2020-08-15
L’ultima sparata sulla scuola: dopo la corsa ai nuovi banchi le distanze sono superate
Per salvare Lucia Azzolina, incapace di trovare aule e docenti, il Cts annuncia che in classe basterà usare la mascherina. L'ira dei presidi: «Tanto rumore per nulla». Un connazionale tornato dalle vacanze: «In Andalusia i contagi son simili ai nostri, ma devo fare il tampone. A Fiumicino non è possibile fino a lunedì, ad Avellino l'Asl non riesce a monitorare 119 Comuni». Lo speciale contiene due articoli. Non c'è pace per i poveri presidi. Senza possibilità di godersi ferragosto perché in alto mare, non in villeggiatura ma a scuola impegnati come sono a riformulare spazi e aule, devono anche ingoiare l'ultima provocazione che arriva dal Comitato tecnico scientifico. Se non sarà possibile mantenere il metro di distanza tra le «rime buccali» degli studenti, pazienza, afferma il Cts nel verbale del 12 agosto, basta tenersi le mascherine di protezione durante le ore di lezione e poco importa se i nostri figli dovranno condividere i banchi tradizionali. L'importante è rispettare la data del 14 settembre che il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, si affanna a dare per certa. Un dietrofront stupefacente da parte degli esperti, che da mesi stanno condizionando la riapertura delle scuole con misure sempre più stringenti, bizzarre, caotiche. «Pensavamo di vivere in una tragedia, e invece era una commedia: Molto rumore per nulla di William Shakespeare», ha commentato Antonello Giannelli, presidente dell'Anp, l'associazione dei presidi. «Abbiamo sempre rispettato i pareri delle autorità sanitarie e continueremo a farlo», ha proseguito, «ma non comprendiamo perché non si sia fatta chiarezza prima su questo aspetto fondamentale. I dirigenti scolastici non hanno preso un solo giorno di ferie per lavorare febbrilmente, con granitico senso del dovere, affinché gli alunni potessero essere distanziati come previsto. I colleghi hanno risposto a innumerevoli monitoraggi ministeriali per comunicare più volte tutti i dati relativi alle classi, alle aule, ai corridoi, alle palestre, ai cortili, agli edifici. E tutto questo perché? Perché siamo stati seri e responsabili, ben più di quanto fosse evidentemente necessario». La mossa del Cts sembra un'operazione tutta pro Azzolina per consentire il riavvio delle lezioni alla data, con cui il ministro si sta giocando gli ultimi brandelli di credibilità. Impossibile non dubitare della opportunità di questo «aiutino», visto che pochissime scuole saranno pronte secondo le norme di sicurezza sfornate a più riprese: non si sa per chi potrà suonare la campanella a settembre. Nel mistero fitto, incomprensibile, che ancora avvolge i nomi delle 11 aziende italiane e straniere che dovrebbero firmare il contratto di fornitura dei 2,4 milioni di banchi scolastici, e dove l'unica certezza delle ultime ore è che «il bando Arcuri» può non considerarsi valido perché la consegna di monoposto e «rotanti» è slittata di un mese rispetto ai tempi imposti dalla gara, la domanda più sensata è se serviva tanta fretta e tante clausole per i produttori. Già le aziende che si sono astenute dal partecipare, sapendo di non potercela fare, stanno aspettando risposte in merito dal commissario straordinario per l'emergenza, Domenico Arcuri. Adesso, con le nuove indicazioni fornite dai tecnici al Miur, tutto il bando viene messo in discussione. Se si può ripartire comunque, in attesa dei nuovi arredi, quindi nel solito banchetto non ancora da rottamare, come mai non era stato detto nelle precedenti linee guida? «Stupisce e inquieta l'ultimo verdetto del Cts», dichiara Valentina Aprea, responsabile del dipartimento Istruzione di Forza Italia, «che consente come unico dispositivo di protezione la mascherina igienica fino a ottobre». L'attenzione, infatti, torna a concentrarsi sulle mascherine «preferibilmente di tipo chirurgico», che per il Cts devono essere utilizzate «in tutte quelle situazioni (statiche o dinamiche) nelle quali non sia possibile garantire il distanziamento prescritto». Quindi alunni nei banchi tradizionali, fin tanto che non arriveranno le forniture milionarie «da prima dell'inizio delle lezioni fino alla fine di ottobre, cominciando dalle zone più colpite dal Covid», fa sapere il ministero, ma costretti sempre a indossare un dispositivo di protezione. Mascherina «che può essere dannosa all'apparato respiratorio dei bambini e crea un danno psicologico non quantificabile» come ha evidenziato Maurizio Maglioni, presidente dell'Associazione Flipnet per la promozione della didattica capovolta in Italia (si propone di rendere il tempo-scuola più produttivo e funzionale). Il ministro