2022-09-14
Macron usa l’eutanasia per coprire i fallimenti su economia e sicurezza
Il presidente francese sta pensando di indire un referendum sulla «dolce morte», tema ideologico forte che riscuote consensi trasversali. L’ideale per darsi una veste «moderna» e non far parlare dei suoi flop.Eutanasia più facile per tutti. È questo, in sostanza, il filo conduttore del percorso fortemente voluto da Emmanuel Macron che porterà all’approvazione di una nuova legge sulla «dolce morte». E, proprio ieri, il Consiglio consultivo nazionale di etica ha emesso un parere che apre al suicidio assistito: «Esiste una via per un’applicazione etica dell’aiuto attivo a morire». Va detto subito che la Francia dispone già di una legge sulla bioetica che regola piuttosto bene il tema dell’eutanasia. Ma il presidente francese aveva fatto della morte indotta una promessa delle sue campagne elettorali, sia nel 2017 che nel 2022. Ora sembra aver deciso di accelerare.Tuttavia, parlare di morte non è facile nemmeno in un Paese come la Francia dove i sondaggi - come quello di Ifop del febbraio 2022 - dicono che il 94% dei francesi è favorevole all’eutanasia o al suicidio assistito (89%). Per questo Macron ha deciso di non prendere la strada più diretta per ottenere più «dolci morti» nel suo Paese e ha annunciato l’apertura, ad ottobre, di un «gran dibattito cittadino» che porrà le basi per un progetto di legge sull’eutanasia da approvare entro il 2023. Il capo dello Stato francese sa perfettamente che, soprattutto dopo le ultime elezioni politiche che hanno indebolito il suo partito, iol Parlamento non è più una camera che ratifica i desiderata dell’Eliseo. Per questo, già da ora, non ha escluso il ricorso ad un referendum. L’opzione è praticabile, ma è strano che Macron voglia convocare una consultazione popolare su un tema come l’eutanasia, mentre si sia sempre rifiutato di usare il referendum quando i gilet gialli reclamavano riforme o per le pensioni.Pare quasi che il leader transalpino voglia «vincere facile», perché sa che i temi di bioetica possono riunire abbastanza semplicemente il consenso popolare. La Francia è un Paese in cui, almeno dal maggio ’68 in poi, anche i partiti di destra si lasciano infatuare dalle idee di «progresso sociale» proprie della sinistra. Basti ricordare che, nel 1975, l’allora presidente di destra Valéry Giscard d’Estaing aveva affidato alla sua ministra della Sanità, Simone Veil, il compito di redigere un progetto di legge sull’aborto, poi approvato dal Parlamento. Certo, la stessa Veil aveva ribadito che «l’aborto deve restare l’eccezione, l’ultimo ricorso per situazioni senza via d’uscita». Ma poi, le maggioranze e i governi di sinistra che si sono succeduti alla guida della Francia, hanno banalizzato l’interruzione di gravidanza e influenzato i Paesi vicini, come l’Italia, dove sembra che l’urgenza assoluta nazionale, sia di permettere al più gran numero di madri in difficoltà di ammazzare i figli che portano in grembo. Tornando ai piani macronisti per sdoganare l’eutanasia in Francia, va detto che il presidente transalpino può contare su degli alleati di peso. È il caso di alcuni responsabili delle compagnie che gestiscono le mutuelles, ovvero le assicurazioni professionali integrative. Lo scorso 8 settembre si è tenuta una conferenza dedicata alla tematica della «dolce morte». Tra le personalità invitate al dibattito c’era Matthias Savignac - presidente della Mutuelle Générale degli insegnanti transalpini - che recentemente ha espresso il proprio favore alla legalizzazione dell’eutanasia. Due anni fa invece, una tribuna per «l’aiuto attivo a morire» era stata firmata anche da Thierry Beaudet, che allora era il presidente della compagnia assicurativa Mutualité Française.Accanto ai pro eutanasia dichiarati, ce ne sono altri che si muovono più discretamente. Secondo il quotidiano cattolico La Croix, «all’Assemblea Nazionale un’attività di lobbying si è sviluppata dall’inizio del (primo) quinquennio» di Macron all’Eliseo. Tale attività è arrivata al suo apice nel 2021, quando sono state presentate quattro proposte di legge per autorizzare l’eutanasia. Tra queste, ricorda ancora il giornale, c’era quella di Jean-Louis Touraine, medico e politico di lungo corso che, in un articolo pubblicato dal quotidiano Libération nel 2019, veniva definito come un «massone dichiarato». Macron può anche contare sulla simpatia di Line Renaud, un’attrice novantaquattrenne molto popolare, soprattutto tra i suoi coetanei, che si batte per la legalizzazione dell’«aiuto attivo a morire». È forse anche grazie a questa militanza che Emmanuel Macron l’ha recentemente elevata al grado di gran croce della Legione d’onore.Sull’eutanasia, il presidente francese vuole procedere spedito. D’altra parte gli sarà difficile essere altrettanto rapido nell’affrontare temi più complessi come la crisi energetica o la sicurezza. Ancora una volta i più vulnerabili rischiano quindi di pagare per coprire degli insuccessi politici.