2025-11-03
        Guttuso, De Pisis, Fontana. L’Espressionismo italiano in mostra a Vercelli
    
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Da Guttuso a Fontana, passando per De Pisis e Vedova, allo Spazio Arca di Vercelli un’inedita mostra (sino all’11 gennaio 2026) racconta l’Espressionismo italiano attraverso un nucleo significativo di opere realizzate tra il 1920 e il 1945 e appartenenti alla sezione storica della collezione Giuseppe Iannaccone. Tra capolavori noti e lavori mai esposti prima, in mostra anche una giovane voce dell'arte contemporanea: Norberto Spina. Una mostra davvero importante quella in corso allo Spazio Arca di Vercelli (innovativo e modernissimo polo culturale situato all'interno della suggestiva ex Chiesa di San Marco), che pone l’accento su uno dei movimenti più potenti e viscerali del Novecento italiano: l’Espressionismo. Ma chi sono gli espressionisti italiani e cosa esprime la loro arte, così distante dagli accademismi e refrattaria ad ogni tipo di costrizione?L’Espressionismo italianoMovimento complesso e forse meno conosciuto di altri, l’Espressionismo italiano si snoda nei difficili decenni che vanno dal 1920 al 1945, quando i venti del nascente Regime fascista sfoceranno nella tempesta del secondo conflitto mondiale e l’arte, pur non diventando mai un’ arte di Stato o totalmente propagandistica ( come accadde per esempio nell’ex Unione sovietica e nella Germania nazista), assunse un forte carattere di italianità, celebrativo e retorico. Figura di punta del panorama artistico e intellettuale del tempo Margherita Sarfatti e il movimento artistico del Novevcento, sostenitori di una pittura più figurativa e tradizionale, in contrasto con le avanguardie dell'epoca Futurismo in primis. Ecco. L’Espressionismo italiano, che assunse sfumature diverse a secondo dei vari «Gruppi» di artisti (i Sei di Torino, il Gruppo Corrente di Milano e la Scuola Romana di via Cavour quelli più famosi) nasce proprio in opposizione a questi rigidi stigmatismi e si apre all’Europa, ispirandosi al Der Blaue Reiter tedesco, al Fauvismo francese e ai grandi Maestri come Van Gogh e Picasso. Gli Espressionisti sono essenzialmente artisti liberi: liberi di pensare, liberi di guardare altrove, liberi nei contenuti. Oggetto della loro arte non è il sogno, ma la vita reale, le tensioni interiori, la condizione umana, e i colori intensi un modo per rappresentare la soggettività e trasmettere emozioni e verità profonde, anche quando le figure si deformano, per la gioia o per il dolore. Guttuso, Fontana, Sassu, Vedova, De Pisis, ma anche Antonietta Raphaël, Fausto Pirandello , Mario Mafai, Carlo Levi e Pietro Martina i più noti (ma non i soli) Espressionisti italiani , tutti ( o quasi) riuniti nella straordinaria mostra vercellese, un’esposizione di altissimo valore che riunisce un importante numero di opere appartenenti alla prestigiosa Collezione Giuseppe Iannaccone, costituita, ad oggi, da circa cinquecento opere: circa centoventicinque pezzi per quanto riguarda l’arte moderna (dal 1920 al 1945) e ben oltre trecentocinquanta lavori di arte contemporanea.La mostraCurata da Daniele Fenaroli, la mostra si articola in un percorso espositivo che si sviluppa per nuclei tematici, esplorando il colore come forma di resistenza, il ritratto come ricerca dell'identità e il presente come soglia inquieta della memoria. Tra le opere più significative, l’umanità trasfigurata e deforme di Renato Birolli, le nature morte eloquenti e l’ironia tragica di Pirandello (bellissima la sua Siesta Rustica), Broggini, Ziveri, Valenti e Badodi; autoritratti e ritratti ( Ritratto di Mimise e Ritratto di Antonino Santangelo di Renato Guttuso in assoluto i miei preferiti…) lontani da ogni forma di idealizzazione ma specchio fedele dell’irriducibile complessità umana. Straordinaria, a dominare la terza sezione della mostra, si palesa al visitatore in tutta la sua bellezza La Battaglia dei tre cavalieri (1940-1941) di Aligi Sassu, maestosa scena mitologica caratterizzata da un dinamismo e uno sforzo fisico accentuati, con linee e colori espressivi che suggeriscono un movimento frenetico e una forza travolgente. Evidente il legame con la violenza del conflitto mondiale e l’inutilità della guerra (dove a morire è lo spirito umano e non solo i corpi), sebbene Sassu non l'abbia mai esplicitamente confermato…A dialogare con Sassu e i grandi Maestri espressionisti una giovane voce del contemporaneo: Norberto SpinaNorberto SpinaMilanese, classe 1995, una laurea all’Accademia di Brera, Spina, la cui poetica si fonda sulla sovrapposizione di memoria personale e collettiva, è presente a Vercelli con una preziosa opera prestata dalla Royal Academy di Londra e opere site specific.Il suo originale Presente, che rielabora un particolare del Sacrario di Redipuglia voluto da Mussolini nel 1938, si concentra sulla monumentalità del potere, che a distanza di decenni, continua a porci interrogativi. Guardare oggi le opere in mostra, accanto a quelle di Norberto Spina, significa non soltanto recuperare una pagina fondamentale della storia dell’arte italiana, ma anche riconoscere quanto quella stagione parli ancora al nostro presente. Non come immagine passata, ma come un linguaggio vivo e potente, capace di dirci (e insegnarci) ancora molto…
Ecco #DimmiLaVerità del 3 novembre 2025. La nostra Flaminia Camilletti spiega perché Donald Trump ha minacciato di intervenire in Nigeria se non finirà la persecuzione dei cristiani.