2022-11-11
«Mammals», la nuova serie magnetica di Amazon
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«Mammals» (Amazon Prime Video)
In onda su Prime Video da venerdì 11 novembre con sei episodi a mezza via tra la tragedia e la commedia, quella della vita, è pervaso di un cinismo ironico, di un umorismo pungente. Non è After Life, ma un poco a quel capolavoro di Ricky Gervais somiglia.Le ultime voci su James Corden riferiscono di un uomo burbero, sgarbato. Un cafone, che al Balthazar di New York ha avuto una crisi isterica per un’omelette mal cucinata. Il proprietario del ristorante, roba di grido, lo ha bandito, chiedendo che quel «piccolo uomo cretino» non abbia l’ardire di ripresentarsi. Corden si è scusato, riferendo di un’allergia alimentare, di un momento di «foga», di un «commento scortese, non necessario». Sarebbe vero, dunque, almeno in parte quanto riferito dallo staff del Balthazar. Corden, così sorridente e divertito in televisione, sarebbe un maleducato. Cosa, questa, che confermerebbe la regola non scritta secondo cui un comico di mestiere avrebbe ben poco da ridere nella vita: quella reale, però, perché di quella professionale nulla può essere detto. Corden, negli Stati Uniti, è il volto sublime The Late Late Show, uno show fra i più popolari. È brillante, sagace. Canta, balla e, di recente, ha acconsentito di recitare. Mammals, su Prime Video da venerdì 11 novembre, è la sua ultima fatica di attore. La prima, da protagonista. Corden ci si è buttato a capofitto e il risultato, come spesso succede per le produzioni britanniche, è magnetico. Mammals, sei episodi a mezza via tra la tragedia e la commedia, quella della vita, è pervaso di un cinismo ironico, di un umorismo pungente. Non è After Life, ma un poco a quel capolavoro di Ricky Gervais somiglia. La serie, scritta dal premio Tony e due volte vincitore dell’Olivier, Jez Butterworth, è il racconto di un’esistenza ordinaria, la cui complessità è data dalla fisiologia, non da un’involuzione volontaria della narrazione. Jamie, il James Corden di cui sopra, è uno chef stellato nella Londra contemporanea. Ha una moglie, Amandine, e la promessa di un figlio in arrivo. La felicità, in una parola. Ma la perfezione apparente di quella vita, il luccichio del successo rivela presto la propria natura effimera. Bugie, tradimenti, la presenza pervasiva della morte: Mammals è lo squarcio nel velo di Maya, il lento dissolversi del sogno di Jamie e, insieme, dell’armonia che credeva di aver creato. C’è tensione, la consapevolezza di un lieto fine che, difficilmente, avrà luogo. Eppure, la serie, storia di un uomo in cerca di risposte e del cognato di questi, un’esistenza altrettanto caotica, non è pesante. Non ha toni gravi, di quelli che spesso vengono utilizzati per enfatizzare l’ovvio. Intrattiene. Colpisce. Diverte, e il divertimento non è mai banale. Perciò, ci scuserà il proprietario del Balthazar di New York, i cui camerieri sono stati offesi dalla maleducazione di Corden, ma di fronte al comico britannico separare persona e personaggio, il privato dal suo professionale, è più che un obbligo: è un dovere morale. Perché l’arte è finzione, studio, applicazione. È un esercizio che a pochi riesce. Sia perdonata la maleducazione, allora, al James Corden personaggio, fra i pochi a meritare ancora una visione.