2023-01-11
L’Oms smonta il terrore per Kraken: «Nessuna minaccia per l’Europa»
La variante corre negli Usa ma per ora niente tamponi in aeroporto. Da Pechino stop ai visti a Giappone e Corea.Ci è voluta la conferenza stampa di Hans Kluge, direttore regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per ribadire ciò che scienziati e virologi ripetono da settimane: «L’impennata dei casi di Covid in Cina non dovrebbe avere un impatto significativo sulla situazione epidemiologica in Europa, perché le varianti che circolano sono già presenti nel Vecchio Continente». Chiaro? E se non bastassero le parole di Kluge, anche l’autorità sanitaria europea Ecdc lo ha confermato: «Nelle ultime due settimane dell’anno scorso, nei Paesi europei la sotto-variante XBB.1.5 (rinominata con il suggestivo appellativo di Kraken) è stata responsabile di meno del 2,5% dei contagi. Inoltre, anche se si osserva una sua crescita, non è detto che diventi dominante in Europa», dice l’Ecdc e, come ci aveva già anticipato due settimane fa l’infettivologo torinese Giovanni Di Perri, «non è detto che questa variante riesca a sopravanzare quelle esistenti». È sicuro, però, che il marketing del terrore riesce a sopravanzare la scienza, se ancora ieri un avventato Matteo Bassetti, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, si lanciava in un’appassionata intemerata contro l’Oms: «Non so chi sia Hans Kluge ma sbaglia di grosso. Basta guardare i numeri della Cina, non ci vuole un genio per capire che la situazione è molto difficile».Il medico genovese, non soddisfatto dell’allarme tenuto alto per settimane, ad agosto, sul vaiolo delle scimmie, ci riprova con la mitologica Kraken: «Se diventerà un problema per l’Europa non lo so, ma essere così sicuri come afferma Oms Europa stride un po’. Sono ridicoli, la credibilità dell’Oms Europa insieme agli Ecdc è ai minimi termini», ha dichiarato Bassetti, in totale controtendenza con quel «scientificamente non c’è una minaccia imminente per l’Europa» confermato da Kluge.Se dal punto di vista epidemiologico possiamo dunque, per il momento, stare tranquilli, preoccupano invece le conseguenze politiche e diplomatiche, perché la partita delle varianti, oggi, è politica e si gioca direttamente tra Cina e Stati Uniti. Come noto, una settimana fa l’Unione europea ha raggiunto un accordo su un «approccio coordinato» nell’affrontare la recrudescenza delle infezioni in Cina.A preoccupare i Ventisette è soprattutto il capodanno cinese o «lunare» (che quest’anno sarà festeggiato il 22 gennaio) e l’inizio del «chunyun», ossia i circa quaranta giorni durante i quali i cinesi si spostano per andare in vacanza. Sarà un vero e proprio esodo: sono previsti oltre due miliardi di passeggeri nel primo capodanno senza restrizioni dal 2020. È per questo che i Paesi membri Ue sono stati «fortemente incoraggiati» a introdurre l’obbligo di tampone antiCovid entro 48 ore prima dell’imbarco, e a effettuare controlli casuali all’arrivo, oltre ad esami a campione delle acque usate negli aeroplani. Altri Stati hanno anche sconsigliato i viaggi «non necessari» verso la Cina, che faticherà a tornare ai flussi pre-Covid: domenica scorsa la Repubblica popolare ha registrato 245 voli internazionali, tra entrate e uscite, rispetto ai 2.546 voli nello stesso giorno del 2019 (con un calo del 91%).Le misure europee hanno irritato Pechino, che ha adottato «contromisure, secondo il principio di reciprocità, nei confronti dei Paesi che hanno adottato restrizioni ai danni dei viaggiatori cinesi», come minacciato il 3 gennaio.A farne le spese ieri è stato il Giappone: «L’ambasciata e i consolati cinesi in Giappone sospenderanno il rilascio di visti ordinari per i cittadini giapponesi», ha annunciato la rappresentanza cinese in Giappone, facendo seguito all’analoga misura adottata qualche giorno fa nei confronti della Corea del Sud.Risultato: protesta «in via formale» del Giappone per lo stop ai visti ai cittadini nipponici, e tensione tra Pechino e Tokyo.Proprio per evitare polemiche, l’equilibrista Kluge ieri ha voluto precisare che «mentre ci aspettiamo che dalla Cina arrivino informazioni più dettagliate e regolari, non è irragionevole adottare misure precauzionali per proteggere le popolazioni» ma, ha puntualizzato, queste devono essere «proporzionate e non discriminatorie». Anche perché la variante Kraken è stata individuata per la prima volta il 22 ottobre non in Cina (per quanto possano essere attendibili le informazioni), non in Europa, ma negli Stati Uniti: nella valutazione sulla sottovariante realizzata dall’Ecdc si legge che «gran parte dei casi continua a essere registrata negli Usa».L’Ecdc si è affrettata a puntualizzare che «la rapida crescita negli Stati Uniti non significa necessariamente che la variante diventerà dominante nell’Ue» e che XBB.1.5 «non avendo una maggiore capacità del suo progenitore XBB.1 di sfuggire agli anticorpi sviluppati, potrebbe essere più infettiva, ma non ci sono dati che indichino una maggiore aggressività». E dunque, l’Organizzazione mondiale della Sanità «non raccomanda, al momento, tamponi e altre misure per i passeggeri in arrivo in Europa dagli Stati Uniti». Un paradosso, se si vuole, vista la restrizione applicata per i voli da Pechino.Secondo Catherine Smallwood, responsabile Oms Europa per le emergenze, «i passeggeri dovrebbero indossare le mascherine in ambienti ad alto rischio come i lunghi voli aerei. Questo vale per tutti i viaggiatori da qualunque Paese, praticamente tutto il mondo» perché, come ha aggiunto Kluge, «la minaccia può arrivare ovunque, in qualsiasi momento». Per prudenza, dunque, meglio ricominciare daccapo, anche se il comitato di emergenza dell’Oms si riunirà il prossimo 27 gennaio per determinare se il Covid rappresenta ancora, all’inizio del quarto anno pandemico, una «minaccia internazionale».