
Ricco di molte proprietà benefiche, prima fra tutte la vitamina C, il frutto simbolo della Sicilia previene malattie anche gravi, come scorbuto, gotta e ipertensione. Ecco le sue virtù e i consigli per un corretto consumo.Da sempre, è uno dei consigli panacea più diffusi. Bere ogni mattina a digiuno un limone spremuto in un bicchiere d'acqua calda (ma anche fredda) fa miracoli: sarà vero? Di certo, c'è che questo frutto dall'inconfondibile colore acceso, fonte di ispirazione per i pittori (Vincent van Gogh) e celebrato dai poeti (Eugenio Montale), presenta come pochi altri una così vasta molteplicità di proprietà benefiche da risultare quasi leggendario.Anche la storia della medicina è costellata di casi sugli effetti terapeutici del limone. Nel 1747, per esempio, il medico scozzese James Lind scoprì come prevenire e curare con succo di limoni e arance lo scorbuto, la patologica carenza di vitamina C legata a una dieta alimentare troppo povera o a un insufficiente assorbimento intestinale della stessa. Una malattia, lo scorbuto che mieteva molte vittime soprattutto fra le persone più indigenti. E che tuttora può essere letale, se non adeguatamente curata: bastano tre mesi senza vitamina C per ammalarsi seriamente. La scoperta di Lind, però, fu ignorata per circa 40 anni ma alla fine ha avuto ragione. Il contenuto di vitamina C, infatti, è la prima caratteristica curativa di questo agrume: 100 grammi di limone sbucciato contengono ben 53 milligrammi di acido ascorbico (l'altro nome della vitamina C) e se pensiamo che questo copre l'88,3% del nostro fabbisogno giornaliero, si capisce bene come un limone spremuto al giorno non sia meno salutare della nota mela che toglie il medico di torno.È recente, poi, la notizia che anche il re di Francia Luigi IX, tornando dall'ottava crociata nel 1270, non fu ucciso dalla peste, come hanno sempre sostenuto gli storici, ma proprio dallo scorbuto. Sul Journal of Stomatology l'archeo antropopaleopatologo e medico legale Philippe Charlier (noto per aver già studiato i resti di personaggi storici come il cuore di Riccardo Cuor di Leone, la testa mummificata di Enrico IV, il cranio di Cartesio e la mascella di Adolf Hitler), ha pubblicato l'esame della mascella del sovrano. Stando ai risultati, lo scorbuto avrebbe innescato una serie di infezioni, prima alle gengive e poi alle ossa, che lo avrebbero infine ucciso. La peste, quindi, sarebbe stata indicata nel tempo come causa del decesso del re per un mero errore di traduzione dal francese antico «pestilence» (che vuol dire «infezione»), in «pestilenza» o «peste». Fino a qualche secolo fa, lo scorbuto era una malattia molto diffusa. Poveri, dalla dieta tristemente insufficiente, e marinai le categorie più colpite: questi ultimi perché le navi non portavano frutta e verdura nei loro lunghi viaggi per evitare di occupare troppo spazio con alimenti che sarebbero deperiti in fretta. Ci si potrebbe chiedere, allora, come fanno gli eschimesi, la cui dieta grasso-proteica non prevede vegetali freschi, incoltivabili a quelle temperature (nella tundra ci sono radici, bacche, licheni, rari tuberi, non piante di frutta e verdura), a non ammalarsi di scorbuto. Ebbene, essi sopperiscono al fabbisogno giornaliero di vitamina C (il minimo assoluto è 10 milligrammi) mangiando fegato di balena crudo o muktuk, pelle di balena e grasso, che fornisce 38 milligrammi di vitamina C ogni 100. Le balene, infatti, assumendo il fitoplancton ricco di clorofilla e vitamina C, hanno il fegato ricco di vitamina C. I marinai sono stati compianti anche dal poeta Samuel Taylor Coleridge che gli dedicò i versi del poema Rime of the ancient mariner, poi ripreso anche dagli Iron Maiden nell'ottava traccia - dal titolo omonimo - del loro quinto album Powerslave, un disco che ricorda le fatiche dei marinai inglesi. Il meccanismo dello scorbuto è articolato e ci spiega anche perché la vitamina C (e quindi il limone) ci faccia bene. Lo scorbuto si verifica quando un organismo, a lungo privato di vitamina C, non riesce più a sintetizzarla.La vitamina C è, però, cruciale per la salute: è un potente antiossidante, favorisce l'assorbimento del ferro, interviene nella sintesi di neurotrasmettitori e nella stimolazione delle difese immunitarie (ecco perché è assai consigliata anche in inverno per prevenire e curare le malattie da raffreddamento). E soprattutto da questa vitamina dipende la produzione di collagene, proteina fondamentale nel nostro organismo, la cui diminuzione conduce a capillari fragili -da qui, sanguinamenti, lividi, emorragie - ma anche a fragilità di ossa e denti, ridotta capacità di cicatrizzazione in caso di tagli e ferite. Uno scorbuto protratto a lungo è pericoloso e, difficile a credersi ma purtroppo vero, questa patologia è tornata a vedersi anche nei Paesi ricchi a causa dell'abbondante ma cattiva alimentazione. Lo ha testimoniato un recente studio australiano pubblicato su Diabetic Medicine: lo scorbuto non viene solo a chi mangia poco e male in quanto povero, ma anche ai ricchi che non hanno problemi di quantità di cibo ma si alimentano in modo sbilanciato.L'organismo umano non è in grado né di produrre, né di accumulare la vitamina C (per questo i migliori integratori sono quelli a rilascio progressivo). Il suggerimento, quindi, è di spremere il limone fresco ovunque possibile: in un bicchiere di acqua o di tè, sull'hamburger o sulle verdure fino alla macedonia di frutta. In particolar