2019-07-13
Lo sbarco sulla Luna ci ha regalato cure mediche migliori e super materassi
Dalle scoperte della Nasa derivano molti oggetti di uso comune come Tac, costumi da bagno, aspirapolvere e trapani senza fili.Il 20 luglio 1969 Neil Armstrong fu il primo uomo a mettere piede sulla Luna, seguito subito dopo dal compagno Buzz Aldrin. Mentre tutto il mondo si prepara a celebrare i 50 anni dall'evento, si risvegliano i complottisti, convinti che lo sbarco sia stato in realtà solo una sceneggiata della Nasa. Se non siete convinti che «il piccolo passo per l'uomo» sia stato fatto veramente, provate a vivere per un giorno senza indossare e utilizzare oggetti e tecnologie ottenuti grazie al programma Apollo e a quelli precedenti e successivi: Mercury, Gemini, Skylab, Sts e oggi Iss.Il computer di bordo dell'Apollo (Agc) doveva essere compatto e leggero ma negli anni Sessanta i transistor avevano ancora dimensioni e consumi inadatti allo scopo. Al Massachusset institute of technology il gruppo di lavoro del professor Charles Stark Draper progettò un congegno dotato di circuiti integrati che venne poi costruito dalla Raytheon. La velocità di calcolo era 2 Mhz (oggi i personal computer sono migliaia di volte più rapidi) e la quantità di memoria simile a quella usata per una emoticon odierna. Ma poteva eseguire otto programmi contemporaneamente e avere uno schermo con accanto la tastiera, simile a quelle delle calcolatrici che appariranno negli anni Ottanta, con le cifre a segmenti elettroluminescenti verdi. Come potremmo farne senza oggi? Non avremmo telefonini, computer portatili, elettrodomestici intelligenti.Le coperte termiche dorate, oggi molto comuni, furono pensate già dalle prime missioni spaziali per isolare l'equipaggio dalle notevoli escursioni di temperatura. Sulla Luna le zone assolate superano la temperatura di 130 °C e le zone d'ombra i -150 °C. Salti termici che avrebbero bruciato qualsiasi tessuto allora disponibile e sciolto gran parte delle mescole gommose. La Nasa affrontò il problema dal 1962 per consentire le prime passeggiate spaziali, e grazie ad aziende come Playtex icl dover, David Clark e altre ancora arrivò ad approvare la tuta A7L usata per l'Apollo 11, che offriva protezione e che si dimostrò resistente allo sfregamento con le rocce durante una campagna di test eseguiti alle Hawaii sulle colate laviche rapprese. Da quelle esperienze negli anni Ottanta nacquero marchi oggi conosciuti come Gore tex e Latex. Durante il programma Apollo, la divisione Boulder di Beech aircraft corporation sviluppò la produzione di serbatoi di stoccaggio del combustibile per il metano, gas naturale, un combustibile «criogenico» che deve essere raffreddato per rimanere allo stato liquido.Per prevenire il pericolo di incendio dopo il tragico incidente accaduto all'Apollo 1 sulla rampa di lancio (27 gennaio 1967), oltre a modificare la composizione dell'atmosfera all'interno dei moduli e a dotarli di apertura d'emergenza, furono realizzati sensori antifumo con sensibilità regolabile, in modo da poter usare lo stesso congegno in diversi punti del treno spaziale. Oggi si usano comunemente.Creato per captare la nascita di nuove stelle, si è evoluto rapidamente anche per le applicazioni domestiche. Tra tutte, il termometro clinico a raggi infrarossi da accostare all'orecchio.I pannelli trasparenti a base ceramica, nati per poter realizzare i finestrini delle capsule e dei moduli spaziali dell'Apollo, dopo i positivi risultati ottenuti in volo sono stati perfezionati e oggi li troviamo anche negli apparecchi per l'ortodonzia.Cibo disidratato, sottovuoto e congelato. Ridurre il peso degli alimenti togliendo quello dell'acqua, il volume, levando l'aria e conservarli mediante congelamento per non rinunciare ai