2021-08-23
Ma il partito insiste: urne intoccabili
«Sono l'unico modo per legare popolo ed eletti», dice il senatore Dario Parrini. L'opposizione vuole chiarezza: «Sono fatti gravissimi compiuti da chi fa sempre la morale agli altri».L'imbarazzo per le primarie del Pd taroccate in Emilia Romagna ha costretto i dem al silenzio. D'altra parte, la storiaccia ricostruita ieri dalla Verità è difficile da spiegare. Nonostante circolasse da tempo tra dirigenti e militanti nelle chat di partito. Le schede falsificate per gonfiare il risultato della competizione elettorale che vide Nicola Zingaretti prevalere su Maurizio Martina e Roberto Giachetti potrebbero ora destabilizzare i democratici. Che stanno per ricascarci, visto che il senatore dem Dario Parrini, presidente della commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama, ieri, interpretando le ultime teorie di Enrico Letta, ha spiegato: «Il nostro partito deve impegnarsi da subito a utilizzare per le proprie candidature le primarie, ovvero l'unico strumento che, stante l'attuale sistema di voto a liste bloccate, consente di legare popolo ed eletti». Ora che Bologna si appresta a tornare al voto, nei crocicchi della sinistra emiliana le vecchie ferite si sono riaperte. E i segreti emergono dalle paludi delle segreterie. Quello che sarebbe accaduto il 3 marzo 2019 ad Argelato, roccaforte rossa in provincia di Bologna, sarebbe impresso in una registrazione in cui compaiono Matteo Meogrossi, coordinatore della segreteria provinciale del Pd di Bologna, Manuela Bulla, all'epoca segretario del circolo Argelato-Funo, e Claudia Muzic, giovane sindaca di Argelato: siccome alle precedenti primarie furono aggiunte un bel po' di schede a quelle compilate dagli elettori, bisognava gonfiare di nuovo le urne, affinché il dato finale dell'affluenza non risultasse troppo basso. Il suggerimento sarebbe stato quello di attribuire voti in proporzione ai candidati in lizza, tenendo fuori Giachetti. Da Fratelli d'Italia chiedono che si faccia chiarezza. «Se dovessero essere confermate le ipotesi di brogli per far lievitare l'affluenza alle primarie Pd nella città metropolitana di Bologna nel 2019, come rivelato dal quotidiano La Verità, ci troveremmo di fronte alla conferma che queste consultazioni della sinistra non sono un esercizio di democrazia», ha tuonato il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera Francesco Lollobrigida. Secondo Lollobrigida, «le primarie rischierebbero di trasformarsi nella strada maestra per condizionare le scelte dei cittadini». «È una notizia choc», secondo il deputato Galeazzo Bignami, che aggiunge: «Confidiamo che i vertici del Pd smentiscano fermamente quanto riportato. Diversamente dovremmo concludere che le primarie sono esposte a truffe e brogli capaci di alterare l'esito di scelte che condizionano anche la vita amministrative delle comunità locali e non solo».«Le primarie in salsa sinistrese sono sempre state oggetto delle ampie riserve di Fratelli d'Italia, sia in ordine alla effettiva partecipazione dei cittadini, sia rispetto alla unicità del voto espresso», afferma Tommaso Foti, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera. Secondo Foti, «non è una novità che in alcuni seggi dell'Emilia Romagna manine compiacenti aggiustino i risultati. Insomma: il lupo rosso perde il pelo ma non il vizio». «Se il quadro che emerge dall'inchiesta dovesse essere confermato sarebbe a dir poco sconcertante», valuta Marco Lisei, capogruppo di Fdi in Regione Emilia Romagna, «soprattutto perché proviene da quel Partito democratico che da anni pontifica sulla propria democrazia interna e sulla propria rettitudine, facendo la morale agli avversari. A pochi giorni dalle amministrative, dove proprio a Bologna si sono consumate primarie al veleno, queste rivelazioni metterebbero in seria discussione il processo democratico».
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