2025-11-03
        Accoltellata in centro in pieno giorno. Milano nel caos, sinistra contro Sala
    
 
Una donna aggredita alle 9 nella frequentatissima piazza Gae Aulenti. Il colpevole arrestato in serata: la sorella l’aveva riconosciuto nel video diffuso dai carabinieri. Dieci anni fa aveva compiuto un atto simile.Quando, a metà marzo, Beppe Sala annunciò di voler tenere per sé la delega alla Sicurezza, togliendola all’assessore Marco Granelli, parlò di «una nuova fase di ascolto e rigore», promettendo di riportare serenità nelle strade e «far sentire Milano più protetta».Otto mesi dopo, però, la cronaca restituisce un quadro diverso: tra risse, accoltellamenti e aggressioni in pieno centro, la città sta vivendo ormai una sequenza di episodi che stanno ormai confermando quanto la capitale economica del Paese sia tra le città più insicure non solo in Italia, ma anche in Europa. Che qualcosa non funzioni inizia a percepirlo anche il centrosinistra, tanto che ieri Daniele Nahum, ex dem ora in Azione, ha sfiduciato Sala, chiedendo di nominare «un assessore alla sicurezza a tempo pieno» e di «rafforzare pattugliamenti e risorse», ricordando che la delega è oggi nelle mani del sindaco dopo il rimpasto di marzo.Del resto, dalla maxirissa di via Padova a metà marzo, pochi giorni dopo il rimpasto di giunta, alla violenza in via Giambellino fino alle aggressioni dello scorso 26 ottobre , si è arrivati oggi all’accoltellamento di una donna in piazza Gae Aulenti il 3 novembre, in pieno centro a Milano. La donna, Anna Laura Valsecchi di 43 anni, dirigente di Finlombarda, è stata accoltellata stamattina alle 9 nel cuore del quartiere direzionale di Porta Nuova. L’aggressione è avvenuta in pieno giorno, in una delle zone simbolo della Milano moderna, a pochi metri dal Bosco Verticale, in una piazza molto frequentata la mattina. Raggiunta da più coltellate alla schiena e al fianco (con un coltello di 30 cm), la donna è stata soccorsa dal 118 e trasportata in codice rosso all’ospedale Niguarda, dove è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico. Le sue condizioni restano gravi ma stabili. L’aggressore è fuggito subito dopo. E durante la serata di oggi i Carabinieri del Comando provinciale di Milano hanno rintracciato e identificato il responsabile dell’accoltellamento. L’uomo, 59 anni, italiano, nato a Bergamo, è stato individuato in un albergo del capoluogo lombardo, in via Vitruvio, dove alloggiava da alcuni giorni dopo essere stato allontanato da una comunità di recupero nel Varesotto. La svolta è arrivata dopo che la Procura di Milano ha autorizzato la diffusione delle immagini dell’aggressore: una donna ha riconosciuto il fratello gemello e ha avvisato la centrale operativa dei Carabinieri. Gli investigatori lo hanno trovato in possesso dei vestiti indossati durante l’attacco. Secondo le prime verifiche, non esiste alcun legame tra la vittima e l’aggressore, che in passato si era già reso protagonista di un episodio analogo nel 2015. Le indagini proseguono per chiarire i motivi del gesto. Al momento non si escludono ipotesi, da un’aggressione personale fino a un attacco casuale (come quello capitato a Sharon Verzeni o Iryna Zarutska negli Stati Uniti), ma non ci sono, al momento, elementi che indichino un intento terroristico o ideologico. Di sicuro le modalità dell’aggressione potrebbero far pensare anche al gesto di un lupo solitario, forse un estremista islamico. La guerra tra Hamas e Israele, e l’aumento delle immagini di morte e distruzione a Gaza, sono stati identificati come fattori di radicalizzazione e mobilitazione, utilizzati dalla propaganda dell’Isis per esortare a “colpire dove sei” in Europa. A livello europeo, l’ultimo rapporto Te-Sat 2025 di Europol conferma inoltre che, accanto alle grandi minacce terroristiche, persistono appunto forme di violenza «low tech» - aggressioni con coltelli, veicoli o strumenti comuni - che si manifestano spesso in contesti urbani densamente popolati. Si tratta di episodi generalmente privi di organizzazione, compiuti da singoli individui, talvolta radicalizzati online, altre volte spinti da disagio personale o marginalità. La grande maggioranza delle aggressioni con armi da taglio in Europa non ha motivazioni jihadiste o ideologiche, ma l’impatto emotivo resta altissimo, soprattutto quando avviene in luoghi simbolici. Il fatto riaccende il dibattito sulla sicurezza a Milano, mentre i nuovi dati del ministero dell’Interno, pubblicati dal Sole 24 Ore, mostrano un aumento dei reati nel 2024, soprattutto di microcriminalità di strada, con più minori e stranieri coinvolti. Milano si conferma la città con la maggiore incidenza di delitti in Italia: 6.952 denunce ogni 100.000 abitanti, circa 225.000 in totale. Il primato è legato a furti e rapine, con la città prima per rapine in strada e terza per furti con destrezza, oltre che terza per violenze sessuali. In crescita anche danneggiamenti e reati legati agli stupefacenti. Nelle tre aree metropolitane si concentra il 23,5% di tutti gli illeciti rilevati nel Paese. I minori segnalati sono stati 38.247, con un incremento del 16% sul 2023 e di circa il 30% rispetto al periodo pre- Covid: un arrestato su quattro per rapina in pubblica via ha meno di 18 anni. Gli stranieri denunciati o arrestati nel 2024 sono stati 287.396, in crescita dell’8,1% sul 2019. Nel complesso rappresentano più di un terzo dei segnalati, ma la loro incidenza sale oltre il 60% nei reati predatori come furti con destrezza, furti con strappo e rapine in strada. A determinare il primato sono soprattutto furti e rapine: il capoluogo lombardo è primo per rapine in pubblica via, secondo per furti con strappo e terzo per furti con destrezza. Tra le altre tipologie di reato spiccano i danneggiamenti, con oltre 32.000 denunce, e le violazioni legate agli stupefacenti, che collocano la città al quinto posto nazionale. Samuele Piscina, consigliere comunale e segretario provinciale della Lega di Milano, ha ribadito che «Milano è da anni la città più insicura d’Italia» e che «il sindaco Sala ha trattenuto le deleghe alla sicurezza senza esercitarle».
Ecco #DimmiLaVerità del 3 novembre 2025. La nostra Flaminia Camilletti spiega perché Donald Trump ha minacciato di intervenire in Nigeria se non finirà la persecuzione dei cristiani.