo, intervenendo a Tagadà su La7. «È chiaro che si trattava di parole gravi, che hanno messo in difficoltà anche lo stesso presidente della Repubblica». Infine ha aggiunto: «Sappiamo che Garofani è un ex parlamentare del Pd, è legittimo che auspichi che alle prossime elezioni vinca il centrosinistra. Pazienza, ci sta. Ma nel momento in cui dice “in un anno e mezzo non facciamo più in tempo a trovare qualcuno che sconfigga la Meloni, servirebbe un provvidenziale scossone”, credo che ci si debba interrogare sul significato di queste parole, che si debbano commentare queste parole».Il ministro degli Affari europei, Tommaso Foti, ha commentato: «Uno legge sul giornale una certa affermazione e si limita a dire all’interessato di smentire oppure anche confermarne il contenuto. Prendo atto che è stato risposto in senso affermativo. Dopodiché un conto è quanto si afferma a titolo personale, un conto è la presidenza della Repubblica che nessuno, a partire da Bignami, ha mai messo in dubbio né come lealtà né come capacità, né come testimone dell’unità nazionale». Insomma il coro è unanime, da Meloni in giù: nessuno ha messo in discussione il Colle, ma il fatto resta. E nessuno ha dato spiegazioni. «Non mi pare proprio che quell’intervista sia stata una smentita. Conferma i contenuti dei virgolettati che avevamo chiesto di smentire, provocando una reazione scomposta del Pd. I fatti sono questi», il commento di Bignami, finito nell’occhio del ciclone per aver posto una semplice domanda. E a chi gli chiede se l’incontro tra i due presidenti abbia chiuso la tensione ha risposto: «Non mi pare aver visto al termine volare piatti fuori dal Quirinale, ma non ero presente». Gli alleati di governo hanno aggirato l’ostacolo. La Lega in un verso, Forza Italia in un altro. Gli azzurri si sono prestati al gioco del Partito democratico, alla gara tra chi è più istituzionale: «Il Quirinale non c’entra nulla con quello che afferma o ha affermato Francesco Saverio Garofani, un consigliere del presidente della Repubblica che ha espresso una sua posizione personale che non commentiamo», così il portavoce nazionale di Forza Italia e vicecapogruppo alla Camera, Raffaele Nevi. Più sobrio il vicepremier Antonio Tajani che ribadendo vicinanza al Capo dello Stato spiega: «Era stato chiesto un chiarimento, ma mi pare che la vicenda sia conclusa».Il capogruppo della Lega in Senato Massimiliano Romeo invece chiede di non intervenire: «Su tutta la vicenda, una volta tanto che la Lega è fuori da queste questioni, lasciateci fuori. Non ho elementi per poter giudicare la situazione», ma si lascia sfuggire un commento: «Garofani, per il ruolo che ricopre ed essendo un consigliere del Quirinale, forse poteva fare un po’ più di attenzione nel fare certe dichiarazioni; sarebbe stato più opportuno».A schierarsi con la sinistra il solito Matteo Zuppi. Il cardinale, presidente della Cei auspica che «vi sia equilibrio, dialogo e rispetto istituzionale. E che qualcosa in più del far play sia sempre garantito soprattutto in un momento in cui dobbiamo fare il grande sforzo per uscire dalle polarizzazioni per dare certezze e risposte all’altezza».
Sergio Mattarella e Giorgia Meloni (Ansa)
La battaglia sul campo, i casi di corruzione e il futuro di un conflitto senza fine. Con la partecipazione del generale Antonio Li Gobbi.