2024-07-04
Mafia e appalti, l’ex pm Natoli indagato per favoreggiamento
La Procura di Caltanissetta riapre un dossier legato alla morte di Paolo Borsellino.Una vicenda che sposta le lancette dell’orologio di parecchio indietro nel tempo, in un passato paludoso e maleodorante, riemerge dalla Procura di Caltanissetta e restituisce dignità a un impolverato dossier su mafia e appalti degli anni Novanta che sarebbe centrale nell’inestricabile enigma della morte del magistrato Paolo Borsellino ma che era stato definito carta straccia. Gioacchino Natoli, un ex toga del pool antimafia di Palermo, è indagato dai pm di di Caltanissetta per le ipotesi di favoreggiamento alla mafia e calunnia, e ha ricevuto un invito a comparire per l’interrogatorio. La ricostruzione degli inquirenti appare come un macigno per un ex magistrato: Natoli avrebbe insabbiato un’inchiesta che aveva avviato la Procura di Massa Carrara su infiltrazioni mafiose nelle cave toscane e che era poi confluita in un suo fascicolo a Palermo su mafia e appalti. E avrebbe agito in concorso con l’ex procuratore di Palermo Pietro Giammanco, nel frattempo deceduto, e con l’allora capitano della Guardia di finanza Stefano Screpanti. Giammanco, definito dagli investigatori come «l’istigatore», sembra essere stato il regista dell’intera operazione. La triade Natoli, Screpanti, Giammanco, stando all’accusa, avrebbe favorito mafiosi del calibro di Antonino Buscemi (un colletto bianco legato a Cosa Nostra che era entrato in società con la Calcestruzzi della Ferruzzi Gardini) e Francesco Bonura (colonnello di Bernardo Provenzano), oltre agli imprenditori Ernesto Di Fresco, Raul Gardini, Lorenzo Panzavolta e Giovanni Bini, gli ultimi tre ai vertici del Gruppo Ferruzzi, a eludere le indagini. Gli inquirenti di Caltanissetta, come aveva già svelato La Verità lo scorso novembre, hanno fatto le pulci a quell’inchiesta per verificare se si fosse inceppato il meccanismo giudiziario. E Natoli, secondo l’accusa, avrebbe condotto «un’indagine apparente» nel procedimento aperto a Palermo, richiedendo autorizzazioni per intercettazioni telefoniche di breve durata («meno di 40 giorni per quasi tutti i target», secondo l’accusa) e solo per alcune utenze. Un trucco, secondo la lettura dei pm di Caltanissetta.Inoltre, in accordo con Screpanti, Natoli avrebbe disposto che non venissero trascritte conversazioni cruciali, considerate oggi vere e proprie notizie di reato, tra cui la «messa a disposizione» di Di Fresco in favore di Bonura e una concreta ipotesi di «aggiustamento» di un processo per duplice omicidio a carico di Bonura.Natoli, poi, non avrebbe effettuato accertamenti sugli imprenditori Luciano Laghi e Claudio Scarafia, nonostante, ritengono oggi gli inquirenti, fossero completamente a disposizione di Bonura e dei suoi familiari. E avrebbe chiesto l’archiviazione senza approfondimenti, ignorando il materiale delle indagini di Massa Carrara. Per occultare tutto, infine, avrebbe ordinato la smagnetizzazione delle bobine (parte delle quali sono state recuperate e riascoltate degli investigatori) e la distruzione dei brogliacci delle intercettazioni.Ma è a questo punto che il quadro si fa più oscuro. Mario Mori, allora vicecomandante del Ros e regista dell’operazione che portò alla cattura di Totò Riina, durante le polemiche che seguiranno alla mancata perquisizione del covo, evocherà il rapporto «Mafia e appalti» come il motivo del conflitto con le toghe di Palermo. Di recente, l’avvocato Fabio Trizzino, legale della famiglia Borsellino, ha indicato il controverso dossier come quello in cui Borsellino credeva di più per risalire agli assassini e ai mandanti della strage in cui rimase ucciso Giovanni Falcone. Accuse che Natoli aveva già respinto durante un’audizione in Commissione antimafia, spiegando che «i testi delle intercettazioni» erano stati «tutti conservati». Per la presunta smagnetizzazione dei nastri Natoli, con delle «note di chiarimento», aveva tirato in ballo un addetto alla cancelleria. «Accuse false», secondo i pm di Caltanissetta, che l’hanno iscritto anche per calunnia.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.