2025-10-11
Macron vuol fare danni fino alla fine. Si gioca l’ultimo premier-figurina
Una valanga di compromessi per evitare lo scioglimento dell’Assemblea nazionale e, quindi, le elezioni. L’Eliseo fugge dalle urne, ignora Rn e La France Insoumise e manda alla sbaraglio un nuovo primo ministro.Il nome del nuovo premier francese, mentre andavamo in stampa, ancora non c’è. Però Emmanuel Macron non molla la poltrona e rilancia: ha in mente di mandare allo sbaraglio il sesto premier in due anni. Il nome del successore di Sébastien Lecornu, che ha «governato» per meno di ventiquattro ore, doveva essere annunciato dall’Eliseo ieri dopo le 20, dopo che, nel pomeriggio, aveva incontrato i leader di quasi tutti i partiti transalpini. Ma la nomina è tardata ad arrivare. Macron ha, quindi, fatto un’altra mossa per scongiurare un nuovo scioglimento dell’Assemblea nazionale e un voto anticipato nel quale, se si votasse oggi, Marine Le Pen e il suo Rassemblement national (Rn) potrebbe ottenere addirittura il 36% delle preferenze. La stima viene dal barometro Odoxa.La nomina di un nuovo premier non ha, dunque, rischiarato il crepuscolo di Macron che, da giorni sembra essere particolarmente nervoso. Basti pensare che la convocazione dell’incontro dei leader di partito di ieri, è avvenuta nella notte tra giovedì e venerdì. Inoltre il capo dello Stato ha scelto di invitare solo i partititi che considera frequentabili tra i quali non figurano l’ Rn di Le Pen e La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon (Lfi). E dire che queste due forze politiche, nelle elezioni anticipate dell’estate 2024, hanno ottenuto qualcosa come 20 milioni di voti.Oltre all’insolita convocazione notturna, a sorprendere è stato anche il mancato coinvolgimento dei due rami del Parlamento. In mattinata si è appreso, poi, che il presidente del Senato, Gérard Larcher (seconda carica dello Stato) ha inviato un sms a Macron. Secondo Le Figaro, il presidente del Senato si è detto «stupito» del fatto che il capo dello Stato non abbia rivolto l’invito anche dei presidenti dei gruppi politici che siedono alla Camera alta.Poco dopo le 17, i leader dei partiti sono usciti dall’Eliseo alla spicciolata e hanno informato i cronisti, appostati nel cortile del palazzo presidenziale, circa l’intenzione di Macron di nominare un nuovo premier. La delusione più forte è stata quella dei leader delle sinistre perché è apparso chiaro fin da subito che il nuovo premier non sarebbe venuto dai loro ranghi. Per la leader degli ecologisti, Marine Tondelier, Macron «continua a farci perdere tempo». Poi, parafrasando una vecchia affermazione dello stesso presidente, Tondelier ha parlato di «una strategia dell’ostruzione» tipica del «Gallo refrattario ». Per il numero uno del Partito comunista, Fabien Roussel, il capo dello Stato «ha riaffermato che l’Assemblea (nazionale, ndr) ha una maggioranza di 210 deputati» che sono «pronti a governare insieme». I socialisti, Olivier Faure e Boris Vallaud, hanno detto laconicamente di «non aver avuto alcuna risposta» e ribadito la delusione per la mancata nomina di un premier di sinistra.E mentre la maggior parte dei vertici politici francesi si trova all’Eliseo, i leader dei partiti esclusi, Rn e Lfi, guardavano già oltre questo nuovo episodio del feuilleton politico transalpino. Marine Le Pen si è recata al congresso dei pompieri volontari a Le Mans e da lì ha dichiarato che «il presidente della Repubblica è il presidente di tutti i francesi» quindi il fatto di non invitare il Rn alla riunione di ieri rappresenta «una rottura rispetto alla sua funzione». La Le Pen ha, poi, definito l’incontro dell’Eliseo come una riunione di «mercanti di tappeti» e richiesto, una volta di più, la convocazione di nuove elezioni legislative. Le immagini di Le Pen tra i francesi contrastavano fortemente con quelle dell’uscita dall’Eliseo dei leader politici considerati «frequentabili» da Macron. Mentre Le Pen era sul campo quasi già in campagna elettorale, il fondatore di Lfi, Jean-Luc Mélenchon, ha definito l’incontro dell’Eliseo come «una perdita di tempo» e ribadito che l’uscita di scena di Macron resta «un’esigenza legittima».Nel frattempo, tra i ranghi macronisti continuava il triste spettacolo del «si salvi chi può». Prima dell’incontro dell’Eliseo, l’ex premier e attuale capogruppo macronista, Gabriel Attal, è arrivato a invitare il capo dello Stato a «mettere il cosa davanti al chi» invece di «dare la sensazione» di essere intento «ad accanirsi a voler avere la mano su tutto».Oltre alle parole degli ex fedelissimi macronisti, ieri sono arrivati altri indizi sulla situazione di sbando che sta vivendo la Francia presieduta da Macron. L’ex premier durato un solo giorno, Sébastien Lecornu, ha tentato di ingraziarsi i pompieri, approvando la rivalorizzazione delle pensioni della loro categoria. Invece il ministro dimissionario dell’Economia, Roland Lescure, ha cercato di tranquillizzare i suoi omologhi europei riuniti a Lussemburgo: «Avremo un primo ministro entro domani», ha affermato Lescure, aggiungendo che il bilancio francese per il 2026 sarà «buono sia per i deficit e sia per la crescita» ma anche «in linea con gli impegni presi dalla Francia» per arrivare a «un deficit pubblico inferiore al 3% entro il 2029».Intanto un nuovo sondaggio (Csa per Cnews-Europe 1 e Jdd) ha rivelato che il 61% dei francesi vuole le dimissioni di Macron. Inoltre, persino il pretendente al trono di Francia, Luigi di Borbone, ha allertato sul «crollo» della V Repubblica francese «come le sue sorelle prima di essa».
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