modo, se siamo diabetici: il limone, infatti, ha anche capacità ipoglicemizzanti. Altri antiossidanti di questo agrume sono beta-carotene (3 microgrammi per 100 grammi), la criptoxantina (20 microgrammi), luteina e zeaxantina (11 microgrammi). Il primo, motivo della colorazione giallo-arancio di frutti e vegetali, è un precursore della vitamina A, fondamentale per la vista ma anche per la riparazione cellulare. Mentre i carotenoidi luteina e zeaxantina proteggono dai danni dell'esposizione solare così come la criptoxantina svolge la sua azione antiossidante su retina e mucose. Importanti anche le altre vitamine del limone, come quelle del gruppo B: 0,04 milligrammi di B1 (la tiamina), 0,02 milligrammi di B2 (la riboflavina), 0,1 milligrammi di B3 (la niacina), 0,19 milligrammi di B5 (l'acido pantotenico), 0,08 di B6 (la piridossina), determinanti per proteggere il sistema nervoso. Soprattutto la niacina, che contrasta i grassi nel sangue e migliora la circolazione. Secondo una ricerca effettuata su cavie animali alle quali è stato indotto il colesterolo alto, la somministrazione di succo di limone (addirittura liofilizzato) per due settimane ha ridotto il colesterolo cattivo (Hdl) e aumentato quello buono (Ldl). Importanti sono anche i sali minerali del limone: 0,6 milligrammi di ferro, 8 milligrammi di magnesio, 16 milligrammi di fosforo, 26 milligrammi di calcio, ma soprattutto 138 milligrammi di potassio, che fa di questo frutto un perfetto alleato per l'estate e, in qualunque stagione, per lo sforzo fisico. Il potassio, come noto, regola il battito cardiaco e contrasta gli eventuali eccessi di sodio (causati, per esempio, da un consumo abbondante di sale), riducendo la pressione arteriosa grazie al suo leggero effetto vasodilatatore. Perciò, oltre al classico abbinamento olio e sale per il condimento delle pietanze, consideriamo anche di usare limone e sale o addirittura olio, limone e sale, per stemperare il sodio, tanto più se ipertesi.Un altro effetto del limone è quello di abbassare gli acidi urici: spremere il limone fresco sulla carne fa bene non solo per aumentare l'assorbimento del ferro di bistecche e salsicce, ma anche per diminuire il livello di acido urico una volta mangiate. Il limone, insomma, è anche un ottimo alleato anti gotta. Ancora? Ancora. Il limone è un antibatterico e antimicrobico, al punto che l'olio essenziale di limone è il re di moltissimi detergenti per la casa e anche di saponi ecobiologici per l'igiene della persona.Gli antichi Greci lo coltivavano vicino agli olivi per evitare che fossero attaccati dagli anti parassiti e ne stipavano i frutti tra la biancheria per profumarla e proteggerla dalle tarme. È ritratto anche negli affreschi della Casa del frutteto di Pompei, venuti alla luce nel 1951 e citato da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia Il succo di limone è perfetto, diluito, per i gargarismi in caso di mal di gola e, alla fine, ci conduce a dare la risposta al quesito dell'incipit di questo articolo. Bere il succo di limone fresco ogni mattina a digiuno in un bicchiere di acqua fa veramente bene? Ovviamente, sì. Ma va evitato se si soffre di artrite cronica, insufficienza epatica e gastrite. Molte le ricette in voga. Consiglia l'ormai mitico bicchiere d'acqua (possibilmente tiepida ma anche fresca) con il limone Gillian McKeith, la celebre esperta di nutrizione, i cui suggerimenti sono seguitissimi anche da molte star hollywoodiane. McKeith invita a sorseggiarlo anche la sera prima di dormire, anche se il consumo ideale resta al mattino. Intanto perché la bevanda idrata. Non tutti al mattino bevono acqua, invece è importante farlo. Con il limone, meglio ancora perché risveglia dolcemente gli organi con cui entra in contatto, stimolando la diuresi e disinfettando le vie urinarie, aiutando la peristalsi intestinale, sostenendo il fegato nello smaltimento delle tossine e dei grassi. L'acqua con il limone tampona anche la sensazione di fame grazie alla fibra pectina, per questo motivo si ritiene anche che questa abitudine possa favorire il dimagrimento. Per aumentare la pectina, grattugiate nel bicchiere anche un po' di buccia, utilizzando limoni non trattati. Pochi sanno, poi, che i calcoli renali si possono formare non solo perché assimiliamo troppo calcio, magari anche dall'acqua del rubinetto di casa, se ne beviamo tanta e dura. Ma possono venirci anche perché beviamo poco. Bere acqua e limone, dunque, ne contrasta la formazione perché l'acidità del limone si oppone alla solidificazione del calcio nei reni.Attenzione, però, allo smalto dei denti. Alla lunga, l'acidità del limone può eroderlo. È quindi consigliato bere con la cannuccia, oppure risciacquare il cavo orale con un po' di acqua semplice subito dopo. Ecco, infine, tre varianti della classica acqua e limone: versare due cucchiai di succo di pompelmo per aumentare l'effetto anti colesterolemico; aggiungere mezzo cucchiaino di cannella per potenziare l'effetto brucia grassi e di regolazione glicemica del sangue; aggiungere un cucchiaino di semi di chia per aumentare l'effetto idratante e saziante. Insomma, il citrus limon - così si chiamano sia la pianta, sia il frutto - che secondo alcuni studi di genetica sarebbe un ibrido tra pomelo e cedro poi sfociato in una specie che ha oscurato quelle sue progenitrici, non è una mini panacea per modo di dire. Nel suo piccolo, fa.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