valori nutritivi fu la soluzione già a partire dalle missioni Mercury.Oggi rappresenta il sistema più diffuso per controllare numerose tipologie di macchine, dal muletto alle gru, fino ai videogiochi. Derivato dalla cloche degli aeroplani, fu utilizzato in modo attuale per la prima volta a bordo del Lunar roving vehicle. Con una sola mano è infatti possibile muoverlo in tutte le direzioni e dotarlo di pulsanti aggiuntivi.Per poter raccogliere campioni di polvere e rocce lunari si pensò a dispositivi che avessero al loro interno batterie proprie. Non importava quanto durasse la carica, doveva essere sufficiente per il solo tempo necessario a prelevare i campioni. Ma la necessità di miniaturizzazione fu applicata anche a videocamere e macchine fotografiche. Oggi questa tecnologia ci ha regalato trapani e aspirapolvere senza fili.Dai «bip bip» che giungevano dallo spazio, alla messa in orbita dei primi satelliti artificiali, fino alla trasmissione di dati (temperatura, pressione, velocità, quota, orientamento), per arrivare alle dirette video di Apollo 7, prima missione lunare con equipaggio del programma (1968). Grazie alle imprese della Nasa sono state rese disponibili le tecnologie per migliorare la qualità delle immagini trasmesse su grandi distanze e sulle bande di frequenza millimetriche. Inizialmente pensati per realizzare i sedili degli aeroplani, i polimeri con memoria di forma furono sperimentati in primo luogo per assorbire l'energia di eventuali urti. Oggi dormiamo su materassi di questo tipo, sediamo su poltrone di auto e selle di moto che utilizzano questa tecnologia. Tra le applicazioni derivate dalle esperienze Apollo, la suola ad assorbimento progressivo di carico delle scarpe per correre e gli isolanti dalla temperatura del terreno.Anche le macchine per la tomografia computerizzata e per la dialisi derivano dagli studi fatti per andare nello spazio. Il cosiddetto Cat scanner, papà della Tac, era stato realizzato per consentire di controllare l'integrità di parti e componenti dell'astronave soggetti a pressioni e temperature elevate, in quanto in grado di scoprirne eventuali difetti microscopici prima di installarle. La Nasa sviluppò anche un metodo per separare l'urea dal sangue, poi brevettato.Il passaggio immediato da luce solare a ombra senza l'azione dell'atmosfera, assente sulla Luna, la polvere e il pietrisco sollevati dai movimenti degli astronauti come dalle ruote del Rover, la necessità di fruire di una visione chiara e non deformata dalla curvatura della visiera del casco furono i requisiti che spinsero la Nasa a investire grandi capitali nella tecnologia ottica. In particolare furono create una pellicola per evitare l'abrasione delle rocce lunari sulla visiera del casco e lenti che garantivano il più alto filtraggio di luce infrarossa e ultravioletta senza alterare troppo la percezione dei colori (da cui derivano le lenti con filtri solari). Durante le missioni Mercury e Apollo gli astronauti erano monitorati da sensori che trasmettevano la frequenza cardiaca a Terra. Un circuito di allarme era in grado di rilevare l'aumento dei battiti e segnalare la situazione di allarme.La Nasa si può considerare pioniere della sterilizzazione dell'acqua potabile. La possibilità che qualsiasi contaminante potesse compromettere la missione spinse gli scienziati a creare sistemi di filtraggio dei batteri molto leggeri a raggi ultravioletti.La Nasa applicò gli stessi principi e materiali usati per le tute spaziali anche per brevettare tessuti per i costumi destinati ai nuotatori agonisti. Una volta indossati garantivano la minima resistenza in acqua. Una volta realizzati dalla Speedo, sono stati proibiti perché giudicati irregolari. Rimangono ampiamente usate le fibre composite idrorepellenti.