2020-05-04
L’ultima lezione di Ratzinger: aborto e nozze omosex segni dell’Anticristo
Joseph Ratzinger (Franco Origlia/Getty Images)
Le parole del Papa emerito nella biografia di Peter Seewald. Sotto accusa anche la produzione di esseri umani in provetta.«Cento anni fa qualcuno avrebbe pensato che fosse assurdo parlare di matrimonio omosessuale. Oggi coloro che si oppongono a questo sono socialmente scomunicati. Lo stesso vale per l'aborto e la produzione di esseri umani in laboratorio». Questo vento di scomunica non è una semplice weltanschauung, per dirla alla tedesca, ma «un credo anticristiano» che è un vero e proprio «potere spirituale dell'Anticristo» a cui occorre resistere con «l'aiuto della preghiera di una intera diocesi e della chiesa mondiale».È la risposta di papa Benedetto XVI, anticipata su diversi siti Web in Germania e negli Stati Uniti, a una domanda del giornalista tedesco Peter Seewald. Una tra le tante contenute nelle 1.184 pagine che compongono la biografia di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, Ein Leben (Una vita), edita da Drömer Knaur e che esce oggi in Germania. Frutto del lavoro di anni del vaticanista Seewald, questa biografia autorizzata va dalla nascita di Ratzinger, avvenuta in Baviera nel 1927, fino all'11 febbraio 2013, giorno della storica rinuncia al papato di Benedetto XVI. Sei parti e 74 capitoli, il libro comprende anche un epilogo che riguarda la vita di Ratzinger da papa emerito, se così si può dire, e che è il frutto di una serie di domande inviate dall'autore nell'autunno del 2018. Non a tutte queste ulteriori domande Benedetto XVI ha risposto, perché alcune sono state ritenute troppo sensibili per la vita attuale della chiesa.Ma la risposta sul «potere dell'Anticristo» è stata data. Questo potere Benedetto XVI lo riconosce in alcune espressioni della nostra post modernità, come appunto il matrimonio gay, l'aborto e la produzione di uomini in provetta. La risposta arriva alla domanda posta dal biografo sul significato di una frase che lo stesso Ratzinger pronunciò al primo affaccio su piazza San Pietro da Papa, il 19 aprile 2005: «Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi». Gli è stato chiesto, appunto, se aveva previsto dei contrasti al suo papato. Ratzinger risponde facendo l'esempio di Vatileaks per dire che queste sono cose «fastidiose e non sono comprensibili per le persone nel mondo e profondamente inquietanti. Ma la vera minaccia per la Chiesa e quindi per il servizio petrino non sta in queste cose, ma dalla dittatura mondiale di ideologie apparentemente umanistiche». Il riferimento è dirompente per chi si sofferma nella lettura, perché indirettamente anatematizza tutti quegli slanci umanistici che vengono sponsorizzati da molti organismi politici, anche istituzioni internazionali, e che nella prospettiva di Ratzinger sono appunto ideologici e senza alcun riferimento al trascendente. Ratzinger denuncia la «scomunica sociale» per chi tenta di contrastare questa forma ideologica che molti studiosi identificano anche nel cosiddetto politicamente corretto. È a questo punto che Benedetto XVI menziona il «potere spirituale dell'Anticristo», colui che il Catechismo della chiesa cattolica identifica come «la massima impostura religiosa […] cioè di uno pseudo-messianismo in cui l'uomo glorifica se stesso al posto di Dio». La predicazione di Ratzinger da Papa, ma anche tutta la sua attività come prefetto dell'ex Sant'Ufficio svolto per quasi 25 anni sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, sono a ben vedere una continua e vibrata lotta a quella che lui stesso ha definito in più occasioni «dittatura del relativismo». Una battaglia ingaggiata da uno dei più importanti intellettuali espressi dalla chiesa cattolica negli ultimi 200 anni contro l'impostura filosofica che ha inquinato la cultura e quindi la politica e il diritto. Comprese le fonti della teologia, una teologia, come ha detto recentemente lo stesso papa emerito rispondendo alle critiche dei suoi «appunti» sulla crisi degli abusi, che sempre più spesso sembra aver emarginato lo stesso Dio.Così, ed ecco un altro ritornello spesso inascoltato di Ratzinger, «i fatti hanno dimostrato che è stata soprattutto la crisi della fede che ha portato a una crisi dell'esistenza cristiana. Questa è quella che un Papa dovrebbe avere principalmente sotto i suoi occhi», ha ribadito a Seewald. L'essenza della crisi della chiesa per Benedetto XVI è tutta qui e ancora una volta la riafferma, ma chiamando in causa anche l'Anticristo sposta il piano di osservazione anche dal punto di vista della battaglia spirituale, che la Scrittura e il magistero della chiesa hanno ben presente. San Paolo nella seconda lettera ai Tessalonicesi richiama, in contrasto a quella dell'Anticristo, anche un'altra enigmatica figura, quella di «colui che lo trattiene» (il katecon). L'argine al dilagare della deriva morale e della fede su cui si sono esercitati studiosi e teologi.Benedetto XVI con i suoi 93 anni da poco compiuti continua a pregare per la chiesa da papa «emerito», una figura spuria e assolutamente inedita nella storia della chiesa. Il Papa è uno ed è Francesco, come ribadisce lo stesso Benedetto XVI a Seewald, ma il suo essere «emerito» lo interpreta come mantenimento di «un legame spirituale» da servire pregando per il suo ruolo precedente. Viviamo un tempo difficile, aggravato dall'epidemia Covid-19, in cui la chiesa sembra sempre più sballottata dalle onde e in balia di ideologie che di Dio non sanno più che farsene. Ma, come disse Ratzinger nel necrologio del suo caro amico cardinale Joachim Meisner, morto nel 2017, deve restare «la certezza profonda che il Signore non abbandona la sua Chiesa, anche se a volte la barca sta per capovolgersi». Sempre in quell'occasione parlò della necessità per la chiesa di avere pastori che «sappiano resistere alla dittatura dello spirito del tempo e decisamente sappiano vivere con fede e ragione». E così qualcuno pensa che il Papa emerito a suo modo svolga proprio il ruolo di «colui che trattiene» l'Anticristo.