
L'Eliseo conferisce l'onorificenza a un dirigente di Blackrock, società accusata di trarre vantaggi dalla legge sulle pensioni.L'ombra della «roccia nera» si staglia sulla riforma delle pensioni francese. Nel suo discorso di fine anno, il presidente Emmanuel Macron è tornato alla carica annunciando che la contestatissima revisione del sistema previdenziale s'ha da fare nel 2020. E a Parigi ci si interroga sul possibile ruolo giocato nell'intera vicenda da Blackrock, la più grande società di investimento al mondo. Un colosso che vanta la gestione di patrimoni per 6.000 miliardi di dollari, pari a tre volte il Pil dell'Italia, e partecipazioni in un numero imprecisato di multinazionali, da Apple a Deutsche Bank, passando per McDonald's e il gigante del petrolio Exxon. La genesi della vicenda risale a giugno, mese nel quale tramite una nota gli analisti di Blackrock salutano con favore la riforma pensionistica approvata la scorsa primavera in Francia, formulando al contempo una serie di raccomandazioni per garantire la riuscita del provvedimento e migliorarne l'efficienza. Gli estensori del documento definiscono la «loi Pacte» una buona occasione per aggredire i risparmi dei cittadini francesi, definiti «tra i più alti d'Europa». E in effetti la nuova legge fa un bel favore al settore, dal momento che introduce un vantaggio fiscale per i lavoratori che decidono di contribuire volontariamente alla previdenza complementare, oltre a prevedere importanti semplificazioni burocratiche in questo campo. Una mossa che in molti interpretano come un primo passo per l'abbandono del sistema a ripartizione (come quello italiano, nel quale la fiscalità generale si fa carico del costo delle pensioni) in favore di uno a capitalizzazione (dove ogni lavoratore accumula la propria pensione in base ai contributi versati), molto più simile al modello americano.Per qualche mese il documento rimane nell'ombra, almeno finché il sito indipendente di giornalismo investigativo Mediapart non lo tira in ballo ai primi di dicembre. Nel bel mezzo cioè del dibattito sul piano di riordino del sistema previdenziale fortemente voluto da Macron e che ha provocato il caos nel Paese. Il deputato Olivier Marleix dichiara che «se la riforma verrà approvata, gli affari di Blackrock decolleranno». Tramite un comunicato stampa diffuso il 19 dicembre, la società di investimenti smentisce però ogni addebito: «Non abbiamo mai cercato di esercitare alcuna influenza sulla riforma del sistema pensionistico».Sulla carta, in realtà, la riforma attualmente dibattuta non dovrebbe mettere in discussione il sistema a ripartizione, ma ormai l'opinione pubblica è sul «chi va là» e teme che l'esecutivo finisca per ascoltare i consigli formulati da Blackrock a giugno, tra cui il meccanismo di iscrizione automatica dei lavoratori alla previdenza complementare. La bomba scoppia il 16 dicembre, con le dimissioni di Jean-Paul Delevoye, dal 2017 in carica come Alto commissario per la riforma. L'accusa è quella di aver omesso all'Autorità per la trasparenza della funzione pubblica (Hatvp) ben 8 degli 11 incarichi ricoperti in concomitanza con il suo impegno di governo (compresa la presidenza onorario di un think tank con un compenso di 5.000 euro al mese), e di averli dichiarati solo dopo un sollecito da parte dello stesso ente. Piccolo dettaglio: la Costituzione francese vieta il cumulo di cariche quando si ricoprono ruoli all'interno dell'esecutivo. Secondo alcuni siti, Delevoye risulterebbe inoltre proprietario di 30 milioni di euro di azioni Blackrock, informazione impossibile da verificare in quanto dal giorno delle dimissioni la sua documentazione patrimoniale è stata rimossa dal sito dell'Hatvp. Poco importa: una volta scoppiato il caso, i media iniziano a spulciare i rapporti del moloch americano con il governo francese. Con Macron c'è feeling, e da quando è in carica gli incontri si moltiplicano. Secondo la ricostruzione di Liberation, il 6 giugno 2017 l'amministratore delegato di Blackrock, Larry Fink, avrebbe incontrato in forma riservata il capo dell'Eliseo. Poche settimane dopo, il ministro dell'Economia Bruno Le Maire è volato negli Stati Uniti per incontrare Fink e convincere alcuni importanti operatori di Wall Street a investire in Francia. Verso la fine di ottobre dello stesso anno, le porte del sontuoso Salon Murat (luogo che ospita il Consiglio dei ministri) si sono spalancate per un incontro tra i dirigenti di 21 fondi (compresa Blackrock) e i titolari di alcuni dicasteri. Lo scorso luglio, poi, Fink ha partecipato a un meeting sul clima convocato dal presidente Macron in persona. Ma il legame più forte tra Parigi e la «roccia nera» è incarnato da Jean-Francois Cirelli, già alto funzionario al ministero dell'Economia e consulente di Jacques Chirac, e dal 2015 presidente della filiale transalpina di Blackrock. C'è anche lui tra le personalità che il 1° gennaio hanno ricevuto la legion d'onore (in realtà Cirelli è stato addirittura promosso al rango ufficiale), la più alta onorificenza francese, scatenando l'indignazione generale. «Si tratta forse di una ricompensa per aver saccheggiato il nostro sistema pensionistico?», ha ironizzato su Twitter il Partito comunista francese. Di sicuro è un segno di quanto Emmanuel Macron sia vicino al mondo della finanza.