Azzolina insiste: «La mascherina è fondamentale laddove il distanziamento non c'è», poi assicura che continua a lavorare per garantire il distanziamento. Lamenta: «Sto facendo i salti mortali con tutto il governo e tutti quelli che stanno lavorando per la riapertura delle scuole. Vorrei tanto che lo stesso sforzo lo facessero tutti, mi aspetto di vedere responsabilità». Lo vorrebbero anche genitori e docenti, che invece vedono imporsi l'ennesima raccomandazione da parte del Cts, ovvero l'adozione dell'applicazione Immuni. Gli esperti dicono che deve essere scaricata «da parte di tutti gli studenti ultraquattordicenni, da tutto il personale scolastico docente e non docente, da tutti i genitori degli alunni», ma la maggior parte degli italiani non ne comprende l'opportunità e mantiene numerose riserve. Intanto il capo dipartimento del ministero dell'Istruzione, Marco Bruschi, preannuncia l'ennesimo questionario per i presidi «al fine di monitorare il quadro degli interventi e delle necessità ancora in capo alle scuole» e le reazioni da parte dei dirigenti scolastici si fanno sentire: «Siamo già al quarto monitoraggio su tutto: spazi, fabbisogno docenti», protesta Lamberto Montanari dell'Anp Emilia Romagna. Giannelli non ha dubbi sulle prossime mosse: «A questo punto invito tutti i colleghi a comunicare immediatamente ai rispettivi uffici scolastici la loro messa in ferie, perché le hanno meritate come non mai e perché ne hanno bisogno dopo una estate di lavoro frenetico che sembrava tragica e invece era solo comica». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/lultima-sparata-sulla-scuola-dopo-la-corsa-ai-nuovi-banchi-le-distanze-sono-superate-2646987487.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="l-italiano-prigioniero-al-rientro-aspetto-il-test-ma-non-me-lo-fanno" data-post-id="2646987487" data-published-at="1597439376" data-use-pagination="False"> L'italiano prigioniero al rientro. «Aspetto il test ma non me lo fanno»
Henry Winkler (Getty Images)
Ecco #DimmiLaVerità del 7 novembre 2025. Il deputato di Fdi Giovanni Maiorano illustra una proposta di legge a tutela delle forze dell'ordine.
Un appuntamento che, nelle parole del governatore, non è solo sportivo ma anche simbolico: «Come Lombardia abbiamo fortemente voluto le Olimpiadi – ha detto – perché rappresentano una vetrina mondiale straordinaria, capace di lasciare al territorio eredità fondamentali in termini di infrastrutture, servizi e impatto culturale».
Fontana ha voluto sottolineare come l’esperienza olimpica incarni a pieno il “modello Lombardia”, fondato sulla collaborazione tra pubblico e privato e sulla capacità di trasformare le idee in progetti concreti. «I Giochi – ha spiegato – sono un esempio di questo modello di sviluppo, che parte dall’ascolto dei territori e si traduce in risultati tangibili, grazie al pragmatismo che da sempre contraddistingue la nostra regione».
Investimenti e connessioni per i territori
Secondo il presidente, l’evento rappresenta un volano per rafforzare processi già in corso: «Le Olimpiadi invernali sono l’occasione per accelerare investimenti che migliorano le connessioni con le aree montane e l’area metropolitana milanese».
Fontana ha ricordato che l’80% delle opere è già avviato, e che Milano-Cortina 2026 «sarà un laboratorio di metodo per programmare, investire e amministrare», con l’obiettivo di «rispondere ai bisogni delle comunità» e garantire «risultati duraturi e non temporanei».
Un’occasione per il turismo e il Made in Italy
Ampio spazio anche al tema dell’attrattività turistica. L’appuntamento olimpico, ha spiegato Fontana, sarà «un’occasione per mostrare al mondo le bellezze della Lombardia». Le stime parlano di 3 milioni di pernottamenti aggiuntivi nei mesi di febbraio e marzo 2026, un incremento del 50% rispetto ai livelli registrati nel biennio 2024-2025. Crescerà anche la quota di turisti stranieri, che dovrebbe passare dal 60 al 75% del totale.
Per il governatore, si tratta di una «straordinaria opportunità per le eccellenze del Made in Italy lombardo, che potranno presentarsi sulla scena internazionale in una vetrina irripetibile».
Una Smart Land per i cittadini
Fontana ha infine richiamato il valore dell’eredità olimpica, destinata a superare l’evento sportivo: «Questo percorso valorizza il dialogo tra istituzioni e la governance condivisa tra pubblico e privato, tra montagna e metropoli. La Lombardia è una Smart Land, capace di unire visione strategica e prossimità alle persone».
E ha concluso con una promessa: «Andiamo avanti nella sfida di progettare, coordinare e realizzare, sempre pensando al bene dei cittadini lombardi».
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