Un frame del video dell'aggressione a Costanza Tosi (nel riquadro) nella macelleria islamica di Roubaix
Giornalista di «Fuori dal coro», sequestrata in Francia nel ghetto musulmano di Roubaix.
Sequestrata in una macelleria da un gruppo di musulmani. Minacciata, irrisa, costretta a chiedere scusa senza una colpa. È durato più di un’ora l’incubo di Costanza Tosi, giornalista e inviata per la trasmissione Fuori dal coro, a Roubaix, in Francia, una città dove il credo islamico ha ormai sostituito la cultura occidentale.
Scontri fra pro-Pal e Polizia a Torino. Nel riquadro, Walter Mazzetti (Ansa)
La tenuità del reato vale anche se la vittima è un uomo in divisa. La Corte sconfessa il principio della sua ex presidente Cartabia.
Ennesima umiliazione per le forze dell’ordine. Sarà contenta l’eurodeputata Ilaria Salis, la quale non perde mai occasione per difendere i violenti e condannare gli agenti. La mano dello Stato contro chi aggredisce poliziotti o carabinieri non è mai stata pesante, ma da oggi potrebbe diventare una piuma. A dare il colpo di grazia ai servitori dello Stato che ogni giorno vengono aggrediti da delinquenti o facinorosi è una sentenza fresca di stampa, destinata a far discutere.
Mohamed Shahin (Ansa). Nel riquadro, il vescovo di Pinerolo Derio Olivero (Imagoeconomica)
Per il Viminale, Mohamed Shahin è una persona radicalizzata che rappresenta una minaccia per lo Stato. Sulle stragi di Hamas disse: «Non è violenza». Monsignor Olivero lo difende: «Ha solo espresso un’opinione».
Per il Viminale è un pericoloso estremista. Per la sinistra e la Chiesa un simbolo da difendere. Dalla Cgil al Pd, da Avs al Movimento 5 stelle, dal vescovo di Pinerolo ai rappresentanti della Chiesa valdese, un’alleanza trasversale e influente è scesa in campo a sostegno di un imam che è in attesa di essere espulso per «ragioni di sicurezza dello Stato e prevenzione del terrorismo». Un personaggio a cui, già l’8 novembre 2023, le autorità negarono la cittadinanza italiana per «ragioni di sicurezza dello Stato». Addirittura un nutrito gruppo di antagonisti, anche in suo nome, ha dato l’assalto alla redazione della Stampa. Una saldatura tra mondi diversi che non promette niente di buono.
Nei riquadri, Letizia Martina prima e dopo il vaccino (IStock)
Letizia Martini, oggi ventiduenne, ha già sintomi in seguito alla prima dose, ma per fiducia nel sistema li sottovaluta. Con la seconda, la situazione precipita: a causa di una malattia neurologica certificata ora non cammina più.
«Io avevo 18 anni e stavo bene. Vivevo una vita normale. Mi allenavo. Ero in forma. Mi sono vaccinata ad agosto del 2021 e dieci giorni dopo la seconda dose ho iniziato a stare malissimo e da quel momento in poi sono peggiorata sempre di più. Adesso praticamente non riesco a fare più niente, riesco a stare in piedi a malapena qualche minuto e a fare qualche passo in casa, ma poi ho bisogno della sedia a rotelle, perché se mi sforzo mi vengono dolori lancinanti. Non riesco neppure ad asciugarmi i capelli perché le braccia non mi reggono…». Letizia Martini, di Rimini, oggi ha 22 anni e la vita rovinata a causa degli effetti collaterali neurologici del vaccino Pfizer. Già subito dopo la prima dose aveva avvertito i primi sintomi della malattia, che poi si è manifestata con violenza dopo la seconda puntura, tant’è che adesso Letizia è stata riconosciuta invalida all’80%.






